Portare con sé il gatto all’estero comporta il rispetto di diversi obblighi imposti dalla legge: scopriamo insieme di quali si tratta.
Paese che, usanza che trovi. Il famoso adagio può essere applicato tranquillamente alle norme di legge. Quando decidiamo di portare all’estero il nostro gatto, è bene informarsi su tutti gli obblighi che la legislazione del Paese di destinazione ci impone. Scopriamo in questo articolo quali sono le cose principali da conoscere in materia.
Le norme da rispettare all’interno dell’UE
Possiamo distinguere i viaggi all’estero con i propri animali d’affezione in due grandi categorie: quelli verso un Paese dell’UE e quelli verso un Paese non facente dell’Unione. L’Italia, come noto, è uno dei 27 Stati membri dell’organizzazione internazionale.
Il Legislatore europeo ha dettato una serie di norme che regolano il trasporto transnazionale, da uno Stato all’altro dell’Unione, degli animali d’affezione: se avete intenzione di portare il vostro gatto all’estero in uno degli Stati membri sono tali norme che dovrete seguire.
Ecco quali sono i requisiti:
- Microchip: il nostro ordinamento giuridico non prevede l’obbligo di microchip per il gatto (le uniche due eccezioni, ad oggi, sono costituite dalla Lombardia e dalla Puglia), salvo il caso in cui abbiate deciso di recarvi all’estero;
- Passaporto europeo: il microchip non basta. Al dispositivo elettronico va aggiunto il passaporto europeo per il gatto; nel documento sono riportare una serie di informazioni concernenti l’identificazione (foto compresa) e la storia sanitaria dell’animale. Per ciò che concerne quest’ultimo aspetto, in particolare, vanno certificati sia l’antirabbica (sempre obbligatoria) nonché eventuali trattamenti contro l’echinococco multilocularis (necessari per recarsi in Irlanda, Irlanda del Nord, Finlandia, Norvegia e Malta).
Una volta ottenuto il rilascio del passaporto europeo sarà possibile dismettere il libretto sanitario del gatto.
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Portare il gatto all’estero: i viaggi verso Paesi extra UE
Decisamente più intricato il quadro normativo da conoscere per chi sia in procinto di portare il gatto all’estero, in uno Stato extra UE. La ragione è molto semplice: in mancanza di una disciplina comune, sarà necessario informarsi sulla Legislazione in vigore nel Paese di destinazione.
È buona norma prendere contatti con il Consolato del Paese di destinazione con congruo anticipo, al fine di avere il tempo materiale di adeguarsi agli obblighi di legge.
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Anche in questo caso è possibile riscontrare qualche eccezione: ai viaggi verso alcuni Paesi europei non facenti parte dell’Unione, si applica la medesima disciplina dettata dal Legislatore europeo. Dunque, ricapitolando:
- Microchip
- Passaporto europeo
- Vaccinazione antirabbica
Di quali Paesi si tratta? San Marino, Andorra, Monaco, Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Svizzera.
Occorre ricordare, tuttavia, che le norme possono cambiare in fretta: per essere certi degli obblighi imposti dal Paese estero in cui abbiamo deciso di viaggiare insieme al nostro amico a quattro zampe è sempre consigliato rivolgersi al Consolato in esso avente sede.
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Antonio Scaramozza