La scienza rivela perché solo i pappagalli parlano e altri uccelli no: un mistero della natura finalmente spiegato grazie alla genetica.
I pappagalli ci sorprendono da sempre con la loro capacità di imitare la voce umana. Ma ti sei mai chiesto, perché solo loro riescono a farlo, mentre altri uccelli no?
Per anni, questa domanda ha lasciato scienziati e appassionati senza una risposta chiara. Ora però, finalmente, sono stati fatti passi avanti e oggi la scienza rivela perché solo i pappagalli parlano e altri uccelli no.
Uno studio, appena pubblicato su “Nature” ha rivelato qualcosa di sorprendente.
Secondo gli scienziati, il cervello dei pappagalli si attiva in modo molto simile a quello umano, quando parliamo.
Questo dettaglio, potrebbe finalmente spiegare perché riescono ad imitare la nostra voce a differenza di altri uccelli.
Tra tutte le specie, la più abile in questa straordinaria capacità è il Parrocchetto ondulato, meglio conosciuto come Cocorita.
Il nome scientifico è “Melopsittacus undulatus” che deriva dal greco e significa rispettivamente “canto e pappagallo”, mentre “undulatus” fa riferimento alle tipiche striature nere sulle sue ali.
I Parrocchetti sono stati importati in Europa nel XIX secolo e presto, questi pappagallini dai colori vivaci, sono diventati animali domestici molto amati, per il carattere socievole e la straordinaria capacità di imitare i suoni.
Studi precedenti, hanno dimostrato che sia il Diamante mandarino che il Parrocchetto ondulato, sanno distinguere brevi sequenze di suoni.
Tuttavia, mentre il primo memorizza solo l’ordine dei suoni, il Parrocchetto riesce a riconoscere anche schemi più complessi, come ripetizioni e accenti, persino in sequenze mai sentite prima. Ciò ha reso questi volatili, il soggetto ideale per uno studio sulla loro capacità di parlare.
Il nuovo studio, ha rivelato che quando i Parrocchetti cantano, alcune cellule cerebrali si attivano in modo specifico per ogni tonalità, un po’ come il pianoforte che producono note diverse per ogni tasto.
Questo meccanismo, ricorda molto il modo in cui il cervello umano che coordina il linguaggio, una caratteristica assente, invece, nei Diamanti mandarini.
Secondo i ricercatori, questa organizzazione neuronale potrebbe spiegare perché i pappagalli riescono a parlare, suggerendo un caso di “evoluzione convergente” tra esseri umani e parrocchetti.
In futuro, gli studiosi vogliono approfondire il funzionamento di queste aree cerebrali per capire meglio come il cervello dei pappagalli decide quali “tasti premere” in base agli stimoli ricevuti.
Per capire cosa rende i pappagalli così speciali nel riprodurre la voce umana, i ricercatori hanno condotto un esperimento innovativo.
Hanno impiantato piccoli sensori nel cervello di quattro Parrocchetti ondulati con l’obiettivo di monitorare l’attività di una specifica regione coinvolta nella vocalizzazione.
Questa parte del cervello, chiamata nucleo centrale dell’Arcopallium anteriore (Aac), è strettamente collegata all’organo vocale di questi uccelli.
Potrebbero piacerti anche:
Ragion per cui, ha un ruolo decisivo nel controllo dei suoni che emettono. Per avere un termine di paragone, gli scienziati hanno eseguito lo stesso monitoraggio anche su quattro Diamanti mandarini, uccelli noti per i loro canti melodiosi, ma incapaci di imitare parole.
Confrontando le due specie, hanno cercato di individuare le differenze dei meccanismi cerebrali che permettono ai Parrocchetti di apprendere e riprodurre i suoni con una precisione così straordinaria.
Quanto vive un cavallo? E quanto un pony? Ci sono differenze? Scopriamolo subito. Ci sono…
Dopo una vita insieme deve dirle addio, il loro legame era solito e duraturo, da…
Esiste una galleria d'arte pensata appositamente per gli animali: ecco dove si trova questo luogo…