Cosa rappresenta il tatuaggio di questo uccello dalle linee eleganti? Ecco quali sono le sue radici e la simbologia nelle varie culture.
‘Una rondine non fa primavera’: celebre frase di Aristotele per questo volatile che annuncia la primavera, sebbene non da sola ma solo quando è in stormo. Ma che altre accezioni si nascondono dietro questo uccello dalle ali a punta? Perché ha sempre fatto parte della vita dell’uomo e ha acquisito man mano tanti significati nella storia delle varie culture? Ecco cosa c’è alle radici del simbolo della rondine e perché oggi è ancora uno dei soggetti preferiti da coloro che amano i tatuaggi. Scopriamo insieme quali sono le varie accezioni di questo volatile simbolo della migrazione invernale.
Definita scientificamente ‘rondine della campagna’, questo volatile è uccello migratore che appartiene alla famiglia delle Hirundinidae. Le sue origini sono sparse in tutto il mondo: il suo habitat naturale infatti è un po’ ovunque ovvero in Europa, in Asia, in Africa e nelle Americhe. Se ne abbiamo vista una da vicino avremo notato che non supera i 20 cm di lunghezza e la sua apertura alare raggiunge i 13 cm (più della metà della sua lunghezza totale). La coda, altrettanto caratteristica, è lunga e a due punte; il becco diritto è di un grigio scuro mentre le ali sono curve e finiscono a punta. Altrettanto particolare è il bicolore del suo corpo: la parte superiore è uniformemente nera o blu scura, mentre il lato inferiore è sul grigio chiaro; la gola e la fronte sono rosse ma sono separate dal ventre da una fascia blu. Non si riesce a distinguere il sesso della rondine dall’aspetto esteriore.
Se ne trovano esemplari in tutto il mondo: dall’America del Nord (Canada) alla penisola scandinava, alla Cina per poi migrare verso i paesi più caldi come il Messico, l’Africa e l’India, il Sudafrica e l’Australia. Non si può parlare di ‘specie in via di estinzione’, i suoi 200 milioni di esemplari stanno diminuendo a causa della mancanza di insetti, che costituiscono il pasto principale della loro alimentazione. Le rondini infatti sono uccelli insettivori e gradiscono mosche, zanzare, libellule e altri insetti più o meno grandi. A mettere in crisi la loro crescita è anche la diminuzione degli spazi coltivati, la distruzione dei loro nidi (sebbene la Legge italiana lo vieti), per non parlare della caccia alle rondini che purtroppo ancora oggi prende vita dalle popolazioni locali delle aree calde del mondo, dove appunto si rifugia in inverno. Da settembre dunque la rondine ‘cambia casa’: riesce a percorrere fino a 11 mila km verso i paesi caldi, per poi ritornare ad annunciare la primavera.
E’ sempre stato il soggetto preferito da tatuare per i marinari fin dall’inizio del XX secolo: era simbolo del loro legame indissolubile col mare. La sua forma in volo, con le ali spiegate e la coda a due punte, è simile a una ancora: solo quando si avvista ‘terra’ i marinai potevano calarla in acqua. Quindi la rondine diventa simbolo di speranza, quella di ritrovare la terraferma. Inoltre l’avvistamento delle rondini per la gente di mare annunciava una terra in prossimità: magari dopo mesi di navigazione potevano finalmente ritrovare la costa.
Questo piccolo uccello dalle forme curve e delicate è stata protagonista di tante fiabe scritte da Esopo: prendiamo ad esempio quella della rondine che tenta di convincere, ma invano, un usignolo a costruire il suo nido sotto il tetto di una casa. La Fontaine invece esalta il suo ruolo di grande viaggiatrice e dunque grande esperta del mondo: data la saggezza acquisita attraverso i suoi viaggi la rondine tenta di mettere in guardia gli altri animali dalle insidie dei cacciatori. Ma purtroppo, come nelle favole di Esopo, la rondine spesso non è ascoltata dai suoi compagni che troppo tardi si rendono conto di quanto aveva ragione. La saggezza dell’animale dunque è strettamente legata alla sua capacità di viaggiare e conoscere il mondo con tutte le sue ingiustizie e crudeltà.
