Si chiama Bullycat ed è la nuova razza felina che sarebbe meglio non avere e non incoraggiare

Si chiama Bullycat ed è la nuova razza felina che sarebbe meglio non avere e non incoraggiare

Non è come tutti gli altri ma è meglio non averne uno: perché non bisogna comprare il Bullycat e cosa si sa su di lui.

esemplare di Bullycat
Gatto di razza Bullycat: perché non bisogna comprarlo (Screenshot Video Instagram@bullbiinos-amoreaquattrozampe.it)

Non tutti i felini sono uguali e per quanto si incoraggino sempre i potenziali padroni ad avere un animale domestico in casa, in questo caso si sconsiglia fortemente un esemplare del genere. Stiamo parlando di quella razza felina che somiglia molto a un cane di razza Bulldog, ma perché è meglio non comprare il Bullycat? Cos’ha che non va questa nuova razza sul mercato’? Questa e tante altre utili informazioni.

E’ arrivato il Bullycat: cosa si sa su questa nuova razza

Direttamente da un laboratorio degli USA è giunto sul mercato il Bullycat, una nuova razza felina che sta spopolando ed è sempre più richiesta. Ma cosa si sa su di essa? Innanzitutto è stata creata incrociando due razze feline, lo Sphynx (da cui ha ereditato la classica assenza di pelo) e il Munchkin (da cui ha preso le piccole dimensioni). Come spesso accade, quello del Bullycat sta diventando una vera e propria moda di ispirazione puramente estetica, ma ci sono altri fattori ben più importanti da considerare.

Bullycat in primo piano
Bullycat: è una razza derivante dall’incrocio di Sphynx e Munchkin (Screenshot Video Instagram@bullbiinos-amoreaquattrozampe.it)

Come un prodotto americano ben pubblicizzato, anche questa nuovissima razza felina ha conquistato tanti adepti, soprattutto sui social media, e da lì la sua ‘espansione’ è stata piuttosto frettolosa fino ad arrivare in Europa e precisamente nel Regno Unito. Eppure la scelta di possedere questo felino, prodotto su richiesta in laboratorio, risponde alla logica della moda e dei like sui profili social, ma sarebbero altre le considerazioni da fare se si volesse adottare un esemplare di questa razza.

Non comprare il Bullycat: perché non bisogna incoraggiarne l’espansione sul mercato

Primo tra tutti è sicuramente lo stato di salute dell’animale che, a dispetto dell’aspetto forte e muscoloso simile all’American Bully XL, è molto cagionevole poiché si tratta di un complesso di problemi di cui soffrono le due razze che sono state incrociate per crearlo. Infatti dallo Sphynx pare abbia ereditato (ahimè) problemi alla pelle, delicatissima soprattutto quando esposta per troppo tempo al sole e senza protezione, e la debolezza cardiaca, muscolare e di mobilità dalla razza del gatto nano.

Gatto Bullycat
Gatto Bullycat: perché non dovremmo comprarne uno (Screenshot Video Instagram@bullbiinos-amoreaquattrozampe.it)

Ad essi si aggiungono anche problemi di tipo respiratorio e di orientamento: consideriamo infatti che la mancanza di pelo, e dunque di vibrisse, non consente a questo gatto di orientarsi nello spazio e di percepire ostacoli e pericoli, aumentando il rischio per la sua stessa vita. Ad alzare la voce in sua difesa e per dare l’allarme sono stati i responsabili di alcune fondazioni internazionali, come la NatureWatch Foundation, un ente di beneficenza inglese che ha come obiettivo quello di segnalare atti di crudeltà verso gli animali come appunto quello dello sfruttamento.

Un altro freno alla creazione di questa razza arriva dalla dottoressa dell’Università di Bristol, Grace Carroll che, oltre a condannare il commercio di razze per un fine puramente estetico ha messo in luce come la vita media di questi esemplari non sia ancora chiara. Ma se ci si basa su quella degli Sphynx, che è la più bassa tra tutte le razze feline e si aggira intorno ai 6 anni, le prospettive di vita non sono per niente ottimali.

Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema>>> Scoperta scioccante: la scienza ne è certa, i gatti del futuro saranno così

Non comprare il Bullycat: decidono i consumatori!

Purtroppo l’etica viene spesso sorpassata dalla logica del commercio e dal consumo di un prodotto, e questo spesso vale anche quando si parla di vite animali. Ma questo gatto mutante (ribattezzato così per le sue caratteristiche estreme) non ha la possibilità di vivere quanto e come tutti quanti i suoi simili: le più semplici azioni quotidiane, come quella di stare al sole e correre e giocare, gli sono praticamente ‘vietate’ dal suo stesso fisico.

 

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A ciò si aggiunge l’alta probabilità di infezioni alla pelle, dalle scottature ai tumori, dovuta alla scarsa capacità di auto-termoregolazione del corpo. Insomma la vera battaglia è quella di sensibilizzare le masse a non richiedere più questo tipo di micio e frenando la sua espansione sul mercato.

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