Se ne dicono davvero tante sul mondo felino, ma che cos’è la sindrome del gatto paracadutista o gatto volante? Scopriamolo insieme.
Che cos’è la sindrome del gatto paracadutista e cosa si intende per ‘gatto paracadutista’? L’immagine riporta alla mente sicuramente i salti e le acrobazie tipiche di un micio. Ma la capacità del gatto di volare, a quanto are, ha i suoi limiti se poi cade a terra e rischia di fratturarsi qualche arto. Ecco come gestire un gatto con la sindrome volante e qualche consiglio di primo soccorso se la caduta dovesse essere piuttosto traumatica.
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Chi vive con un micio ben conosce la sua passione smodata per le altezze: salta da tutti i ripiani in casa e anche da finestre e balconi (Leggi qui: Il gatto ama dormire in posti alti della casa: i motivi). Ma spesso questa acrobazie hanno un finale molto meno atletico di quello che ci saremmo aspettati: può capitare infatti che il felino riporti dei traumi, anche piuttosto seri in seguito a queste cadute al suolo (Leggi qui: Trauma cranico nel gatto: i vari sintomi e il trattamento giusto). Questo accade quando non riesce a mantenere il suo proverbiale equilibrio: il suo istinto infatti gli consente, in fase di atterraggio, di distribuire il suo peso su tutto il corpo e non su di una sola parte. Ma non sempre gli riesce bene questa operazione!
La Sindrome del gatto paracadutista quindi raccoglie le conseguenze di queste sue cadute rovinose. Infatti non sono ferite e traumi che si procura durante il lancio o il salto, bensì a qualche scivolone o assenza di equilibrio. Naturalmente il tipo e la gravità della lesione dipendono da una serie di fattori, non solo dall’altezza. Anzi solitamente le altezze più ‘ridotte’ danno poco tempo e modo al micio di distendersi e distribuire il peso in volo, e quindi tendono ad essere altrettanto traumatiche.
E’ piuttosto raro che un gatto anziano, con difficoltà a deambulare e a saltare, possa provocarsi lesioni da sindrome del gatto paracadutista. Infatti il tipico ‘gatto volante’ ha altre caratteristiche: una giovane età (non supera i due anni in genere) e non è sterilizzato (Leggi qui: Migliorare la vita del gatto sterilizzato: guida al benessere felino). I gatti giovani sono sì più agili ma sono anche i più delicati e i più soggetti a traumi e fratture (Leggi qui: Frattura della zampa del gatto: come riconoscerla e curarla). Allo stesso modo i felini non sterilizzati tendono ad assumere comportamenti molto a rischio proprio per la voglia di possedere e raggiungere qualche femmina in calore.
La diagnosi, fatta spesso attraverso la radiografia al gatto, risulta essere sempre il mezzo più efficace e sicuro per capire di che tipo di lesione si tratta. I gatti che hanno queste caratteristiche, e non solo, quindi hanno questa passione di lanciarsi nel vuoto e di aprire il loro corpo come se fosse un paracadute appunto, per atterrare meglio.
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Non esiste nessuna cura per questo tipo di istinto, o di problema se vogliamo. La sola cosa che possiamo fare è prenderlo delicatamente da terra e portarlo al più presto in visita dal veterinario o al pronto soccorso animali più vicino, possibilmente in traumatologia. Anche se il gatto non si fa davvero male, lo spavento potrebbe farlo stare isolato e nascosto per i giorni successivi all’incidente. Meglio lasciarlo solo e non forzarlo a fare ciò che non si sente di fare.
Dati che non è possibile curare un gatto che intende lanciarsi nel vuoto, bisogna solo sperare che il suo istinto non lo tradisca e che l’esperienza possa frenarlo oppure dargli più abilità nel cadere meglio. Purtroppo però un gatto che salta nel vuoto, tenderà a farlo nuovamente perché il suo istinto e la pulsione sessuale saranno difficili da tenere a freno.
In realtà, come non esiste un rimedio, non c’è neppure un modo unico e sicuro per prevenire questo rischio. Si può però tentare di ridurre la possibilità che il gatto soffra di lesioni e traumi da Sindrome del gatto paracadutista seguendo questi consigli.
Francesca Ciardiello
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