La medusa è da sempre associata al suo pericoloso morso. Ma in realtà è un animale affascinante e poco conosciuto, nonché antichissimo.
La medusa è un mito che risale a migliaia di anni fa, tanto che già i Greci la descrivevano pericolosa a causa del suo “occhio cattivo”. Per la precisione, le meduse non sono pesci, anche se solitamente vengono considerati tali, sono chiamati infatti zooplancton gelatinoso. Le meduse hanno superato milioni di anno di cambiamenti ambientali, e sono sopravvissute anche all’invasione della specie umana. Presenti da più di 700 milioni di anni, sono addirittura precedenti ai dinosauri. Ma vediamo quali sono le curiosità più interessanti su questo animale, troppo spesso bollato solo come un pericolo e non come un essere misteriosamente affascinante.
Le meduse sono oggettivamente tra le più pericolose creature al mondo per l’uomo, ma in realtà c’è molto di più che questa fama negativa. Sono infatti degli ottimi predatori, che nonostante non hanno cervello vengono totalmente spinti dal loro stomaco. E nonostante non hanno zanne, sono capaci di catturare le loro prede con l’aiuto di tentacoli, dei veri e propri arpioni chiamati nematocisti.
Per attirare le loro vittime, alcune meduse hanno un aspetto colorato e appariscente, e usano anche la bioluminescenza, cioè la capacità di brillare che hanno sviluppato alcuni esseri viventi, grazie a particolari reazioni chimiche. Attraendo le loro prede con questi piccoli trucchetti, le avvicinano tanto da poter iniettare il loro potente veleno una volta che le hanno bloccate. I loro pasti principali sono composti da piccoli granchi, gamberetti e crostacei.
La medusa criniera di leone è una specie di medusa che potrebbe rivalere in altezza con un giocatore di basket. Può infatti raggiungere i due metri di lunghezza. Questa medusa, dal nome scientifico di Cyanea capillata, è larga fino a due metri, e i suoi tentacoli raggiungono i 30 metri di lunghezza. Vive nelle acque dell’Oceano Pacifico, nel Mar Baltico e nel Mare del Nord.
Le meduse Irukandji, con un diametro di soli 2-3 cm, possono invece sembrare innocue. Ma le dimensioni in miniatura di questo meraviglioso animale Australiano non devono ingannarci. Il suo veleno infatti, è così potente da essere letale anche con un solo morso.
Le cubomeduse, come vengono solitamente chiamate le meduse della classe dei cubozoi, sono uno degli animali più pericolosi al mondo. Originarie del sud-est Asiatico e dell’Australia, non si fanno trascinare dalle correnti, ma invece scelgono la loro preda (preferibilmente pesci) e la raggiungono per catturarla. Vengono chiamate anche “vespe di mare” a causa della loro potente puntura. Curiosamente sono una preda a loro volta, per le tartarughe di mare che sono immuni al loro veleno.
Come sappiamo, i colori vivaci di piante e animali sono sempre un sinonimo di allerta, ma invece le meduse essendo trasparenti sono quasi invisibili in acqua per le loro prede che non possono vederle facilmente. La cubomedusa invece ha 24 sensori visivi, di cui 2 occhi sono capaci di vedere i colori. Inoltre è una delle poche creature marine a avere una vista a 360°, caratteristica che la rende un predatore formidabile.
Una particolare specie è la Turritopsis nutricula, anche detta medusa immortale, che misura solo pochi millimetri e nasce come polipo ma diventa poi una medusa. Ma può anche ritornare polipo dopo la maturità sessuale, e ricominciare il ciclo. Questo avviene in caso di pericolo: in pratica fa una sorta di riavvio totale del suo corpo, come se vivesse in una fontana dell’eterna giovinezza.
Questo idrozoo (la famiglia cui appartiene) è un vero mistero per i genetici, perché non riescono ad analizzare il suo processo di invecchiamento. Le sue abilità rigenerative la rendono in teoria immortale, anche se ha molti predatori. In pratica questa specie ha la possibilità di clonarsi continuamente, e gli umani stanno studiando questa sua capacità.
Un altro idrozoo interessante dal punto di vista scientifico è la Aequorea victoria. Questa specie, che vive nella costa occidentale degli Stati Uniti, ha avuto un premio Nobel nel 2008, perché produce una proteina detta GFP (Green Fluorescent Protein) che è fluorescente sotto la luce azzurra. Questa proteina è stata usata dagli scienziati perché si lega ai geni, e può aiutare a controllare la crescita di tumori cancerogeni, l’evoluzione di batteri patogeni e in simili procedure.
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Fabrizio Burriello
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