Invidia, morte e malefici: allora perché in molti lo considerano come un amuleto portafortuna e lo scelgono come tatuaggio? -FOTO
Un volatile che non gode di ottima fama fin dal Medioevo, il pipistrello è il simbolo del lato oscuro della notte e dorme a testa in giù. Per molti bestiari era la personificazione del male, di Satana; altri invece si ‘limitavano’ a considerarlo portatore di morte imminente. Ma cosa altro rappresenta il tatuaggio di un pipistrello? Ci sono delle simbologie positive attorno a questo uccello? Scopriamole insieme!
Si tratta di un mammifero appartenente all’ordine dei chirotteri: il numero di esemplari presenti in natura è secondo solo ai roditori. La sua morfologia è caratterizzata da un paio di ali che riescono ad avvolgerlo interamente, creando una sorta di bozzo: infatti si tratta di un arto sproporzionato in lunghezza. Le dita del pipistrello sono unite tra loro dal patagio, ovvero una membrana cutanea che negli arti inferiori è detta uropatagio, e si concludono con artigli. Non tutte le ali sono uguali ma la loro dimensione varia a seconda della specie, che adatta le proprie caratteristiche all’ambiente in cui deve sopravvivere.
Tutto il corpo è generalmente ricoperto da una pelliccia che copre anche la testa: essa pure cambia a seconda delle abitudini alimentari del pipistrello (corta e larga oppure stretta ed allungata). L’udito è strabiliante, poiché capace di raccogliere le onde sonore riflesse degli animali nelle vicinanze e localizzarli. Gli occhi, grandi o piccoli a seconda della specie, garantiscono al pipistrello una visione a colori. La differenza con gli uccelli sta nel sistema muscolare più complesso dei pipistrelli e osseo con 7 vertebre cervicali, 11 toraciche, 4 lombari e u numero variabile di caudali.
I pipistrelli amano trovare i loro rifugi dentro la spaccatura delle rocce, nelle grotte, dove vi è una fitta vegetazione e all’interno delle cavità degli alberi. Talvolta cambiano il luogo a seconda della stagione: in inverno magari preferiscono le caverne e i sotterranei, mentre quando fa più caldo amano gli alberi e le foreste. Vivono in gruppo, in colonie, sebbene molte specie amano stare da sole: la vicinanza serve anche a garantire più calore corporeo. Quando riposano stanno a testa i giù, come appesi agli alberi, quasi ciondolanti. Stare in questa posizione facilita anche il volo poiché essi si lanciano, aprono le ali e prendono velocità. Ma non tutti i pipistrelli stanno a testa in giù, e si mantengono in piedi aggrappandosi con gli artigli agli alberi. Come il gatto si lecca il manto peloso, anche il pipistrello ama tenere pulito e ordinato il suo pelo con la lingua oppure con le dita dei piedi. Comunicano tra loro emettendo richiami ad alte frequenze sia per segnalare la presenza di una preda, sia per mostrarsi aggressivi tra loro sia anche semplicemente per esprimere una emozione. Anche segnali di accoppiamento hanno lo stesso suono.
Alcune specie preferiscono le zone più calde o dove è più facile procurarsi del cibo: la loro alimentazione è piuttosto varia ma prettamente carnivora, ematofaga e piscivora. Gran parte delle prede la trovano vicino a fiumi, laghi e stagni.
Questo inquietante volatile è presente nei bestiari medievali fin dal XII secolo: le sue strane abitudini e la netta preferenza verso la notte lo hanno da sempre reso inviso all’uomo. Si trova a suo agio nelle tenebre e vede perfettamente ciò che lo circonda anche nel buio pesto: già solo queste caratteristiche basterebbero per riconoscere in lui la figura di Satana. Inoltre la sua abitudine di dormire a testa in giù e di spiccare il volo per attaccare la vittima gli hanno fatto guadagnare una cattiva fama. Figuriamoci come le popolazioni dell’epoca, impregnate di cattolicesimo, potessero considerare questo uccello nero che viveva di notte, col suo verso stridulo e un’apertura alare che lo avvolgeva totalmente!
Anche le popolazioni Maya non avevano di lui una piacevole considerazione: il pipistrello incarnava la morte. Già nel II A.C. si hanno notizie di un semidio, metà uomo e per l’altra metà pipistrello: questa creatura semi-divina veniva idolatrata dalle popolazioni degli odierni Honduras e Guatemala. Questo essere a metà tra cielo e terra veniva chiamato ‘Camazotz’: il significato era quello di pipistrello-morte. Si pensi che questi volatili sono citati anche nel Popol Vuh, il libro sacro dei Maya. L’identificazione di Camazotz con la morte non si basava solo sulla sua appartenenza al mondo notturno, ma anche dal suo ruolo di responsabile delle decapitazioni. In ogni caso esso incarnava le forze sotterranee, era il distruttore della vita, il maestro del fuoco e il divoratore della luce.
Dal Messico pre ispanico, la figura del pipistrello influenzò la cultura azteca ma accompagnato da altri animali, non meno inquietanti del volatile sopra citato. Ragni, lo scorpione e il gufo accanto ai pipistrelli: tutti emblemi di morte e energie malefiche, come nelle credenze messicane. I pipistrelli che si trovavano in natura nell’America Centrale hanno contribuito a diffondere il mito di Camazotz attraverso i territori e le loro culture fino ai giorni nostri: non a caso la figura di Batman, l’uomo-pipistrello di Gotham City si ispira proprio a questo volatile. I creatori di Batman, Kane e Finger, nel 1939 potrebbero essersi ispirati proprio alla figura di Camazotz, restituendoci un supereroe e dunque ‘ripulendo’ la sua figura dalle sole connotazioni negative che aveva avuto fino a quel momento.