Nell’Antica Roma purtroppo il simbolo della rondine si arricchisce di tristezza e malinconia: quando una rondine entrava in una casa rappresentava l’anima di un bambino defunto che tornava a visitare il luogo natio. In senso generale le rondini sono la rappresentazione animale dei Lari, divinità protettrici della case degli uomini. Non a caso infatti questi uccelli preferiscono costruire il proprio nido sotto i tetti delle case (ancora oggi) proprio a rimarcare questa vicinanza con l’essere umano.
Nell’Antica Grecia le divinità erano molto ‘presenti’ nella vita degli uomini devoti: anche la natura e tutto ciò che ne faceva parte erano doni divini. Anche la rondine infatti rientrava nelle concessioni della dea Afrodite ai suoi fedeli seguaci. Essa era simbolo di protezione e speranza, oltre che essere ammirata per la sua grazie ed eleganza, tanto da meritare l’appellativo di “uccello del paradiso” (che verrà ripreso anche nella religione islamica). Infine i greci associavano la rondine alla preghiera ininterrotta e costante, con particolare riferimento al suo volo verso il cielo. Anche nell’Antico Egitto le divinità entravano prepotentemente nella vita degli uomini: la rondine infatti era la rappresentazione animale della dea Iside. Essa aveva scelto questo volatile per piangere sulla tomba del marito Osiride, e annunciarne il ritorno dal regno dell’Oltretomba. Quindi se da un lato essa rappresenta l’anima dei defunti dall’altra sta a significare anche la liberazione e la resurrezione dopo la morte.
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Per comprendere al meglio il significato della rondine per i seguaci del Cristianesimo conviene partire da un affresco, quello della “Madonna della rondine”. Sulle gambe della Vergine viene rappresentato Gesù che stringe nella mano destra una piccola rondine. Da una antica leggenda armena si racconta che le rondini della Galilea, ogni Venerdì Santo, volassero attorno al Santo Sepolcro il giorno della morte e diffondessero poi la notizia della resurrezione di Cristo: dunque il fatto che il Santo bambino la stringa in una mano è un segno di predizione del suo stesso futuro. E’ dunque l’annuncio della Suo trionfo pasquale e, in senso generale, la speranza dei cristiani in una vita oltre la morte terrena. D’altra parte non è un caso che la rondine arrivi con la primavera, ovvero la ‘rinascita’ della natura dopo il freddo dell’inverno.
La tradizione di tatuarla sul proprio corpo proviene probabilmente dagli inglesi, noto popolo di mare e grande esperto di navigazione. Essi infatti erano convinti che tatuare una rondine potesse essere di buon auspicio per un ritorno a casa, alla propria famiglia. Una leggenda inglese inoltre raccontava che gli stessi marinai potevano tatuarsi la prima rondine dopo aver attraversato l’equatore e una ogni 5.000 miglia di navigazione. Essa dunque rappresenta lo spirito libero, di avventura: è l’emblema della libertà perché non potrebbe mai vivere chiuso in gabbia.
L’abitudine di tatuarle in coppia rimanda alla loro generosità: le rondini infatti si aiutano le une con le altre, come si dovrebbe fare tra fratelli o tra gradi amici. Quindi è in senso generale il simbolo dell’amicizia e della fratellanza.
La capacità della rondine di prendersi cura dei suoi piccoli l’ha eletta simbolo dell’amore di una mamma verso i propri figli: il senso del sacrificio e della abnegazione che solo una madre sa dimostrare per proteggere le sue creature. Anche la costruzione del nido e il portare il cibo a casa contribuiscono all’idea di uccello che si prende cura della sua famiglia tanto da procurare loro un tetto sulla testa e del sostentamento.
Di ‘marinara’ memoria è il senso della rondine come infaticabile viaggiatrice dei cieli: il suo volo incessante e instancabile, che talvolta ha avuto anche l’accezione negativa di viaggio senza meta e vano, la rende uno spirito libero nel mondo. Il viaggio è legato alla conoscenza, all’esperienza e dunque all’impulso di scoprire sempre cose nuove senza fermarsi all’apparenza.
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F.C.
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