L’amore trionfa: per superare la paura dei cani ne addotta uno che ha paura delle persone

L’amore trionfa: per superare la paura dei cani ne addotta uno che ha paura delle persone

Non sono poche le persone affette da cinofobia. Questa donna, in particolare, ha trovato un modo tutto suo per superare la sua paura dei cani

paura dei cani
Teresa e Boo (Foto Instagram)

Questa recente storia è stata raccontata su un social, l’utente in questione è @ketophoria di TikTok, il cui vero nome è Teresa Hwang. La storia, narrata attraverso immagini e video, è stata vista da 1,6 milioni di persone e ha ricevuto 449,9 milioni di like in pochi giorni.

Teresa è un insegnante di educazione speciale alla scuola elementare di Oakville, in Canada. La sua paura dei cani è dovuta ad alcuni episodi passati, in cui è stata morsa due volte da un cane. In seguito a questi avvenimenti ha sviluppato una forte fobia verso i cani che è durata fino ad un fatidico incontro.

Teresa e la sua paura dei cani

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Boo (Foto Instagram)

Il luogo del magico incontro è un semplice canile e l’altro protagonista è un cane che aveva paura delle persone, Boo. La donna reputa l’incontro come un segno divino per riuscire a superare le loro paure insieme. Nel tempo, i due hanno dovuto procedere a piccoli passi e armarsi di pazienza e amore incondizionato per guadagnarsi la fiducia l’uno dell’altro e creare un legame davvero speciale.

Teresa Hwang, raccontando la sua storia, afferma: “A volte, non riesco ancora a credere di avere un cane, tanto meno di essere riuscita ad amarne uno quanto amo Boo. Dico alla gente che è come il figlio che non ho mai avuto. Non lo amo solo perché mi ama e ha bisogno di me. Lo amo per quello che è, esattamente come è, per tutto ciò che ha superato e per la gioia che ha portato nella mia vita.

Un post della donna cita una frase della canzone “Surrend” di Natalie Taylor: che invita a lavorare su se stessi per vincere le proprie paure: “Il cambiamento è l’essenza della vita; sii disposto ad abbandonare ciò che sei per ciò che potresti diventare”.

Teresa, che ad oggi ha 51 anni, ha avuto paura dei cani per gran parte della sua vita. La sua paura è dovuta a due episodi. Il primo è accaduto quando aveva 10 anni ed è stata morsa da un cane sulla fronte, il secondo accaduto quando ne aveva 20 e anche in questo caso è stata morsa sulla gamba.

Dopo questi due episodi, Teresa ha sviluppato una fobia verso i cani che la costringeva ad evitarli. Teresa preferiva attraversare la strada per raggiungere il marciapiede di fronte pur di evitare di camminare in prossimità di un cane, anche se al guinzaglio.

Ed era dispiaciuta di essere costretta a chiedere agli amici, che andava a trovare, di portare i loro cani in un altra stanza perché abbaiavano. Riusciva ad interagire solo con cani mansueti con cui aveva familiarità, indipendentemente dalle dimensioni o dalla razza, ma continuava a farsi prendere dal panico se un cane ringhiava o abbaiava, anche se solo con l’intento di giocare.

Il passo successivo: adottare un cane

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Boo (Foto Instagram)

Il suo compagno per molti anni ha proposto di adottare un cucciolo, ma l’idea è stata presa seriamente in considerazione solo un paio di anni fa, dopo che Teresa ha fatto, per due settimane, da dog sitter a Cola, il cane meticcio nero di sua sorella. Così dopo aver fatto numerose ricerche e aver visitato vari canili, i due si sono imbattuti in un cane di nome Patches al Niagara Dog Rescue, che in seguito hanno ribattezzato come Boo. Anche Boo, che si trovava nel rifugio da sei mesi, aveva un passato travagliato: è originario del Texas dove era stato ospitato in due diversi canili e da una famiglia affidataria.

Boo, un meticcio di Australian Cattle, veniva descritto come un cane non molto adatto ad una casa rumorosa o ad interagire con bambini, ma molto bravo con gli altri cani. Di indole timida e paurosa ma che poteva mostrare il suo affetto se gli fosse stata data una casa amorevole.

Del loro primo incontro Teresa racconta: “Quando ho incontrato Boo per la prima volta, la prima cosa che ho pensato è che era molto più piccolo di quanto sembrasse dalle sue foto. Ho anche osservato quanto fosse spaventato e nervoso. Era seduto su una panchina accanto alla sua affidataria, quando siamo arrivati. Mentre ero seduta dall’altra parte della panchina a parlare con la sua affidataria, non ho guardato né ho interagito con lui perché ero abbastanza ansiosa”.

