Alcuni si vedono, di altri non lo si direbbe mai ma li hanno: quali sono gli animali coi baffi in natura e a quali categorie appartengono.
Appartengono alle più disparate categorie in natura, che non sono in alcun modo ‘imparentate’, ma la cosa più bizzarra è sicuramente il fatto che in alcuni di essi questa caratteristica sembra invisibile: stiamo parlando di tutti gli animali coi baffi. Quali sono in natura e che caratteristiche hanno, ma anche come utilizzano quello che è molto di più di un fattore estetico.
Quelli forse più noti sono dei felini e sono anche denominati ‘vibrisse’, una parola che deriva dal latino e che significa appunto ‘vibrare’. Questi peli rigidi sul muso degli animali infatti sono ricchi di terminazioni nervose, e non sono dei semplici ornamenti estetici. Essendo dotati di grandi capacità sensoriali, questi peli consentono loro di sentire tutto ciò che è attorno.
Ben radicati nella pelle e ricchi di nervi e vasi sanguigni, i baffi degli animali non hanno tutti la stessa lunghezza, non occupano tutti lo stesso ‘posto’ sul corpo (alcuni li hanno infatti attorno agli occhi) ma sono di certo in grado di far spostare l’animale, farlo orientare, inseguire la preda ed essere un buon predatore anche quando cala la notte.
Ad alcuni è facile riconoscere i baffi, perché si vedono distintamente e spesso diventano una delle caratteristiche distintive dell’animale in questione. Ma sarebbe tanto riduttivo quanto ingiusto limitarsi ai gatti e ai felini in generale, poiché anche altre creature ne sono dotate…e si vede. Premesso che fin dai primordi gli animali sono stati baffuti, sebbene le vibrisse abbiano cambiato ‘posizione’ sul corpo negli anni (pensiamo a quelli sulle zampe, detti carpali’), in molti li hanno mantenuti. Ma di quali animali si tratta?
Nell’ambito di questo nutrito elenco, è bene fare alcune precisazioni importanti: se per alcuni di essi che si muovono in acqua, i baffi servono ad orientarsi in questo ambiente, quelli dei roditori servono in superficie per cercare cibo e trovare alcuni oggetti. Gli scoiatt9oli sono dotati addirittura di quattro paia di baffi disposti su: occhi, mento, gola e naso.
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‘Anche lui li ha?’: eppure potremmo non averlo mai notato ma i baffi ce li hanno anche alcuni animali ‘insospettabili’ come ad esempio gli uccelli. In realtà si tratta di piume simili a peli, ovvero le cosiddette ‘setole rictal‘. Come li utilizzano? Per orientarsi negli spazi e andare alla ricerca di cibo. Quelli dei pesci come storione, pesce gatto e carpa, si chiamano ‘barbigli‘.
I primati ne sono dotati, ma se quelli diurni ne hanno meno e li controllano poco, quelli notturni li utilizzano molto di più anche perché le condizioni di luce non sono favorevoli di notte. Della loro stazza non sono certo i baffi i primi ad essere notati, ma anche gli elefanti li hanno, concentrati tutti sul tronco della proboscide, che è un organo tattile (infatti sono diventati sensibili anche i baffi che la ricoprono).
Per valutare lo spazio a disposizione in volo e cercare i fiori dai quali succhiare il nettare, i pipistrelli e gli uccelli hanno dei baffi molto sensibili anche in movimento; per quanto possa sembrare lucido e glabro, anche i cetacei ne sono dotati, ma se alcuni li hanno sulla testa, altri come il Rio delle Amazz0oni, li ha sul muso.
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