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Curiosità

Musofobia: cos’è la paura dei topi, cause, sintomi, trattamenti

Tra le fobie per il mondo animale c’è anche quella specifica per i roditori. Le informazioni e le risposte che cercavi sulla musofobia, la paura degli topi.

La paura dei topi (Foto Adobe Stock / Redazione)

Con i termini “musofobia” o “murofobia” o “muridofobia” o “surifobia” si definisce la fobia per i topi. La parola musofobia è di origine greca ed è formata dalle parole “mys” e “phobos” il cui significato letterale è paura dei topi, la prima parte del termine “surifobia” invece deriva dal francese “souris”, con influssi linguistici su dialetti, quali il napoletano, che utilizzano per “topo” il termine “sorece”.

Ma di cosa stiamo parlando? Trattasi di fobia, repulsione, terrore nei confronti di topi, pantegane, ma anche talpe, criceti e scoiattoli. Nei casi più gravi a far paura non è solo l’animale in carne ed ossa ma anche solo una foto, un’immagine, o un filmato in tv dove quindi non vi è un contatto diretto.

Tutto quello che devi sapere sulla paura dei topi e roditori

Tom, Jerry e Mammy (Foto Fb)

La musofobia fa “capo” alla zoofobia, la paura degli animali in generale ed è una della fobie più diffuse, insieme a quella per i ragni (aracnofobia) e quella per gli insetti (entomofobia).

Insorgere di questa fobia ha diverse cause:
credenza popolare: nell’immaginario collettivo il topo è portatore di gravi malattie dovute al contatto diretto o indiretto dell’uomo con pulci parassite dei roditori (peste e tifo murino) e/o con feci di ratto (colera). Questo animale quindi rappresenterebbe una minaccia per la sopravvivenza dell’uomo;
consuetudine ambienti topi: è diffusa l’immagine del topo che vive in ambienti sporchi e malsani come fogne e discariche quindi scenari che rievocano malattia e morte;
meccanismo protettivo dell’inconscio: si attiva per esperienze negative pregresse come il morso di un topo oppure acquisizione di informazioni negative relative ai due punti precedenti.

Tra i sintomi legati alla musofobia ci sono:
ansia estrema;
panico (respiro affannoso, battito cardiaco irregolare, sudorazione eccessiva, nausea, tremori diffusi, vomito, tensione muscolare);
assenza di lucidità;
– molti fobici urlano o chiudono gli occhi ogni volta che c’è una scena con un roditore.

Esiste una terapia per affrontare e superare questa fobia?

Le strategie di evitamento del problema non sono il modo più corretto per affrontare e superare questa fobia, è più saggio e opportuno conoscere l’oggetto della fobie per cercare di temerlo meno. Bene quindi:
– la terapia comportamentale (esposizione del soggetto diretta o virtuale al topo o ai roditori) dopo una fase preparatoria che faccia crescere consapevolezza nella persona che soffre di questa paura;
– la conoscenza dell’animale e delle dicerie popolari (non tutti i roditori sono sporchi e portatori di malattie ad esempio);
sostituzione dei pensieri negativi con quelli positivi (molti topini e criceti sono animali domestici ad esempio);
– la visione di immagini e video di topi in ambienti e circostanze positive come i cartoni animati (Tom & Gerry, Topo Gigio, film Disney);
no al fai da te, sì al ricordo a professionisti (terapista o ipnoterapista).

Infine qualche curiosità:

– pare che Walt Disney abbia creato il personaggio di Topolino per esorcizzare la fobia per i topi, l’idea era associare al topo un’immagine dolce e divertente;
– ci sono tre personaggi dei cartoni animati che soffrono della paura dei topi; si tratta della padrona di casa in Tom & Jerry, Doraemon e Alice in Occhi di gatto.

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S.C.

Santa

Il giornalismo è da sempre la mia più grande passione insieme al calcio e agli animali. Credo d’aver ciucciato tanto inchiostro e poco latte visto che, come il cincillà, sono intollerante al lattosio. Sono inoltre curiosa come una lontra, instancabile e paziente come una formica, operosa come un’ape e sognatrice come un castoro… ah, i miei avi saranno stati sicuramente panda altrimenti non si spiegano queste occhiaie. Sono iscritta all'albo dei giornalisti (elenco pubblicisti) dal 2006, sono laureata in Scienze della comunicazione Sociale, Istituzionale e Politica.

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