Esiste un numero massimo di animali che si possono tenere in casa o in appartamento? Scopriamo insieme che cosa dice la legge.
Sempre per più persone gli animali sono dei veri e propri compagni di vita: elevati a componenti della famiglia, vivono in casa o nell’appartamento. Quando però gli animali sono più di uno, possono venire a crearsi dei problemi con i vicini di casa, a causa di rumori od odori eccessivi. Quanti animali si possono tenere in casa? Esiste un numero massimo fissato dalla legge? Scopriamolo insieme.
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Nel nostro ordinamento giuridico la materia degli animali domestici è regolata dalla Legge quadro n. 281/1991, rubricata come Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo. La normativa non fornisce una vera e propria definizione di animale domestico.
Essa afferma alcuni principi fondamentali, quali il divieto di maltrattamento e di abbandono degli animali (che trovano rispettivo riconoscimento nelle fattispecie penali di cui agli artt. 727 e 544 ter del codice penale), e stabilisce alcuni obblighi a carico del proprietario del cane.
Per quanto riguarda gli altri animali, non è rinvenibile una puntuale disciplina: lo stesso gatto, l’animale domestico per eccellenza insieme al cane, viene definito quale animale in libertà, ma non sono previsti particolari obblighi per il proprietario (ad oggi non è ancora obbligatorio il microchip), se non i già citati divieto di maltrattamento e di abbandono.
Con i vicini, si sa, i rapporti non sono sempre idilliaci. Molto spesso però la causa delle diatribe sono proprio i nostri amici animali. E le situazioni più problematiche ovviamente si verificano all’interno di un condominio.
Spesso e volentieri al centro della lite tra vicini in un condominio è un cane che abbia troppo, o l’odore insopportabile dato dalle deiezioni. Come ben sappiamo però, non è possibile vietare di tenere un animale domestico in un condominio. L’art. 1138 c.c. statuisce che le norme del regolamento condominiale non possono vietare di detenere animali domestici.
Attenzione tuttavia: la giurisprudenza dominante continua a considerare valido il divieto di detenere animali domestici nel condominio, se la relativa clausola del regolamento condominiale abbia natura contrattuale e sia stata approvata all’unanimità; clausola valida anche nei confronti di eventuali successivi acquirenti degli appartamenti.
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Non esiste una normativa che impone un numero massimo di animali da tenere in casa; questo tuttavia non si traduce automaticamente in un diritto illimitato a detenere quanti animali si voglia. Partiamo, prima di tutto, dalla tutela dei diritti dei vicini di casa.
La normativa di riferimento è l’art. 844 c.c. La disposizione stabilisce che non si possono impedire, tra le altre cose, i rumori e le immissioni che non superino la soglia della normale tollerabilità. Dall’articolo ricaviamo, in negativo, un generale obbligo di non turbare i vicini di casa con odori e rumori non tollerabili.
Un alto numero di animali detenuti in casa, verosimilmente, potrebbero dar luogo alla violazione della normativa; pur non potendo stabilire, in assenza di una specifica disposizione di legge, il numero massimo di animali che si possono tenere in casa, esso deve essere tale da non violare l’art. 844 c.c.
Non si dimentichino le norme in materia di tutela dei diritti degli animali. Il proprietario dell’animale deve provvedere alla cura e tutela del suo benessere psicofisico: indubbiamente la predisposizione di un ambiente idoneo per la vita di tutti i giorni rientra tra gli adempimenti a suo carico.
La convivenza, anche solo fra due animali, sia della stessa che di specie differenti, può essere molto problematica; figurarsi quella instaurata tra un gran numero di animali detenuti sotto lo stesso tetto. L’animale può subire forti disagi, anche di carattere psicologico.
Per lo stesso proprietario diviene più difficile, se non impossibile, provvedere alla cura dei bisogni di tutti gli animali: e da un punto di vista economico (si pensi alle spese da sostenere per l’acquisto giornaliero di cibo, o per far fronte a cure mediche) e da un punto di vista materiale (si pensi alla pulizia di tutti gli ambienti).
Si rammenta, a tal proposito, che la Cassazione ha stabilito che detenere animali in casa, in condizione di sovraffollamento, può costituire reato di maltrattamento, confermando la condanna di una donna che deteneva nel suo appartamento ben 33 gatti. Animali evidentemente tenuti in condizioni incompatibili con le loro natura.
Antonio Scaramozza
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