Reato di maltrattamento di animali: quale legge lo prevede e in cosa consiste

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By Antonio Scaramozza

Curiosita

Il reato di maltrattamento di animali è un fenomeno purtroppo ancora molto diffuso. Scopriamo insieme com’è disciplinato dalla legge.

Reato di maltrattamento di animali (Foto Adobe Stock)
Reato di maltrattamento di animali (Foto Adobe Stock)

Con il passare degli anni la tutela degli animali è un’esigenza sempre più avvertita; non più una questione di nicchia, ma una tematica che è riuscita ad imporsi all’attenzione nazionale. Di pari passo, nel corso degli anni, la legge si è adeguata, assicurando un livello di protezione sempre più alto. Uno dei reati più importanti introdotti dalla legislazione nazionale è quello del Maltrattamento di animali. Vediamo più precisamente di cosa si tratta.

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Le prime norme di tutela degli animali

Boicottare gli zoo
La legge penale tutela dal maltrattamento non solo gli animali di affezione, ma anche quelli da reddito e selvatici (Foto Unsplash)

Come abbiamo detto, la legislazione in materia di tutela degli animali è cresciuta di pari passo all’imporsi della questione, a livello culturale e mediatico, nel nostro Paese. Tra le prime disposizioni di tutela ricordiamo il reato di abbandono di animali. Originariamente si trattava di una contravvenzione, e prevedeva un trattamento sanzionatorio meno duro per il colpevole.

Da ricordare anche la Legge quadro n.281 del 1991, disciplinante la materia degli animali di affezione e della prevenzione del
randagismo, che già promuoveva le prime disposizioni che vietavano il maltrattamento degli animali di affezione.

Il reato di maltrattamento di animali

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Il reato di maltrattamento di animali è punito dall’art. 544 ter c.p. (Foto Pxhere)

Il reato di maltrattamento di animali è previsto dall’art. 544 ter del codice penale, che punisce

chiunque, per crudeltà o senza necessità, procura una lesione ad un animale o lo sottopone a comportamenti, sevizie o lavori incompatibili con le sue caratteristiche eziologiche.

La pena è la reclusione da tre a diciotto mesi, oppure una multa che va da 5.000 a 30.0000. In particolare, il trattamento sanzionatorio economico, nella misura massima risulta molto afflittivo; non lo è ancora invece la pena della reclusione, troppo bassa nel massimo e per la quale spesso viene concessa la sospensione dell’esecuzione.

Risponde del reato di maltrattamento di animali anche chi somministra loro sostanze stupefacenti o li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La morte dell’animale, che sia conseguenza della condotta criminosa, è circostanza aggravante: determina un aumento di pena fino alla metà.

Il reato è procedibile d’ufficio: questo significa che l’Autorità giudiziaria, venuta a conoscenza del fatto di reato, ha l’obbligo di procedere, indipendentemente dall’esistenza di eventuali soggetti terzi lesi dalla condotta criminosa. Una norma di civiltà, a tutela di esseri viventi e senzienti.

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Le altre norme penali a tutela degli animali

Maltrattamento di animali (Foto Pixabay)
Maltrattamento di animali (Foto Pixabay)

Il reato di maltrattamento di animali è stato introdotto dalla Legge n. 189 del 2004, che ha previsto altre figure di reato:

  • Uccisione di animali, previsto e punito dall’art. 544 bis c.p., che punisce chiunque cagioni la morte di un animale (non solo domestico) senza necessità e/o con crudeltà;
  • Spettacoli o manifestazioni vietati, previsto e punito dall’art. 544 ter c.p., che punisce chiunque organizza o promuove spettacoli o manifestazioni che comportino sevizie o strazio per gli animali;
  • Divieto di combattimenti tra animali, previsto e punito dall’art. 544 quinquies c.p., che punisce chiunque promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l’integrità fisica;
  • Abbandono di animali: questa fattispecie penale non è stata introdotta dalla Legge n. 189 del 2004, in quanto già presente nel codice penale. Nel corso degli anni il trattamento sanzionatorio per il colpevole è stato inasprito progressivamente.

Inoltre si ricorda che in caso di condanna per i reati di cui agli articoli 544 ter, 544 quater e 544 quinquies del codice penale, il proprietario giudicato colpevole subisce la confisca dell’animale.

Antonio Scaramozza

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