Da sempre simbolo del pericolo, cosa altro nasconde il disegno del serpente? Ecco perché in molti lo scelgono come tatuaggio -FOTO.
Avete presente IL tintinnio dei suoi sonagli che terrorizza gli attori nei film? Oppure quel sibilo inquietante che accompagna il suo strusciare sulle foglie? Il serpente è spesso associato ad un sentimento di paura. Ma non può essere solo questo dato che in molti fin dall’antichità lo hanno scelto come ‘animale da compagnia’. Ecco dunque quali simbologie accompagnano questo rettile e perché ancora oggi è uno dei simboli più tatuati.
Meno conosciuto col termine di ofide, questo rettile appartiene alla famiglia dei Serpentes. Questo rettile squamato ha una certa familiarità con le lucertole. Come queste ultime non amano i luoghi freddi; per salvaguardare la propria sopravvivenza vanno in letargo, entrando in una sorta di coma che durerà fino alla fine della stagione invernale. Trattandosi di animali prettamente carnivori, i serpenti hanno alla base della loro alimentazione i piccoli animali, compresi i loro simili come altri rettili, uccelli, uova o insetti. La tecnica di caccia è quasi sempre la stessa e utilizza un’arma molto pericolosa anche per l’uomo, il suo morso. Il veleno che fuoriesce dai loro denti aguzzi ed appuntiti paralizza la vittima che, in questo modo, si blocca e diventa un comodo pasto di cui cibarsi. Altri rettili invece adottano una tattica differente: avvolgono la preda e la soffocano con la loro stretta micidiale.
Questi rettili sono caratterizzati da un’estrema flessibilità del corpo: la parte posteriore del palato può muoversi all’indietro e la stessa bocca può aumentare le sue dimensioni in verticale, inoltre le ossa mascellari possono facilmente dilatarsi. Ciò consente loro di ingoiare qualsiasi preda, senza ridurla a brandelli: essa infatti viene ingerita per intero e, una volta nello stomaco, viene sciolta dagli acidi. Quando la parte carnosa della vittima è stata digerita le sue ossa vengono espulse.
A prima vista la pelle del serpente è coperta interamente di squame che, al di sotto sulla pancia, consentono al rettile di strisciare ovunque. Le squame ricoprono anche la testa e gli stessi occhi sono squame più sottili e trasparenti. Questa pelle cade periodicamente e si riforma: la mutazione avviene in un unico ‘episodio’ ovvero il serpente fuoriesce dalla sua vecchia pelle per lasciare spazio a quella nuova. Non è solo una questione estetica: infatti cambiando la pelle il serpente cresce, aumenta le sue dimensioni.
Dal libro della Genesi appare chiaro che il simbolo del serpente non nasconde nulla di buono: è descritto come un animale astuto, il simbolo del male che riesce a manovrare la ragione tanto da mettere in dubbio la bontà di Dio. È il simbolo della perversione razionale, che mette in dubbio la potenza di Dio e il Suo essere divino. La sua cattiveria riesce a manovrare la capacità umana di pensare, per raggiungere i propri scopi in modo subdola. Basti pensare al ‘lavoro’ del serpente su Eva, portandola a trasgredire al patto con Dio, attirandosi da soli la punizione divina.
Il serpente nella Bibbia però risente anche delle influenze delle antiche culture orientali che avevano grande rispetto per questo rettile, un sentimento di terrore misto a fascino. La sua stessa mutazione di pelle lo rendeva un animale immortale, fertile perché capace di auto-rigenerarsi. Inoltre non era un caso che alcune divinità venissero raffigurate accanto a questo rettile: si pensi ad Astarte, la moglie del dio Baal. In contrapposizione alla sua adorazione, vi era anche la storia del re Ezechia che, nel secolo VIII A.C., distrusse una statua di serpente, che aveva poteri salvifici di guarigione. Infatti nei culti pagani il rettile aveva la capacità di guarire dal morso dei serpenti di fuoco. Quando si vedono immagini del serpente appeso all’asta era una forma di vendetta verso l’animale che aveva condotto Eva, e l’intera umanità, alla condanna a vita.
