Perché il gatto si chiama spesso con la parola “micio”? Ecco qual è l’origine di questo termine e la sua storia incredibile.
Quando parliamo di gatti se vogliamo essere più dolci ed affettuosi usiamo il termine “micio”. Adesso questo termine è intercambiabile con “gatto”. Tutti sanno di cosa stiamo parlando se diciamo micio invece di gatto. Eppure, a guardare bene, sono due parole totalmente differenti.
Quali sono le origini della parola “micio”, da dove arriva e perché è il miglior vezzeggiativo che si può rivolgere al proprio amico a quattro zampe. Bisogna fare un bel passo indietro nel tempo per comprendere i motivi e l’etimologia della parola.
Infatti, il tutto risale a tempi antichissimi quando ancora una lingua non c’era. Si tratta di una lingua primitiva e primordiale, ma andiamo con ordine e scopriamo insieme tutti i dettagli di questa interessante storia.
Su questo argomento c’è una leggenda radicata nel tempo che parla di un luogo idilliaco e straordinario dall’atmosfera sognante.
Si narra di una fanciulla di nome Melia che viveva in un luogo incantato e che aveva un legame speciale con la natura e con tutte le sue creature. Un giorno questa ragazza trova un piccolo gattino grigio con occhi color ambra ed è la prima volta che vede una creatura così. Tra loro è nato un legame speciale, ma lei non riusciva a trovare un nome adatto.
La notte Melia fece un sogno in cui le apparve una divinità della natura circondata da una forte e calda luce. Questa essenza le rivelò la parola “micio”. La ragazza, quindi, al risveglio girò per il suo villaggio dicendo a tutti che questa bellissima creatura aveva un nome e tutti iniziarono a riferirsi agli altri gatti nel corso del tempo con quell’appellativo.
Il nome si tramandò di generazione in generazione e ancora oggi è molto forte e presente nel linguaggio comune. Ormai è così ben radicata che si trova nel dizionario e tutti sanno perfettamente usarla e il suo significato.
I dizionari e gli esperti della lingua non sanno dare una versione chiara e precisa dell’origine della parola micio. Certo, ci sono leggende e storie come quella appena descritta in questo articolo. Ma il lavoro di un linguista è quello di trovare l’origine nella lingua.
Una delle ipotesi che si è fatta largo nel corso degli anni tra gli studiosi è questa: sembra che il termine micio derivi dal termine latino “mus” che significa “topo“. Noi sappiamo che da sempre i gatti sono stati usati per scacciare i topi dalle navi, dai luoghi pubblici, dalle case e, ancora adesso, non c’è rappresentazione del gatto senza il topo.
Sono due acerrimi nemici, così come spesso si accosta la figura del gatto a quella del cane. Ebbene, dal termine “mus” si è passati poi ai vari dialetti in Italia. Al sud si è radicata e diffusa la forma “muscia” o “mucia”. In Toscana troviamo il termine “muci”, mentre al nord è frequente rivolgersi ai gatti piccoli con il termine “min”.
Si pensa che all’inizio nessuno aveva in mente di dare un nome proprio al gatto come facciamo ora e, quindi, era più facile attirare la sua attenzione con il termine della sua preda preferita. In questo modo si era assolutamente certi di avere l’attenzione di un gatto.
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