Diffuso in tutte le regioni di Italia, il biacco può essere avvistato con frequenza anche nel giardino di casa, ma può essere pericoloso? Ecco tutte le informazioni su questa specie di serpente.
Diffusi nei giardini di tutta Italia, questi animali sono in grado di spaventare la maggior parte delle persone che li vede. Stiamo parlando di alcune specie di serpenti comuni in moltissime regioni italiane. Nonostante la paura che alcune persone possono provare, questo serpente non è per nulla pericoloso: si tratta infatti del biacco, rettile non velenoso appartenente alla famiglia dei colubridi. Ecco qualche informazione su questo animale e su come è possibile allontanarlo senza fargli del male.
Il biacco (nome scientifico di Hierophis viridiflavus secondo la classificazione del zoologo Lacépède del 1789) è un serpente non velenoso appartenente alla famiglia dei Colubridi. Secondo quanto riportato dalla IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), il suo areale di diffusione si estende in Europa meridionale, dalla Spagna alla Croazia all’Italia, alla Svizzera, alla Germania Meridionale, all’Austria e alla Slovenia. Il biacco predilige ambienti ricchi di luce e particolarmente secchi e si trova di frequente nelle campagne e nei giardini.
Nel mondo esistono migliaia di specie di animali velenose per gli esseri umani o per gli altri animali. In ogni Paese è presente un numero più o meno maggiore di esemplari velenosi, sia autoctoni che allogeni. Uno dei Paesi in cui il numero di specie potenzialmente pericolose per il loro veleno vanta il numero più ridotto è proprio l’Italia. Nella penisola italiana sono infatti davvero pochi gli animali il cui morso o la cui puntura possono essere velenosi per gli esseri umani. La lista degli esemplari potenzialmente pericolosi in Italia comprende solo alcune specie di pesci, di insetti e di rettili.
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Nelle città italiane i serpenti velenosi come le vipere sono estremamente rari, mentre sono più frequenti in zone boschive o nei pressi di parchi. Esistono numerose differenze tra le specie di serpenti, tra quelle velenose come le vipere e quelle innocue come le bisce o il biacco. Entrambe sono specie molto diffuse in Italia, non solo nelle zone boschive o in campagna ma anche in città. Gli esemplari presenti nei centri abitati sono del tutto innocui sia per le persone che per gli animali.
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Sul profilo Instagram dell’Ente nazionale per la protezione degli animali, noto con l’acronimo di Enpa (all’account social @enpa_ milano), è stato condiviso un post per spiegare le differenze tra le specie di serpenti, tra quelle velenose come le vipere e quelle innocue come le bisce o il biacco. Le tre specie si differenziano per diversi aspetti, in particolare per gli occhi e per le dimensioni.
Mentre il biacco ha una lunghezza compresa tra un metro fino a quasi due metri, la vipera è lunga non più di ottanta centimetri. Il biacco attacca solo per difesa, ma nella maggior parte dei casi si allontana quando si trova a contattato con l’essere umano; può avere una colorazione nera e gialla ma anche nera, grigia e marrone. La biscia d’acqua (nome comune per indicare la natrice) si muove in prossimità dei corsi d’acqua e può raggiungere una lunghezza di oltre due metri; di colore grigio verde o nero con una sorta di collare disegnato sulla nuca, la biscia ha una pupilla di forma tonda molto differente dalla sottile pupilla delle vipere. Anche le bisce, come il biacco, hanno un atteggiamento poco offensivo.
Il biacco è quindi una specie innocua abbastanza riconoscibile per i suoi colori. Il bruno/nero o verde/nero del dorso è punteggiato da piccole macchie gialle, che possono diventare trasversali o longitudinali, mentre il ventre può essere bianco-giallastro o grigiastro. La testa, a differenza dei serpenti velenosi, è di forma arrotondata leggermente angolata. Il biacco è conosciuto, in alcune regioni di Italia, con il nome dialettale di biscia nera; in Calabria viene chiamato scurzuni e in Campania agnone. Viene chiamato carbonaz in Trentino, carbonasso in Veneto e frustone in Emilia Romagna.
Gli esemplari maschi hanno una lunghezza che può arrivare al metro e mezzo, mentre le femmine non superano i 120 centimetri. Il biacco è uno dei serpenti più diffusi in Italia. Per nulla pericoloso per gli esseri umani, il biacco è spesso vittima dell’antropizzazione: la distruzione del suo habitat e la costruzione di strade stanno mettendo in pericolo questa specie. Purtroppo, sono moltissimi infatti gli esemplari che muoiono investiti dalle automobili. La sua vita media è di circa dodici anni. (di Elisabetta Guglielmi)
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