Con la Animal Welfare (Sentience) Bill il Regno Unito riconosce gli animali come esseri senzienti: è il primo Paese europeo a farlo.
Che gli animali non sono cose è una verità incontestabile. Eppure per la legge non è così. O almeno, per la legge di molti Paesi. Tra essi non rientra più il Regno Unito, che con la Animal Welfare (Sentience) Bill ha riconosciuto agli animali lo status di esseri senzienti. Ma da un punto di vista pratico, cosa comporta l’introduzione di tale norma?
Per la prima volta un Paese europeo riconosce gli animali come esseri senzienti: è il Regno Unito ad aver compiuto tale passo di civiltà, con la Animal Welfare (Sentience) Bill, disegno di legge con il quale il Paese britannico è pronto ad introdurre delle misure di tutela a favore degli animali.
Non è la prima nazione ad aver riconosciuto gli animali come esseri senzienti: la Nuova Zelanda ha anticipato tutti, con l’emendamento Animal Welfare Amendment Bill del 2015. Certo, appare lapalissiano che gli animali non sono cose, ma a quanto pare ragione e legge non sempre vanno a braccetto.
Qual è la situazione negli altri Paesi europei? In Svizzera l’art. 641 del codice civile stabilisce a chiare lettere che gli animali non sono cose; ma altrettanto a chiare lettere stabilisce che ad essi si applicano le norme civilistiche che regolano gli oggetti. In senso similare si sono mosse anche Francia e Germania.
E l’Italia? Ai sensi dell’art. 810 del codice civile gli animali continuano ad essere considerati come cose e disciplinati come tali.
È la legge penale a proteggere di fatto la loro integrità psicofisica (seppur formalmente ad essere tutelato è il sentimento che per essi l’essere umano prova), punendo vari reati, come il maltrattamento o l’abbandono di animali.
Anche l’Unione Europea ha disciplinato la materia, con l’art. 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), firmato a Lisbona nel 2009, con cui gli Stati firmatari (tra cui anche l’Italia), si sono impegnati, nelle materie di competenza, a tenere conto del benessere degli animali, in quanto esseri viventi e senzienti.
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L’Animal Welfare Bill non si ferma soltanto al formale riconoscimento agli animali dello status di esseri senzienti; con esso il Regno Unito introduce delle ulteriori norme di tutela per proteggere tali esseri viventi.
Tra le varie misure segnaliamo il divieto di esportazione di animali vivi destinati alla macellazione, e l’introduzione di nuovi limiti stringenti per il miglioramento delle condizioni degli animali durante il trasporto. Con la normativa viene altresì sancito il divieto di importazione ed esportazione dell’avorio e delle pinne di squalo.
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Si segnala altresì l’introduzione del divieto di detenere primati come animali da compagnia, nonché l’uso di collari elettronici ai fini dell’addestramento.
Le misure si riferiscono ad animali d’allevamento, in particolare i mammiferi, seppur il Regno Unito ha promesso l’introduzione di futuri interventi anche a favore di invertebrati come i crostacei, ancora oggi vittime di uccisioni cruente.
Un ulteriore passo di civiltà verso la strada che conduce al riconoscimento dei diritti degli animali.
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Antonio Scaramozza
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