Benché la detenzione di primati in Italia sia proibita, conosciamo meglio le caratteristiche di questa graziosa e minuscola scimmia originaria delle zone pluviali del Sud America
Lo uistitì pigmeo (Callithrix pygmaea) ama abitare le dense zone del sottobosco della foresta pluviale fra Brasile, Colombia, Perù e Bolivia. Il suo aspetto curioso, caratterizzato da buffi ciuffi e folte creste che ricoprono le orecchie, non è però la sua unica particolarità.
Alcune delle sue caratteristiche fisiologiche sono peculiari solo alla sua specie. Prima fra tutti la sua dimensione ridotta che nel corso degli anni l’ha resa tristemente protagonista di un traffico illecito di esemplari destinati alla domesticazione sia in occidente che in oriente.
Potrebbe interessarti anche: Scimmia domestica: cosa sapere prima di adottarne una
Uistitì pigmeo la scimmia più piccola del mondo: primato ineguagliabile
Gli esemplari di Callithrix pygmea possono tranquillamente essere tenuti sul palmo di una mano. Questa scimmia in miniatura possiede dimensioni realmente irrisorie. Non misura mai più di 30 cm in lunghezza, metà dei quali sono occupati dalla sua lunga coda.
Anche il suo peso può darci l’idea della sua micro taglia. In media ogni esemplare può arrivare a pesare non più di 130 g. Caratteristica ancora più sorprendente se si considera che i primati generalmente possiedono un peso che varia dai 20 ai 160 chilogrammi del Gorilla occidentale. Le sue misure mignon la portano a raggiungere il primato di scimmia più piccola del regno animale.
Una piccola arrampicatrice pluviale
Il passatempo preferito degli ustitì pigmeo è quello di arrampicarsi con grande velocità da un albero all’altro nella densa foresta pluviale. Attività che riesce loro particolarmente bene grazie alla loro stazza minuta che consente loro di muoversi con una grande agilità.
Spesso infatti risulta quasi impossibile individuarla all’interno delle foreste. Sono inoltre dotate di artigli particolarmente appuntiti che agevolano la presa e l’adesione ai tronchi più massicci. Altra particolarità esclusiva di questa specie, è in grado di girare la testa di 180 gradi, prerogativa che la rende imprendibile anche ai predatori più astuti. L’Amazzonia ospita una serie infinita di animali pericolosi, anche per l’uomo.
Potrebbe interessarti anche: Scimmie e umani: più simili di quanto pensiamo. I tratti in comune
Uistitì pigmeo la scimmia più piccola del mondo: una dieta specializzata
Se le altre specie di primate si possono considerare onnivore, questo piccolo mammifero sudamericano sopravvive grazie ad una dieta specializzata. Fonte principale del suo sostentamento è la linfa dell’albero della gomma.
Occasionalmente essa si nutre anche di insetti, specialmente farfalle, bacche e frutta. La sua dentatura possiede una conformazione unica fra i primati. Gli incisivi inferiori hanno una particolare forma a scalpello e si presentano lunghi quanto i canini. La consistente morsa di questi due denti consente all’esemplare di praticare profonde incisioni sugli alberi per facilitare la fuoriuscita della linfa.
Premurosi padri a tempo pieno
Nel 80% dei casi le femmine di questa specie partoriscono due volte all’anno dei gemelli. Ma la cosa curiosa è che il doppio fardello non viene gestito dalla madre, ma bensì da tutti gli esemplari maschi appartenenti al gruppo. Oltre che al padre, anche i fratelli si occupano della cucciolata.
Fino a prima dello svezzamento, che coincide con i 3 mesi di vita, i cuccioli non possono dirsi indipendenti. I piccoli devono infatti essere condotti agli esemplari femmina con intervalli regolari di due e tre ore per essere alimentati. Il resto del tempo viene condiviso fra maschietti. Questo papà primate è però in ottima compagnia, sono molti i padri modello del regno animale.
Potrebbe interessarti anche: Amazzonia, è allarme deforestazione: ritmo distruttivo da paura
Uistitì pigmeo la scimmia più piccola del mondo: un vasto repertorio di comportamenti bizzarri
L’espressività facciale di questa specie è vasta e differenziata. Questo primate infatti utilizza le espressioni facciali per comunicare alcuni sentimenti ma anche per allontanare i pericoli. Anche il suo copro è veicolo fondamentale per intimidire o segnalare un pericolo.
Manifesta ostilità quando gonfia i peli del manto e si contorce in espressioni facciali tese e corrucciate. Quando invece si sente minacciata porge le terga al pericolo, solleva la coda e mostra i suoi genitali. Anche i vocalizzi sono fra i suoi mezzi di comunicazione prediletti.
D’altronde gli animali particolarmente rumorosi si possono trovare un pò in tutti gli habitat. In particolare questa specie però utilizza i suoni prevalentemente in caso di allarme, contatto o per manifestare sottomissione. Alcuni di questi sono però talmente acuti da non risultare udibili all’orecchio umano.
C.F