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Curiosità

No alla sperimentazione scientifica sugli animali: ecco come l’IA può aiutare

L’Intelligenza Artificiale può porre fine alla sperimentazione scientifica sugli animali: ecco in che modo ciò sarà possibile. 

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Stop alla sperimentazione scientifica sugli animali grazie all’intelligenza artificiale (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Uno degli argomenti maggiormente trattati negli ultimi mesi è l’intelligenza artificiale. Ma se si parla di questa solo come di un modo per modificare completamente le esistenze degli esseri umani, non si pensa mai a come possa salvare la vita ad altre specie viventi e in particolare agli animali da laboratorio. A rendere noto come l’IA possa porre un limite alla sperimentazione scientifica e ai test sugli animali è l’impegno della professoressa Arti Ahluwalia.

Stop alla sperimentazione scientifica sugli animali: ecco come l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare a salvare migliaia di vite

Ingegnere biomedico, Arti Ahluwalia promuove la riduzione dell’uso degli animali nella sperimentazione scientifica. L’utilizzo dell’IA nella ricerca biomedica, del resto, ha ricadute immediate anche nella tutela ambientale e nell’economia circolare nel settore della sanità

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No animal testing, come la tecnologia potrebbe salvare specie animali (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

L’intelligenza artificiale potrebbe così salvare milioni di vite degli animali impiegati nella ricerca biomedica per gli esperimenti in laboratorio. A sostenere la tesi è proprio Arti Ahluwalia, professoressa di Bioingegneria all’Università di Pisa e per anni direttrice del Centro di Ricerca “E. Piaggio”, specializzato in automazione, robotica e bioingegneria dove ancora oggi continua a svolgere le sue ricerche.

Si tratta di un tema caro alla dottoressa, che su questa base ha fondato il Centro 3R, centro interuniversitario italiano per la promozione dei principi delle 3R nella didattica e nella ricerca: alla base del ragionamento, sostituire, ridurre e raffinare l’uso degli animali nella sperimentazione scientifica.

Come l’Intelligenza Artificiale potrebbe porre fine alla sperimentazione sugli animali (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Questioni etiche e socio-culturali riguardo l’uso degli animali da allevamento e da laboratorio sono da sempre al centro delle preoccupazioni di Arti Ahluwalia. Come tutti gli ingegneri biomedici, la dottoressa lavora con le tecnologie più avanzate, inclusa l’intelligenza artificiale. La IA, grazie alle capacità di calcolo e di elaborazione, accelera l’analisi dei big data e dei marcatori, riducendo la necessità di esperimenti sugli animali, fino a simulare processi biologici complessi attraverso modelli computazionali avanzati senza bisogno di sperimentazione in vitro.

Gli utilizzi dell’IA nel campo della ricerca biomedica sono moltissimi, con ricadute immediate anche a livello ambientale e nella promozione dell’economia circolare. La dottoressa evidenzia come “Nella ricerca biomedica, vediamo un crescente interesse per modelli basati sull’AI che riducono sprechi e migliorano l’efficienza—principi che si allineano con quelli della circolarità”.

Salvare milioni di esseri viventi dalla sperimentazione scientifica grazie all’intelligenza artificiale (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

La professoressa Arti Ahluwalia sottolinea che l’AI è uno “strumento, e come qualsiasi strumento può essere usato per il progresso o per il profitto a scapito dell’etica. Qui vedo un collegamento con il mio lavoro nella promozione dei principi delle 3R nella ricerca biomedica. Gli scienziati sono incentivati ad adottare e implementare le 3R (ovvero sostituire gli animali negli esperimenti scientifici, ridurre il loro utilizzo o perfezionare i metodi per minimizzarne la sofferenza) non solo perché è eticamente corretto, ma perché porta a una scienza più solida e affidabile”. Per garantire il benessere animale sarebbe la scelta migliore quella di sviluppare tecnologie alternative che possano sostituirli o addirittura superarli in termini di efficacia.

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Grazie alla potenza di calcolo e alla capacità di elaborazione, l’intelligenza artificiale accelera l’analisi dei big data e dei marcatori, fino a simulare processi biologici complessi attraverso modelli computazionali avanzati senza bisogno di sperimentazione in vitro. L’IA può essere impiegata per creare modelli più realistici della fisiologia e della patofisiologia umana. La ricercatrice spiega che l’IA non è una “singola scoperta rivoluzionaria, ma il risultato della combinazione e ottimizzazione di tecnologie già esistenti”. L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui si prendono le decisioni: “Il suo impatto sarà profondo, non tanto perché introduce qualcosa di completamente nuovo, ma perché potenzia ed accelera ciò che già possiamo fare”. (di Elisabetta Guglielmi)

Elisabetta Guglielmi

Conseguita a pieni voti la maturità scientifica, ho intrapreso una carriera umanistica. Ho una laurea triennale in Lettere moderne e due lauree magistrali in Filologia moderna e in Editoria e scrittura; ho un master di Editoria, giornalismo e management culturale. Sono appassionata di scrittura, lettura, disegno e viaggi, e naturalmente di natura e animali. Sono giornalista pubblicista.

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Elisabetta Guglielmi

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