Il legame tra odori e memoria
Ma come funziona il sistema olfattivo del cane se percepisce degli odori o dei feromoni?
Nel caso degli odori c’è un’elaborazione da parte della corteccia dell’informazione trasmessa dall’odore.
Nel caso dei feromoni – essendo un organo molto antico – evoca una sorta di trigger immediato, le risposte sono più automatiche.
Se vogliamo capire come arrivano al cervello, dovremmo immaginare una via dei feromoni attraverso l’organo vomeronasale, e un’altra seguita dagli odori attraverso l’epitelio olfattivo.
Per quel che riguarda i feromoni, possiamo notare che quando i cani annusano le urine degli altri cani sollevano il labbro superiore per tentare di attirare il più possibile i feromoni per essere percepiti e trasmetterli all’organo vomeronasale.
Questa informazione va direttamente all’amigdala, la sede dove vengono smistate le informazioni relative anche alle emozioni, e trasmesse all’ipotalamo che trasforma le emozioni in informazioni successive che servono alla memoria.
Nel caso dei feromoni l’informazione è diretta, nel caso del bulbo olfattivo è molto più complessa, l’informazione passa anche attraverso la corteccia olfattiva primaria, ed è più ragionata, più elaborata.
Dall’epitelio olfattivo (l’odore è stato percepito dal cane), la molecola dell’odore raggiunge il bulbo olfattivo.
A questo punto, l’informazione contenuta nella molecola raggiunge vari punti: l’amigdala (che processa dal punto di vista emozionale l’informazione: cosa trasmette quell’odore a livello emozionale?
Anche se è un odore nuovo può trasmettere nuove sensazioni (come la paura per una novità), tramite:
- Corteccia piriforme (informazione cognitiva di quell’informazione, mette l’odore in un contesto);
- Corteccia entorinale (legata alla memoria operativa, per contestualizzare l’informazione al resto);
- Nucleo olfattivo anteriore.
Queste parti servono a conservare queste informazioni. Il tutto poi passa le informazioni al talamo, che lega l’odore a uno stimolo, come una ricompensa.
I feromoni nel cane invece viaggiano in modo molto più semplice. Vengono rilasciati dal cane come informazione o messaggio per un altro pelosetto.
L’odore di una preda, ad esempio, invece è rilasciato per ogni animale, magari percepito in modo diverso in base alla sensibilità olfattiva. I feromoni sono rilasciati per altri animali della stessa specie.
Possono essere informazioni legate al territorio, ad esempio, o di status sociale. L’animale per percepire i feromoni usa solo l’organo vomeronasale.
Quando un cane sente un odore, apre un libro pieno di tantissime informazioni che verranno collegate poi ad altre informazioni già percepite.
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L’uso delle due narici nel cane
Abbiamo detto già che in realtà l’olfatto del cane è un mondo enorme. Ma negli ultimi anni abbiamo scoperto molte informazioni sull’olfatto.
Un gruppo italiano ha studiato con ampi dettagli la lateralizzazione, cioè la capacità dei cani di usare una narice o l’altra in base all’informazione percepita ed elaborata.
Quindi non solo l’elaborazione dell’odore è molto elaborata, ma anche al momento del recepire l’informazione c’è un complesso sistema olfattivo in base alle narici usate.
Il naso del cane è un organo davvero unico, come possiamo notare.
Ad esempio, quando si trova a annusare un odore non avversivo, il cane usa prima la narice destra e poi la sinistra. Dobbiamo considerare che la narice destra offre informazioni all’emisfero sinistro, e viceversa.
Le due parti del cervello attivano diversi tipi di attività in base al contesto:
- Emisfero destro: attività simpatica (momenti di eccitazione, come nel caso di allarme, pericolo o di fuga);
- Emisfero sinistro: attività parasimpatica (momenti di tranquillità, normalità).
L’odore non è necessariamente legato solo a una sensazione negativa o positiva. Anche per un odore nuovo, c’è un aumento di quella eccitazione da parte dell’animale: vuole analizzarlo, è eccitato. Una volta tranquillizzato, si attiva il sistema parasimpatico.
In tutti gli animali, il sistema olfattivo è legato a tantissimi sistemi (riproduzione, paura, alimentazione, ecc). Più stimoliamo dal punto di vista sensoriale, più c’è un aumento di connessioni tra sinapsi.
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F. B.