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Quel bambino povero con il suo cane rapisce l’animo della rete

Nel dibattito attuale la rete è al centro di un confronto sul tema della sua funzionalità tanto che alcuni studiosi e storici della comunicazione hanno addirittura avanzato l’ipotesi di “autistici interconnessi” per spiegare il profondo isolamento in cui il World Wild Web ha fatto sprofondare la popolazione mondiale, limitando le relazioni sociali all’aperto e dirette. Di sicuro, l’intimità dello scambio diretto, quello che si basa anche sugli sguardi e i gesti e sensazioni viene a mancare nelle chat e l’interrogativo sul quale gli studiosi si stanno indirizzando è come creare un’informazione con la quale le persone siano invitate ad un discorso più profondo e non a restare nella superficialità di una notizia sensazionale, riassunta in 150 caratteri. L’impatto sembra essere ormai l’ambito nel quale si muove la comunicazione e poco importa la storia, l’importanza di una tale notizia o immagine e le sue ripercussioni. Da un punto di vista etico si tratta di una questione fondamentale: ovvero il “qui e ora” della rete sembra ridurre la vita di ciascuno di noi in frazioni di secondi, in sbalzi emotivi. Un fenomeno che si ripercuote nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni “take away” e che di certo non contribuisce a creare un individuo sano e responsabile se guidato dall’impermanenza e preda dell’emotività.

In realtà, basta una semplice immagine per invitare una persona ad un riflessione profonda. Basta una semplice idea creativa per far scaturire sensazioni che devono poi essere accompagnate da un discorso più complesso che amplia e costruisce qualcosa. Un discorso che potrebbe poggiare sul tema dei sentimenti umani, del ruolo di ogni individuo in un sistema sociale che non gli appartiene e con il quale deve fare i conti ogni giorno. Una società dalla quale ormai la popolazione è distaccata e che continua a dare un’immagine “fittizia” di come le persone dovrebbero essere.

“In realtà ve lo dico, voi mi tradirete”, sono le parole di Gesù ai suoi discepoli. Un tradimento, come sottolinea un noto studioso, Mauro Scardovelli, che viene dallo stesso Santo Padre. Anche Gesù venne lasciato soffrire sulla Croce. Ma questo non significa una punizione quanto invece qualcosa di ancor più elevato, ovvero che ogni persona appartiene a Dio e porta in sé quell’essere divino. Il tradimento, sottolinea lo stesso Scardovelli, fa parte dell’individuo sociale. Ma l’anima -per chi ci crede o sente di non essere solo un corpo biologico- è qualcosa che va oltre e unisce le persone di ogni razza, ogni cultura e le specie viventi.

Quel senso di “compassione” e “amore” che fanno parte degli insegnamenti millenari di ogni cultura indistintamente, oggi giorno faticano a farsi spazio in una società dispari, dualistica e competitiva. L’ignoranza che permane e tiene in scacco le persone è solo uno degli ostacoli verso una reale convivenza, fatta di umiltà e scambio. La stessa che dovremmo mettere in atto con gli animali e di cui ogni singola persona deve essere portatrice.

Ecco perché da oltre due mesi sta ancora spopolando in rete un’immagine davvero commuovente: quella di un bambino che sul bordo della strada di una favelas in Brasile, dorme con un cucciolo sul suo petto. L’immagine è stata condivisa nel mese di gennaio 2017 da una personalità nota, Gen Pilar che ha commentato il suo scatto, scrivendo: “Ad un cane non importa se sei ricco o povero. L’unica cosa che sa è che ti ama”.

Un’immagine topic, altamente significativa della relazione che si crea con una creatura indifesa che fa nascere nelle persone sentimenti contrastanti anche nelle fasce più povere. Ovvero non c’è bisogno di essere ricchi o di aver studiato per lasciare spazio all’empatia, quella facoltà che ci porta verso l’altro. Si tratta di una facoltà innata grazie alla quale l’uomo attraverso la collaborazione nella comunità è sopravvissuto. Senza quella facoltà l’umanità non esisterebbe. Gli animali, la loro sofferenza, il loro essere “a nudo” e sempre se stessi di fronte alle maschere dell’uomo, come ricordato da un grande filosofo del XX secolo Jacques Derrida, ci mostrano la “nostra stessa nudità”. Quella fragilità che appartiene ad ogni essere vivente. I sentimenti sono l’unica cosa che non possono essere corrotti. Gli stessi animali sono sempre loro stessi e non conoscono il tradimento tipico di un sistema che si fonda sul potere economico e dell’immagine. Anche un grande attore, Alain Delon, in un’intervista, affermò che “i miei cani se ne fregano del fatto che io sia Delon. Mi amano e basta. Non sanno chi sono e quello che faccio. E’ un amore totale, completo, senza logica, l’amore puro e vero.

Questa immagine, di questo bambino che può appartenere a qualsiasi nazione, ribadisce proprio questo concetto e soprattutto quello per cui la felicità non risiede di certo in un paio di occhiali, ma in quel delicato scambio, quasi impercettibile che si crea tra ogni specie vivente. La semplicità di un gesto, come quello di un bambino povero che si privò del suo maglione per coprire un anziano randagio durante il gelido inverno nel dicembre 2016,  in Turchia, resta una delle cose più belle alle quali si può assistere. Basta solo aprire il proprio cuore e questo ce lo insegnano proprio loro: i nostri fedeli compagni a 4zampe. Non a caso, nuove ricerche hanno proprio ribadito l’importanza della presenza di un cane nella vita di un bambino per uno sviluppo sano delle sue capacità emotive ed empatiche.

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