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Curiosità

Perché la cagna rifiuta i cuccioli: spiegazioni e rimedi

La cagna rifiuta i cuccioli e non sai da cosa possa dipendere né come risolvere la situazione? Ecco qualche piccolo consiglio utile.

Perché la cagna rifiuta i cuccioli (Foto Adobe Stock)

L’arrivo dei cuccioli in una casa è sempre un momento di grande gioia e felicità. Seguirne tutte le tappe della crescita, vederli muovere i primi passi e vederli cominciare a giocare tra di loro è sempre una grande emozione. Purtroppo a volte capita che la cagna rifiuti i cuccioli. Ecco una breve guida per capirne i motivi e il miglior modo di agire.

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Il parto di mamma cane

Un esemplare di cane prossimo al parto (Foto Adobe Stock)

Il parto è sempre un momento particolare, sicuramente il più delicato della vita di un cane. Come sappiamo i nostri amici a 4 zampe vanno in calore più volte all’anno, ed in teoria la cagna potrebbe partorire più di una volta nel corso dei dodici mesi. Normalmente mamma cane partorisce più cuccioli; in media 4.

Quando la cagna sta per partorire, dobbiamo far sì che possa trovare un giaciglio comodo ed accogliente nel quale possa sentirsi al sicuro. Terminato il parto, che può durare fino a 12 ore, è bene monitorare lo stato di salute sia di mamma cane che dei cuccioli.

L’operazione va fatta con cautela: è meglio non avvicinarsi troppo per non stressare la cagna, e allo stesso tempo non bisogna toccare assolutamente i cuccioli. Se trasmettessimo il nostro odore ai piccoli, c’è il rischio che la mamma non riesca più a riconoscerli.

Perché la cagna rifiuta i cuccioli

Anche lo stress può rientrare tra le cause scatenanti il rifiuto dei cuccioli da parte di mamma cane (Foto Pixabay)

A volte, tuttavia, le cose non vanno nel verso previsto, ed accade l’imponderabile, ovvero che la cagna rifiuti i cuccioli. Tutto in natura ha il suo perché: se mamma cane pone in essere questo comportamento, c’è una ragione ben precisa, e capirla potrebbe aiutarci a risolvere il problema.

Ad esempio il rifiuto potrebbe essere dovuto allo stress del cane. Le ragioni potrebbero essere tante: ad esempio la cagna non si sente sufficientemente protetta perché ha un riparo troppo esposto alla vista dei passanti o facilmente raggiungibile da altri animali; oppure si trova in un luogo particolarmente rumoroso.

Una delle cause più frequenti che danno luogo all’abbandono dei cuccioli da parte della cagna può essere il suo stato di salute. Se mamma cane è affetta da una patologia, o comunque versa in uno stato che non le consente nemmeno di badare a sé stessa, verosimilmente non potrà farlo nemmeno con i cuccioli.

Al contrario il rifiuto potrebbe essere dovuto al cattivo stato di salute del cucciolo. In questo caso mamma cagna ha l’istinto di non allattare il cucciolo, perché sarebbe un impiego di energia ed un nutrimento sottratto agli altri componenti della cucciolata che hanno più chances di sopravvivere.

In questi casi può anche accadere che il cane uccida il cucciolo. Un’altra ragione per cui la cagna rifiuti i cuccioli è il caso in cui non riconosca il loro odore. Basta poco: come detto, toccando i piccoli nelle prime fasi di vita, si sottrarrebbe loro l’odore, in modo tale da non consentire a mamma cane di riconoscerli.

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Cosa fare

Senza l’intervento dell’uomo i cuccioli rifiutati dalla cagna non hanno speranze di sopravvivenza (Foto Pixabay)

Nel caso in cui mamma cane rifiuti i cuccioli, il nostro spazio d’intervento è piuttosto limitato. Se si tratta di stress, laddove riusciate ad individuare la causa all’origine dello stesso, la situazione potrebbe essere risolvibile: ad esempio offrendo un rifugio caldo e riparato a mamma cane.

Negli altri casi tuttavia, dobbiamo necessariamente rivolgerci al nostro veterinario di fiducia per l’immediata assistenza ai cuccioli di cane e per comprendere come comportarsi successivamente. In particolare la prima fase riguarderà proprio l’alimentazione dei cuccioli, a cui dovrete provvedere voi stessi.

In una seconda fase si può invece valutare l’opportunità di rivolgersi ad un veterinario comportamentalista, per verificare se vi siano delle possibilità di “riaffidare” i piccoli alla mamma.

Antonio Scaramozza

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