Se dovesse accadere, niente paura. il rimedio c’è: cosa possiamo fare in caso di microchip del cane smagnetizzato e come evitarlo.
E’ uno strumento assolutamente utile per individuare la storia e i padroni del cane registrato all’Anagrafe canina, ma come tutti gli apparecchi elettronici, anche questo minuscolo dalle dimensioni di un chicco di riso può avere i suoi problemi e non funzionare più. Ma cosa possiamo fare in caso di microchip del cane smagnetizzato? Ci sono dei rimedi ma è meglio saperne qualcosa di più per capire se è possibile di evitarlo.
Sebbene a molti padroni faccia ancora storcere il naso l’idea che al loro cane possa essere impiantato un congegno elettronico sottopelle, è bene sapere che non si tratta di nessuna tortura crudele: il microchip ha le dimensioni di un chicco di riso e il suo inserimento non comporta alcun dolore all’animale (si tratta di una piccola puntura sottocutanea, effettuata con strumenti mono uso). Ma in compenso averlo è, oltre ad essere obbligatorio per Legge, anche molto utile: grazie ad esso sarà possibile risalire a tutte le informazioni principali del nostro Fido.
E’ assolutamente fondamentale che il cane lo abbia perché in casi particolari può rivelarsi l’unico strumento che ci consentirà di risalire ai padroni: ad esempio in caso di contenzioso si risalirebbe ai reali proprietari (pensiamo al caso del cane che era stato rubato e che si è riunito ai padroni dopo 1 anno grazie al microchip), è un ottimo deterrente contro l’abbandono di animali etc. E’ un provvedimento obbligatorio dal 14 agosto 1991 e iscrive l’animale all’anagrafe canina regionale informatizzata. Grazie ad esso è possibile individuare: i dati di riconoscimento di Fido i suoi padroni e la residenza di questi ultimi.
Si tratta di un evento raro ma non impossibile, ma comunque non c’è da avere paura: si potrà risolvere facilmente la situazione. Innanzitutto l’aggettivo ‘smagnetizzato’ sembra improprio da utilizzare, poiché in realtà il microchip non si legge oppure è semplicemente scarico. Alle volte può anche essere un problema di lettore e non del circuito inserito nell’animale: infatti molti lettori esteri hanno problemi a leggere quelli italiani, e viceversa.
E’ altresì possibile che Fido si sia mosso e il microchip, che non era stato inserito correttamente, fuoriesca dal piccolo incavo sottocutaneo alla base del collo dell’animale. Per questo, prima di pensare a un malfunzionamento, è fondamentale verificarne la presenza attraverso una radiografia; solo nel caso in cui ci fosse ma non fosse leggibile al lettore sarà il caso di contattare i servizi veterinari.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema>>> Sostituire il microchip al cane smarrito è riciclaggio: cosa ha stabilito la Cassazione
E’ la Asur (Assistenza alla salute degli animali da reddito) che si occupa di questioni come queste, e solitamente si provvede ad inserirne un altro di microchip. Nel caso di avessero dunque problemi col microchip del cane sarà assolutamente necessario informare i loro uffici, facendo un’apposita segnalazione con tutta la documentazione dell’animale in allegato.
Nel caso in cui il cane avesse il Pedigree, sarà altresì fondamentale contattare anche l’Enci, l’associazione di allevatori a carattere tecnico economico, per informarsi sulle attuali procedure in corso (che potrebbero aver subito delle modifiche). In base ai vecchi protocolli, si dovrà inviare ai loro uffici:
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