L”emblema vivente dell’Antartide, il pinguino imperatore è a rischio estinzione. Vediamo quali sono i fattori che stanno determinando la sua scomparsa
Le temperature fredde non sono un problema se fai parte della famiglia dei pinguini imperatori. Icone dell’Antartide, questi animali sono i più grandi e alti tra i pinguini e sono abituati a freddi rigidissimi che possono arrivare a raggiungere anche i -60°. A minacciare la loro esistenza sono gli evidenti cambiamenti climatici in atto, nonché la presenza dell’uomo.
Le cause dell’estinzione e l’opinione degli esperti
L’impatto negativo dell’uomo è da attribuire alla pesca industriale sulle popolazioni di crostacei e pesci, di cui i pinguini si nutrono, e al turismo. Mentre i cambiamenti climatici incidono in maniera drastica su molti aspetti della vita di questi animali.
Gli effetti del riscaldamento globale non si limitano solo allo scioglimento dei ghiacciai e della banchisa ma comportano anche dei valori di temperature, in generale, più elevate, che risultano atipiche per la zona in questione. Queste temperature anomali impediscono la riformazione di strati di mare ghiacciato che sono di vitale importanza non solo per i pinguini.
Un intervento del WWF esplica: “Ad oggi, nel continente si contano circa una quarantina di colonie di questa specie, per un totale di 270 mila / 350 mila esemplari”. Ma anche quest’ultime stanno subendo una considerevole diminuzione.
Gli esperti della Stony Brook University affermano che: “Il riscaldamento globale sta portando a conseguenze drammatiche soprattutto in quest’area del mondo”.
E le previsioni non lasciano ben sperare: “Si stima un aumento di 5 gradi di temperatura da qui al 2050”. In base a queste ipotesi, gli esperti hanno dedotto che le suddette cause condurrebbero all’estinzione di questa specie per mancanza di cibo e di un habitat idoneo.
Per conoscere tutto quello che c’è da sapere sulle specie esistenti del nostro amico palmipede potete leggere anche: Specie di pinguini esistenti: caratteristiche fisiche e dove vivono
Il cambiamento climatico: causa principale dell’estinzione del pinguino imperatore
Come abbiamo detto, l’aumento delle temperature comporta lo scioglimento dei ghiacciai e della banchisa.
In questo modo viene così ridotta la disponibilità per i pinguini imperatori di luoghi destinati all’accoppiamento e alle colonie. Inoltre a causa delle elevate temperature i pinguini non riescono a nidificare e ad accudire i cuccioli in modo appropriato.
Di preciso, il processo prevede che le femmine depongano il loro unico uovo nei mesi di Maggio-Giugno. Al maschio è lasciato il compito di covarlo e custodirlo, riparandolo dal gelo per un arco di 65 giorni, mentre le femmine tornano in mare per reperire il cibo. Dopo di che al ritorno delle femmine, saranno i maschi ad andare in cerca di cibo mentre le femmine avranno il compito di accudire i piccoli.
Una ricerca ha evidenziato che i viaggi che gli adulti devono compiere per procurarsi il cibo sono diventati più lunghi. La conseguenza è una riduzione del cibo per se stessi e per i piccoli.
Per conoscere tutte le abitudini dei nostri amici carini e coccolosi potete leggere anche: Pinguino: cosa mangia, dove vive, caratteristiche e curiosità
Ma il riscaldamento globale incide anche sui cuccioli dei pinguini imperatore. A causa dell’aumento delle temperature e alla diminuzione del ghiaccio, i cuccioli di pinguino tendono a gettarsi in mare. Ma il loro gesto risultato troppo avventato. Infatti i cuccioli non sono ancora pronti per affrontare l’acqua ghiacciata, rischiano così di morire affogati perché non in grado di nuotare o di diventare potenziali prede per famelici predatori.
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M. L.