Gli stessi Giovanni Battista e Gesù riservano l’appellativo di ‘serpenti e vipere’ a coloro che ingannano gli uomini semplici e li portano lontani dalla via del Signore. Nello stesso libro della Bibbia la raffigurazione di Satana è nel serpente e anche nella mitologia scandinava si utilizzava l’immagine del serpente che avvolgeva l’albero della conoscenza del bene e del male. Ebbene però il serpente ha anche significati positivi: nella Bibbia il simbolo della serpe Nehustan di Mosè rappresenta la resurrezione.
Nel mondo onirico il serpente è un simbolo fallico: lo diceva appunto Freud. Per il grande filosofo infatti la figura stessa del rettile richiama il simbolo fallico, che tenta la natura umana e la istiga a compiere l’atto. La sua connotazione sessuale lo associa sia alla sessualità sia alla fertilità, ma può anche incarnare la paura, la tentazione sessuale. Nella fase umana adolescenziale il serpente è il simbolo di una virilità che stenta a sbocciare, mentre nella donna è la attrazione e il peccato della voglia sessuale che nasce nell’età dell’adolescenza. Non a caso secondo il filosofo Jung, i rettili rappresentano la parte della psiche umana che racchiude paura e fascino per il sesso. nella donna invece, può riflettere insieme paura e attrazione per il sesso.
Data la cattiva fama che il rettile porta con sé, sognare u serpente rappresenta il senso di sfiducia dell’uomo nei confronti dell’essere umano. Lo stesso Jung ritrovava nel serpente il conflitto interiore tra coscienza umana e istinto.
Il rettile dalla pelle squamata è legato alla terra in maniera viscerale, non solo per il suo habitat naturale ma anche per la sua capacità di strisciare sul terreno. Si muove tra le radici e nelle tane scavate nella terra, anche in prossimità di paludi e corsi d’acqua. Essendo così a contatto con la terra, esso ha un forte legame con l’energia sprigionata da Madre Natura. Il cambio di pelle è legato al suo processo di trasformazione interiore: riesce a cambiare profondamente. Inoltre ha una forte attinenza alla luce, alla conoscenza, con la sua capacità di uscire dall’oscurità. È segno di morte ma anche di rinascita. Protegge e guarisce dalle malattie, non a caso il veleno dei serpenti, naturalmente in dosi controllate, viene utilizzato in diversi prodotti di cosmetica e farmacologici.
Il Totem del serpente, oltre a richiamare la forma fallica dell’uomo e contemporaneamente l’utero femminile, è indubbiamente legato alla capacità riproduttiva. L’essere associato all’elemento del Fuoco lo associa alla passione del desiderio. L’energia maschile e quella della donna si uniscono nelle culture orientali Kundalini per creare un’unica energia che trascende il mondo terreno. Non a caso il serpente è anche simbolo della divinità e degli spiriti illuminati, che sono in costante contatto con il mondo dell’Aldilà.
Non è sempre un simbolo negativo quello del serpente. Non a caso il simbolo della medicina è una verga con un serpente attorcigliato, arma del dio guaritore Asclepio. Il serpente quindi è guarigione: non a caso il suo veleno ha poteri curativi. La loro rigenerazione epidermica è il simbolo della rinascita interiore, della trasformazione, un nuovo inizio insomma.
Se si vuole guardare alla ideologia greco-romana, i serpenti sono custodi della vera conoscenza, di un sapere che va oltre quello terreno: non a caso sacerdotesse e sciamani si associano alla sua figura. La sua forma fallica inoltre e le pose aggressive nelle quali può essere raffigurato è simbolo di virilità.
Lo sguardo del serpente entra nell’anima, scava nel profondo e in un certo senso inquieta l’anima. Ma riesce anche a salvarla, ritrovando un equilibrio interiore. Sicuramente la possibilità di disegnarlo su ogni parte del corpo, lo rende anche un tattoo molto ambito: inoltre si può giocare con i colori oppure associandolo ad altri simboli.
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F.C.
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