Durante il cambio di stagione micio perde molto pelo. Ma da un pò di anni non è più un problema: scopriamo come riciclare il pelo del gatto.
Vivere con un gatto, seppur meraviglioso, ci mette dinanzi ad una fastidiosa realtà: la perdita del pelo. Specialmente durante i cambi di stagione ci ritroviamo a combattere con i peli del nostro micio in ogni dove: sul divano e i cuscini, sui nostri vestiti e persino sulla libreria.
Quei sottilissimi peli riescono a raggiungere proprio ogni angolo della casa e a noi non resta altro che pulire e spazzolare periodicamente il nostro gatto, con il tentativo di “catturarne” il più possibile nella spazzola.
Ma nonostante la nostra spasmodica pulizia e la nostra premurosa cura verso il manto di micio, se ne accumulano così tanti che ci si potrebbe fare una sciarpa! Si, proprio così. Una sciarpa, un maglioncino.. da un pò di anni è possibile riciclare il pelo del gatto per farne dei filati.
E non solo. Moltissimi sono gli usi alternativi e simpatici di riciclo del pelo del gatto. Ne scopriremo alcuni insieme, per poter prendere qualche spunto, ma prima facciamo un brevissimo accenno sul pelo del gatto e sulla muta (molto importante per questo progetto di riciclo).
Il pelo del gatto e i giorni della muta
Il pelo del gatto morbido, setoso e lucente è un vanto non solo per micio ma anche per noi.
Dopo un’accurata toelettatura, lunga e profonda, guardarlo così splendente ci rende orgogliosi. Infatti, il pelo del gatto ha bisogno di una minuziosa cura per poter risultare impeccabile.
Inoltre, due volte l’anno (in autunno e in primavera) affronta la muta, e cioè il ricambio naturale del pelo che si adatta alla nuova stagione.
- In inverno il manto del gatto è più morbido e folto, ottimo per combattere il freddo.
- In estate, invece, è molto più fresco, capace di contrastare le temperature caldissime.
Dunque, per micio sono giorni importanti dell’anno, invece per noi possono diventare una tortura, specialmente se il nostro gatto è a pelo lungo.
Ci ritroviamo quantità smisurate di pelo in giro per casa e siamo costretti a pulire sempre, non solo per evitare di esserne invasi ma anche per limitare i disagi al nostro gatto.
Infatti oltre che pulire dobbiamo spazzolare frequentemente micio. Questo ci permetterà di rimuovere il pelo morto per evitare non solo che il nostro gatto lo ingoi ma anche che si accumuli in un angolo della nostra casa, o su poltrone letto e tappeti.
La caduta del pelo del nostro amato felino è davvero difficile da contrastare ma anche da smaltire. Ecco perché qualcuno si è ingegnato per noi ed ha pensato bene di riciclarlo.
Non una soluzione, nemmeno due.. ma tantissime, ed oggi vi spieghiamo le più importanti, simpatiche ed ambientaliste, partendo da quella sicuramente più adatta per questo freddo inverno.
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Riciclare il pelo del gatto e trasformarlo in filato
Si, spazzolando il manto del gatto è possibile riciclare il pelo che vien via.
Le quantità di pelo che il gatto perde ogni giorno sono a dir poco spaventose. Ecco perché “molte intelligenti menti” si sono impegnate nell’ideare vari usi destinati al riciclo del pelo, e forse il più “utile” è trasformarlo in un filato.
L’idea nasce da un’azienda americana, la quale ha ben pensato di raccogliere il pelo dei gatti che cade (specialmente durante la muta) e di trasformarlo in gomitoli di filo, ottimi per lavorare a maglia.
Grazie a questa azienda non solo non sarà più sprecato il pelo del gatto che cade via ma sarà possibile trasformarlo personalmente in sciarpe, maglioncini e moltissimo altro ancora. Noi spediamo il pelo e loro ce lo restituiscono in prezioso gomitolo di lana.
Questa iniziativa ha coinvolto molte altre menti, in giro per il mondo. In Francia, in Italia, sono tanti i piccoli grandi filatori che hanno ben visto l’utilità di riciclare il pelo del gatto, per realizzare le proprie creazioni in filato.
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Naturalmente la principale raccolta avviene presso le toelettatura presenti nelle varie città, ma è anche possibile raccogliere il pelo privatamente in casa e spedirlo a queste piccole aziende, che lo trasformeranno, appunto, in un caldissimo maglioncino, ad esempio.
Ma come deve avvenire la raccolta del pelo? Innanzitutto è importante precisare che è il sottopelo ad essere importante. Ecco perché spazzolare il gatto per rimuovere il sottopelo è indispensabile. Va pulito, cardato e filato: pronto per diventare un’ottima lana.
Altri usi di riciclo del pelo di micio
Oltre a trasformare il sottopelo del gatto che raccogliamo ogni giorno in filato, è possibile riciclarlo per altri usi.
Pronti a scoprirli con noi?
- Facciamo l’imbottitura dei cuscini: raccogliendo il pelo che micio perde ogni giorno e lavandolo con cura, possiamo realizzare un’imbottitura morbidissima per tutti i tipi di cuscini.
- Realizziamo giochi per micio: giocare per il nostro gatto è forse al centro delle sue giornate, ecco che con il suo pelo “caduto”, raccolto e lavato possiamo realizzare dei piccoli giochi adatti a lui.
- Utilizziamolo per scacciare i parassiti: il pelo del gatto è un deterrente per i parassiti che si annidano sulle nostre piante. Ammucchiare ciuffetti di pelo vicino a vasi o in giardino terrà i parassiti alla larga.
- Facciamo il compost per il terreno: se micio non è stato recentemente trattato con antiparassitari, è possibile compostare il pelo che perde quotidianamente. Ricco di azoto è un ottimo nutrimento per il nostro terreno.
- Aiutiamo gli uccelli a creare i propri nidi: se lasciamo dei mucchietti di pelo in un cestino, da adagiare sul balcone o in giardino, gli uccellini li utilizzeranno per fare i propri nidi, soffici e con un efficace isolamento termico.
- Aiutiamo il Mondo: il manto del gatto, così come i nostri capelli, assorbe ogni sostanza grassa. Per questo i peli che cadono periodicamente possono diventare un valido aiuto per il mondo. Come? Possono essere utilizzati, ad esempio, per assorbire il petrolio che si sversa in mare. Anche in questo caso ci sono molte aziende che raccolgono i peli dei nostri amici felini proprio a tale scopo.
Riciclare il pelo che il nostro gatto perde in giro per casa è possibile. Provare per credere.
Rossana Buccella