Prevenzione e lotta al randagismo: quali sono i compiti delle Regioni

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By Antonio Scaramozza

Curiosita

In materia di animali d’affezione, il Legislatore ha attribuito alle Regioni diversi compiti, tra cui alcuni inerenti alla prevenzione del randagismo.

Prevenzione e lotta al randagismo
(Foto Adobe Stock)

Quando si parla di animali sono molte le fonti del diritto da considerare. D’altronde il Legislatore ha attribuito alle Regioni diverse competenze in materia, tra cui vari adempimenti connessi alla prevenzione e lotta al randagismo, una piaga sociale ancora lungi dall’essere debellata. Ecco cosa occorre sapere sull’argomento.

La Legge quadro n. 281 del 1991

Non è affatto semplice districarsi tra le innumerevoli fonti del diritto in materia di animali. Non vanno considerate, infatti, soltanto le normative nazionali e sovranazionali, ma anche le diverse leggi regionali e i vari regolamenti comunali.

Cane randagio (Foto Pixabay)
(Foto Pixabay)

In materia di animali d’affezione, a livello nazionale, la normativa di riferimento è la Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo (L. n. 281 del 1991).

Con essa il Legislatore si è limitato a stabilire i principi fondamentali della materia, lasciando alle Regioni il compito di concretizzarli, con cogenza nel rispettivo territorio di competenza, servendosi della propria potestà legislativa.

Ai suddetti enti territoriali, come noto ai più, è stato attribuito, tra i vari compiti, quello di istituire e regolare le modalità di funzionamento del registro dell’Anagrafe canina territoriale.

D’altronde è obbligatorio inoculare il microchip al cane; operazione che avviene contestualmente alla registrazione dell’animale.

Per quanto ogni Regione abbia una normativa ad hoc, termini e modalità di iscrizione del cane nel registro dell’anagrafe territorialmente competente sono molto simili.

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Prevenzione e lotta al randagismo

I compiti delle Regioni non si esauriscono alla gestione del suddetto registro.

cane adottato dorme piedi
(Screenshot Video)

Il Legislatore, infatti, ha attribuito agli enti territoriali delle competenze in materia di prevenzione e lotta al randagismo; ben inteso che anche il registro dell’anagrafe canina, tutto sommato, rientra tra gli strumenti che possono essere considerati, in senso lato, di ausilio allo scopo.

D’altronde il microchip, dispositivo elettronico inoculato sulla pelle dell’animale e contrassegnato da un codice univoco di 15 cifre, non solo costituisce un valido alleato per ritrovare il cane smarrito, ma è anche un forte deterrente alla commissione del reato di abbandono di animali.

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In ogni caso le Regioni sono tenute ad adottare un programma di prevenzione del randagismo. In particolare il suddetto programma deve contenere:

  • iniziative di informazione sull’argomento destinato alla popolazione scolastica, in un’ottica di formazione delle future generazioni
  • corsi di formazione e aggiornamento per il personale delle Regioni, degli enti locali e delle unità sanitarie locali

Il programma di prevenzione al randagismo viene adottato dalle Regioni, sentite le associazioni animaliste, protezioniste e venatorie.

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Antonio Scaramozza

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