Il racconto prosegue: “Circa 15 minuti dopo la nostra conversazione, Boo si è allontanato lentamente dalla sua affidataria e si è avvicinato a me. Appena mi sono voltata per guardarlo, mi ha leccata il naso per poi ritornare di corsa a nascondersi, di nuovo, dietro la sua affidataria. Quest’ultima mi ha guardato sorpresa e ha esclamato: “Wow. È davvero strano, non si avvicina alla gente. Immagino che ti abbia scelto”. Proprio in quel momento, tutte le preoccupazioni che si erano accumulate nelle settimane precedenti, relative alla mia sicurezza sulla capacità di superare la mia paura, sono sparite. Se lui ha fatto un passo per creare un legare, allora doveva essere un segno. Dovevo portarlo a casa. ”

Un nuovo inizio

I primi mesi per i suoi padroncini non sono stati facili. Boo seguiva Teresa per casa ma non le si avvicinava, non mangiava in loro presenza, non prendeva i giocattoli e camminava con la coda tra le gambe, inoltre sussultava se sentiva rumori come la lavatrice o il forno.

I padroni avevano difficoltà ad interagire con lui non conoscendo la sua storia, quindi hanno cercato di trattarlo come se avesse subito un trauma e hanno cercato di trasmettergli sicurezza e fiducia. Hanno cercato di interpretare i suoi segnali, hanno cercato metodi per combattere la sua ansia e hanno avuto molte difficoltà ad ammaestrarlo in quanto non risultava particolarmente motivato dal cibo. Anzi, era fortemente sensibile all’argomento tanto da indurre i padroni a pensare che lo associasse ad una qualche punizione.

Ma alla fine i loro sforzi sono stati premiati, Boo si mostrava più sicuro, non nascondeva più la coda tra le gambe, mangiava in loro presenza. Dopo alcune settimane Boo ha leccato di nuovo il naso di Teresa, mesi dopo ha cominciato a giocare con la palla e infine Teresa lo ha sentito abbaiare per l’eccitazione per la prima volta. E per ogni piccolo successo Teresa piangeva di felicità.

La sua padrona lo definisce un cane “atipico”: non si avvicina alle persone per salutarle, non è stimolato dal cibo, non si avventa su una persona per tirarla su di morale, ma ha fatto numerosi passi in avanti da quando lo hanno adottato. Quando si sente al sicuro è felice, cerca il contatto, non cerca coccole ma si lascia tenere tra le braccia di Teresa e le lecca il viso allegramente, agita la coda se deve andare al parco per la felicità e i suoi due padroni sono orgogliosi di lui.

Si può superare la paura dei cani?

Alla domanda se abbia superato la sua cinofobia, Teresa risponde: “Non ho paura di Boo, anche quando abbaia o ringhia per l’eccitazione o il disagio. Ma sono ancora nervosa in presenza di cani che non conosco”- e aggiunge – “Se dopo Boo arrivasse un altro cane, lo proteggerei. Boo non è l’unico ad essere cambiato, vederlo crescere e migliorarsi ha cambiato il modo in cui vedo me stessa. Proprio come se fosse un figlio, prendermi cura di Boo mi ha insegnato la pazienza e l’amore incondizionato.

Le considerazione di Teresa si estendono alla sua intera vita: “Prendermi cura di Boo ha anche cambiato il modo in cui vedo i miei studenti. Mi sono resa conto che, molte volte, comportamenti come la sfida, l’aggressività o l’isolamento sono tutti legati allo stesso fattore: l’ansia e la paura. La paura è un’emozione potente. Ti impedisce di correre rischi, di fidarti degli altri e di credere in te stesso. Per questo costruire relazioni, trasmettere un senso di sicurezza e di fiducia è la cosa più importante. Quando le persone mi lodano per avergli salvato la vita, do sempre la stessa risposta: “Anche Boo mi ha salvato. Abbiamo superato le nostre paure insieme. Ci siamo guariti l’un l’altro”.

Questa straordinaria storia non ha bisogno di commenti, quindi vi lascio un post di Teresa, su Instagram, che riesce a racchiudere tutto il loro percorso: “Abbiamo dimostrato che l’amore è più grande della paura“.

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M. L.

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