Sapevi che il matriarcato esiste anche nel regno animale? Tra api, orche ed elefanti, scopriamo le specie in cui è la femmina a dominare.
L’esempio più lampante di matriarcato nel regno animale è senza dubbio quello rappresentato dalla struttura sociale delle api. Non si tratta, però, dell’unica specie in cui la leadership è detenuta dalle femmine. Vediamo quali altri animali adottano questa forma di organizzazione sociale.
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Cos’è il matriarcato nel regno animale
Il matriarcato è un particolare tipo di struttura sociale che non esiste solo tra gli esseri umani, ma anche nel regno animale. Cosa implica? Questo sistema, molto comune anche tra i primati, come il bonobo, pone l’esemplare femmina in qualità di leader del gruppo.
All’interno dell’organizzazione matriarcale, la femmina prende decisioni relative a difesa, cibo, migrazione e ogni altro aspetto che possa interessare la vita del branco di cui è a capo.
Esempi di matriarcato nel regno animale
Oltre alle strutture sociali in cui è il maschio a comandare, esistono numerose specie dove a capo del branco si pone la femmina. Quali sono gli esempi di matriarcato nel regno animale?
Oltre alle api, la leadership femminile è esercitata anche tra numerosi altri animali. Ad esempio, tra elefanti, orche, lemuri e bonobo. Scopriamo nel dettaglio tutto ciò che c’è da sapere sull’organizzazione sociale di questi animali.
La struttura sociale delle api
L’esempio più comune di matriarcato nel regno animale è rappresentato dalla società delle api. A capo dell’alveare, si pone l’ape regina, che è la madre di tutti gli altri esemplari. Senza di lei, la colonia non potrebbe esistere. Infatti, è l’unico insetto che può riprodursi e deporre le uova.
L’alveare è composto per la maggior parte da esemplari femmine. Le api rientrano tra gli animali più laboriosi in natura. Esse, infatti, si occupano di lavorare, curare le larve e raccogliere il polline. I maschi, invece, hanno una funzione esclusivamente riproduttiva.
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La leadership delle femmine tra i primati
Nel regno animale, non mancano esempi di matriarcato tra i primati. Tra le specie in cui sono le femmine a detenere la leadership ci sono i bonobo, anche noti come scimpanzé nani.
A partire dagli anni Settanta, il primatologo Takayoshi Kano si accorse che nei gruppi di questi animali i maschi non esercitavano violenza sulle femmine. Infatti, la loro struttura sociale, anziché essere basata sulla legge del più forte, si fonda sulla cooperazione.
Le femmine bonobo, in particolare, possiedono grandi abilità di collaborazione, che usano per sottomettere i maschi. Tra le altre specie di primati in cui la leadership è femminile ci sono i lemuri.
Questi animali, originari dell’isola del Madagascar, vivono in branchi formati da un minimo di 15 individui, a capo dei quali si trovano le femmine. Le loro relazioni con gli esemplari maschi sono basate sulla violenza.
Elefanti e matriarcato
L’elefante è il più grande mammifero del regno animale la cui struttura sociale è organizzata nel matriarcato. Una mandria di questi animali è composta da diverse famiglie ed è comandata dalla femmina.
Una volta raggiunta l’età adulta, gli esemplari maschi lasciano il gruppo per vivere da soli o insieme ad un altro elefante dello stesso sesso. Si ricongiungeranno alla propria mandria solo in occasione della stagione riproduttiva.
Per gli elefanti, la memoria e l’esperienza di ogni membro del gruppo contano più della sua forza. Le femmine sono più adatte a detenere il comando perché sanno individuare pericoli e predatori, oltre che scovare la presenza di acqua nelle estati più calde e interagire con gli esseri umani.
L’organizzazione sociale delle orche
Anche la struttura sociale delle orche è un esempio di matriarcato nel regno animale. I gruppi composti da questi grandi mammiferi marini possono essere guidati da un singolo esemplare, solitamente la femmina più anziana, o da più orche, che dividono tra loro gli incarichi.
I piccoli dell’orca trascorrono la loro intera esistenza insieme alla propria madre, anche da adulti. Per questo, i branchi sono composti da più generazioni.
Laura Bellucci