È importante allenare non solo il corpo ma anche la mente del nostro cane. Che cos’è il problem solving e quali benefici apporta a Fido?
Che il cane sia un amico fedele è risaputo. Che sia intelligente anche, ma spesso si preferisce esaltare altre sue caratteristiche, allenando solo il corpo. Anche il cervello è un organo ed ha bisogno, allo stesso modo, di mantenersi in forma. Sono tanti i benefici del problem solving per il nostro cane, non in ultimo un rapporto di maggior intesa col suo padrone. Dovremmo conoscerli, per poter garantire a Fido una vita più ricca.
Prima di poter rispondere a questa domanda è bene fare mente locale sulla grande capacità di apprendimento di cui è dotato il cane.
A volte notiamo che il nostro Fido ripete quello che facciamo noi: in gergo tecnico questo sarebbe un apprendimento da imitazione. Accade perché il cane è capace di osservare, capire il movimento, capire come noi lo svolgiamo e ripeterlo interamente.
Accade anche che il cane arrivi a svolgere il nostro stesso movimento ma attraverso una strada diversa: è un apprendimento da emulazione che mira a raggiungere il risultato a cui l’animale assiste ma mettendoci del suo.
Ciò a cui siamo abituati di solito col nostro cane è una situazione in cui diamo un ordine e, se venisse svolto, allora daremmo un premio; oppure situazioni in cui il cane combina magari una marachella ed allora scatta la punizione.
Ma ci siamo mai chiesti su cosa fa forza la punizione? Perché il cane non ripeta più la marachella deve necessariamente attivarsi un meccanismo cerebrale: deve portarlo dapprima a sapere che ogni volta che ripeterà l’errore percepirà un’avversione del suo padrone, sempre la stessa verso lo stesso errore.
In questo caso la risposta del cane corrisponde ad un apprendimento condizionato, che sfrutta il potere del rinforzo-punizione basandosi su alcuni stimoli che motivino il cane a memorizzare il comportamento giusto per quella situazione.
I cani possono arrivare ad imitare automaticamente i movimenti che vengono loro mostrati e riprodotti, sia perché ad ogni imitazione ricevono il premietto sia perché hanno imparato a non reagire d’istinto ma ragionando.
Quando l’abilità di apprendere del cane viene sfruttata attraverso un corretto addestramento ecco che nasce il problem solving: sono tecniche in grado di agire per stimolare le capacità cognitive del cane.
Attraverso l’uso di giochi e del cibo viene stimolata la capacità di ragionare di cui il cane è dotato, senza limiti di razza o di età.
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Se pensiamo che il nostro cane perché stia bene ha solo bisogno di fare tanto esercizio fisico beh, ci sbagliamo. Allenare la mente è altrettanto importante quanto allenare il corpo.
Tanti possono essere i benefici per Fido perché, in fondo, si esaltano capacità che già possiede:
Il problem solving non garantisce solo al cane di allenare la sua mente, reagendo non più per impulsi istintivi, ma fa in modo che s’instauri un rapporto cane-padrone speciale.
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Ogni cane, che sia cucciolo o anziano ed anche quando dovesse avere problemi fisici, trarrebbe solo vantaggio allenando il suo cervello pensante.
Il trucco sta nel conoscere bene il cane, verso che ambito è più portato ad essere motivato, e lì andare ad esaltare le sue peculiarità. Mai forzarlo, mai punire il cane se non riesce a risolvere il gioco, mai creare uno stato di ansia e mancata fiducia nei suoi confronti.
Di fondamentale importanza è non accanirsi nei confronti del nostro cane che non riesce al primo colpo a trovare la soluzione al quesito: come tutti noi ha i suoi tempi ed è opportuno che tutto accada per gioco, senza pressione alcuna.
È inutile che confondiamo Fido circondandolo di giochi da eseguire: bisogna che analizzi le cose una alla volta e si concentri a superare gli ostacoli gradatamente. Solo così può modificare il suo approccio a situazioni in cui è chiamato a reagire ragionando.
Ovviamente chi di suo è una persona impaziente non potrà intraprendere col proprio cane un percorso del genere: il cane avverte se il suo padrone non è calmo e rilassato e di conseguenza non riuscirà mai a concentrarsi ed avremmo un cane stressato.
Qualora pensassimo di costruire dei giochi per la mente del cane da soli, attenzione al materiale usato: Fido potrebbe farsi male ed associare questo evento spiacevole al gioco tanto da non volerlo più fare. Otterremo l’effetto contrario.
È opportuno essere in grado di capire se, durante il percorso ad ostacoli per la mente, Fido entra in agitazione o si stressi oltremodo: è il segnale che ha bisogno di staccare un po’ e che forse è meglio cambiare gioco e distrarlo.
Non è un’attività che si può fare in gruppo ma esclusivamente un percorso singolo cane-padrone. Non è importante che sia proprio il nostro cane ad essere il migliore nel gruppo, la bellezza del problem solving sta nei benefici che regala al cane e, di conseguenza, a noi.
Michela
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