Non so neppure io come ho fatto a vederlo, date le sue dimensioni: qual è il mammifero più piccolo al mondo e come ho fatto a riconoscerlo.
Se non l’avessi visto dal vivo probabilmente avrei pensato a qualche creazione della mente di un fantasioso disegnatore, perché le caratteristiche del mammifero più piccolo al mondo sono davvero molto particolari. Il suo aspetto ricorda vari animali già esistenti in natura ma sono tutte le sue abitudini, che ho scoperto con apposite ricerche, a renderlo ancora più affascinante: ecco tutto quello che ora so su di lui.
Ma quando si dice ‘piccolo’ riferito a questo mammifero a quali dimensioni ci riferiamo esattamente? Con mia grande sorpresa ho scoperto che si tratta addirittura di millimetri (dai 28 ai 34 massimo) per 2-3 grammi di peso. Eppure nonostante la grandezza che lo rende quasi invisibile, si fa notare per alcune caratteristiche particolari: in primis il naso. Infatti somiglia a quello di un maiale, ovviamente in miniatura.
Le ali sono a punta e tutto il corpo è interamente ricoperto di peli: la colorazione va dal marrone al rossastro (grigio nei più giovani), mentre le ali e le orecchie sono più scure. E i denti? Un palato largo e corto ospita dei denti incisivi superiori più grandi rispetto ai canini. L’etimologia del suo nome, come spesso accade, evidenzia proprio questo mix di caratteri presenti in animali più comuni in natura: ‘miscuglio’ e ‘pipistrello’.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema >>> Cosa fare se si trova un pipistrello: tutto ciò che c’è da sapere
Ho scoperto che il pipistrello calabrone (o pipistrello farfalla o Craseonycteris thonglongyai) ama le grotte, soprattutto se calcaree e vicine a specchi d’acqua, ma non la solitudine: infatti vive in gruppi di almeno 10-15 elementi. Ma dove l’ho trovato? In Thailandia, dove è più diffuso, anche se lo si può trovare anche in Birmania (nel Paese di Myanmar).
Purtroppo è una specie ad alto rischio di estinzione, tanto che ne esistono al momento solo 10mila esemplari, la cui vita è in pericolo naturalmente a causa dell’uomo che, col progredire del turismo in quelle zone, modifica il suo habitat. A ciò si aggiunge anche il fatto che le femmine della specie non sono particolarmente prolifiche: partoriscono solo un cucciolo all’anno.
La sua alimentazione non è particolarmente ricca, fatta di ditteri, psocotteri e imenotteri ma è il modo di catturarli che è davvero affascinante. Non potendo contare sulle dimensioni, riproduce dei suoni e in base alla eco che questi stessi suoni producono, si rende conto di dove sono le sue potenziali prede.
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