Le popolazioni americane natie avevano in grande considerazione questo volatile: a questo infatti richiedevano il potere dell’intuizione e la capacità di guardare oltre. La sua perspicacia notturna lo aveva reso una divinità agli occhi dei nativi che speravano nella sua apparizione durante la fase del sogno. Gli stessi sciamani ne invocavano lo spirito per riti di iniziazione: il pipistrello doveva aiutare la guida spirituale ad andare oltre la barriera della conoscenza, ad andare oltre l’illusione per accedere al sapere vero. Solo in questo modo la guida poteva essere riconosciuta come tale da tutta la tribù, proprio grazie a questo speciale rapporto con questo animale notturno. Si tratta di una operazione di auto-miglioramento che coinvolge l’essere umano totalmente e lo costringe a guardarsi dentro, scoprendo lati della psiche che neppure immaginava. Per accedere alla ‘conoscenza assoluta’ però bisognava non solo entrare in contatto col pipistrello ma anche uccidere il proprio ego, toccare i propri demoni interiori e amare il nemico.
Per le popolazioni germaniche il pipistrello rappresenta l’incarnazione di un vizio, l’invidia: il suo volare nella notte ricorda l’uomo invidioso che trama all’ombra. Infatti se immaginiamo un traditore che medita vendetta di certo non lo pensiamo alla luce del sole, ma magari come un uomo che si trova a suo agio nel buio della notte e quindi della sua anima. Come chi è nel torto e vive nella menzogna infine non sopporta la luce del sole, della verità: d’altra parte all’alba è difficile avvistare uno di questi volatili. La sua stessa fisionomia lo condanna ad una ambiguità sessuale: nella tradizione alchemica infatti rappresenta l’androgino, mentre nell’iconografia rinascimentale rappresenta la donna feconda, grazie alle sue mammelle. Come la femmina umana infatti ha il dito pollice opponibile, un flusso mestruale periodico ma anche un pene pendente come quello maschile.
Finalmente presso le tribù africane arriva anche qualche connotazione positiva del volatile: se continua ad incarnare il ‘contrario della luce’, dall’altro lato esso è anche il simbolo della perspicacia. Il suo guardare nel buio è una marcia in più rispetto a chi si perde in un mondo dove manca la luce. Ma ecco che ritorna l’accezione negativa: il suo stare a testa in giù lo rende così stravagante dal voler guardare a tutti i costi il mondo da una prospettiva differente. Anche le sue grandi orecchie hanno un doppio significato: da una parte sono in grado di ascoltare tutto, dall’altra sono orribili deformazioni.
Lontane dalle negative considerazioni delle altre culture, quelle dell’estremo Oriente riportano la figura del pipistrello come simbolo di fortuna: ciò perché il suo ideogramma, fou, è omofono a quello della fortuna e della felicità. A questi due significati si aggiunge quello di longevità: quindi esattamente agli antipodi del portatore di morte delle culture sud americane. La rappresentazione di cinque pipistrelli, identificano le cinque fortune della vita: ricchezza, longevità, tranquillità, virtù e morte serena. Inoltre queste accezioni positive si tingono di sessualità quando si pensa che il cervello dell’animale così pesante, li costringe a stare a testa in giù. Insieme a questo significato erotico-afrodisiaco ritroviamo anche il pipistrello come simbolo di droga, che secondo Plinio, era contenuto nel sangue stesso dell’animale.
La differenza con gli altri pipistrelli è che il vampiro si nutre del sangue dei vivi, compresi gli altri animali. Questa credenza trova le sue radici in Russia, per poi arrivare in Polonia, in Europa centrale, in Grecia e in Arabia. Secondo queste leggende chi viene morso da un vampiro diventa a sua volta uno di loro e l’unico modo per ucciderlo era un palo di legno conficcato nel cuore (basti pensare al vampiro Dracula di Bram Stocker). Non è detto che l’autore si sia ispirato solo all’animale pipistrello, ma forse direttamente a un uomo che aveva le stesse abitudini ‘alimentari’ di questi volatili, Vlad Drakul.
Le leggende attorno alle sue abitudini hanno contribuito a fantasticare anche attorno alla sua fisionomia di volatile: spesso intero o sue parti erano utilizzate come amuleti da utilizzare per incantesimi e riti magici. I suoi fluidi corporei o alcune parti e membra del pipistrello sono state usate per creare pozioni spesso a scopo curativo contro le malattie della pelle e intestinali.
Non è tra i simboli più rappresentati, forse proprio a causa della cattiva fama che ha guadagnato nelle credenze e nelle tradizioni popolari fin dal Medioevo. Il suo significato si associa all’oscurità, alla morte, ma anche alla lunga vita e alla felicità. Nonostante le sue accezioni positive però questo animale continua ad incarnare le forze notturne e la morte. Anche nella versione del vampiro che succhia il sangue umano non si connota di positività, sebbene voglia esprimere un carattere forte, deciso che non ama i mezzi tentativi ma che si butta a capofitto nelle situazioni. Proprio a voler contrastare le figure degli angeli che spesso si tatuano sul corpo, si scelgono le ali di pipistrello. Ma per fortuna non è sempre visto come un mostro: è anche simbolo di rinascita, del bisogno di morire per poi ritornare a vita nuova. Conclude la carrellata di tatuaggi anche la scelta del supereroe Batman che combatte la criminalità in difesa dei più deboli.
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F.C.
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