Fra le millenarie avventure dei gatti quali hanno fatto in modo che questi animali divenissero un simbolo così importante in Giappone?
Nel 1995 lo Studio Ghilbi presenta un film indimentabile dal titolo “I sospiri del mio cuore”. Grazie all’incontro con un gatto la vita della sua protagonista, di nome Shizuku, inizia gradualmente a non essere più la stessa. Ecco, se ora ci immedesimassimo per un momento in Shizuku, oppure in Haru – sua corrispettiva nel sequel del film di Yoshifumi Kondō (del ’95), che ha come titolo, stavolta, “La ricompensa del gatto” (H. Morita; 2002) – potremmo forse riuscire a cogliere a pieno tutta la sorpresa che provocherà, invece, la scoperta del motivo che ha reso, fino ad oggi, tanto importante il simbolo del gatto in tutto il Giappone.
Perché i gatti sono un simbolo importante in Giappone? La risposta è pazzesca
In Giappone il significato di questo animale potrebbe essere direttamente associato alla magia evocata dalla giovanissima studentessa Shizuku, a partire dal suo primo e casuale incontro con il gatto. Per poi, però, stratificarsi nel corso delle epoche, grazie all’immateriale tessuto dell’immaginario collettivo.
Se, ad esempio, sognare un gatto può avere un determinato significato – in Giappone la venerazione del gatto è sfociata nella più vasta e imprevedibile contaminazione della sua società, alimentando così leggende proveniente dalla tradizione folcloristica attribuendo – sempre più – a questi animali un innato dono soprannaturale e divinatorio.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema>>> La celebrazione del gatto nero: info e curiosità
Un esempio, forse, banale: avete mai notato il gatto con una zampetta alzata all’ingresso dei ristoranti giapponesi? Ecco, anche in questo caso pare che alcuni artisti, e in particolare uno scrittore, abbiano dato vita, tempo addietro, a una figura del gatto quasi antropomorfa, in grado – in questo caso – di preparare delizie e prelibatezze a cui l’uomo potrebbe soltanto cercare di aspirare invano.
Il gatto in Giappone, dall’antomorfizzazione a un luogo della loro divinazione
Questa tendenza a raffigurare le persone con le sembianze dei gatti non è così remota, poiché – ad esempio – si può notare anche nel film “La ricompensa del gatto” (2002), eppure al di là del suo essere un vivente (o simbolico) portafortuna e oggetto di devozione, il gatto – in Giappone – avrebbe anche un luogo paradisiaco per eccellenza ad esso interamente dedicato. Questo luogo, in cui si possono osservare alcune delle più interessanti raffigurazioni di questo animale realizzate nel Passato, accoglie ogni anno moltissimi amanti dei gatti provenienti da tutto il mondo.
Si tratta dell’Isola Tashirojiama, anche – più comunemente – nota come “Isola dei gatti“. Se desiderato, quindi, vistare un luogo in cui scoprire l’origine della venerazione di questo felino e – al contempo – immergervi in uno scorcio del Giappone incredibilmente suggestivo, non vi resta che progettare il vostro prossimo viaggio in direzione del Santuario dei gatti nell’Isola di Tashirojiama.