Sembra che l’Intelligenza Artificiale, tra le tante cose, riesca a rivelarci che cosa dice il nostro cane, ma è davvero così?
Il mondo che conosciamo o che abbiamo conosciuto in parte quando eravamo piccoli e mentre crescevamo sta cambiando molto rapidamente. Una svolta è molto recente ed è l’Intelligenza Artificiale applicata in diversi settori. Questa ci permette di creare immagini, video, descrizioni, scenari. In molti luoghi sta prendendo il posto di lavoro delle persone. Ci sono pro e contro, ma abbiamo mai pensato di applicarla ai nostri amici a quattro zampe? Gli studiosi lo hanno fatto, spinti anche dal noto modo di dire che “ai cani manca solo la parola”. E se potessero averla?
Pian piano si sta cercando di applicare il sistema dell’AI a tutti i settori in modo da facilitare le cose. Un gruppo di studiosi ha provato ad applicarla anche agli animali domestici, in particolare, ai cani. Pensate se il vostro cane potesse davvero parlarvi perché c’è uno strumento che traduce i suoi vocalizzi nel nostro linguaggio. Incredibile, vero? Ecco tutti i dettagli.
Alcuni ricercatori dell’Università del Michigan sta sviluppando uno strumento che dovrebbe essere in grado di interpretare i vocalizzi di un cane. I risultati di questo esperimento sono stati presentati a Torino al Joint International Conference on Computational Linguistics, Language Resources and Evaluation.
L’obiettivo è quello di tradurre in parole sia che genere è il cane, quanti anni ha e di che razza è, ma anche e soprattutto se ha un abbaiare felice, triste, arrabbiato o altro. Insomma, interpretare il suo stato d’animo in modo che possa comunicare meglio con le persone e loro con lui.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema >>> Come capire se il cane è felice di vederti: che cosa guardare
Così come l’AI farebbe con il linguaggio umano, i ricercatori hanno fatto analizzare dall’Intelligenza Artificiale oltre 70 registrazioni con abbaiare di cani. Il risultato è un’accuratezza nel rivelare i dettagli del cane che sta abbaiando pari al 70%. Data la complessità del compito, gli studiosi sono molto soddisfatti.
Non è stato facile reperire quelle registrazioni, però. I cani dovevano essere registrati in natura passivamente, oppure servivano le autorizzazioni dei padroni. Ad ogni modo, un sistema di questo tipo servirebbe molto a facilitare il rapporto tra cani e persone. In particolare, queste ultime riuscirebbero a comprendere meglio le emozioni e le necessità del loro amico a quattro zampe.
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