Ci sono motivazioni e bisogni nel cane che sarebbe opportuno conoscere per avere un migliore rapporto di convivenza con lui.
Anche se viviamo a stretto contatto con il nostro cane, a volte alcuni comportamenti potrebbero non essere di facile e immediata comprensione. Dobbiamo comunque tenere presente che apparteniamo a due mondi diversi che, però, hanno dei punti di contatto molto forti.
Infatti, spesso si crea una connessione tra cane e chi se ne prende cura, tanto che quest’ultimo riesce a capire cosa c’è dietro i suoi atteggiamenti. Ci concentreremo, in particolar modo, sulle motivazioni nel cane dietro ad alcuni suoi comportamenti abituali.
Qui di seguito parleremo di una motivazione in particolare che non appartiene solamente ai cani, ma a tutti gli esseri viventi. Quindi, vale la pena informarsi un po’ meglio.
Motivazioni nel cane: cos’è la motivazione et-epimeletica
Quando un cane è piccolo, ancora un cucciolo o comunque molto giovane, ha dei comportamenti atti ad attirare l’attenzione di chi gli sta attorno. Questo tipo di atteggiamento avviene sia per un bisogno fisiologico (bisogno di cibo e acqua), sia per un bisogno emotivo (di cure e di affetto).
L’insieme di queste tendenze contribuisce a dare forma alla personalità del cane. In particolare, in questi comportamenti “infantili” si parla di motivazione et-epimeletica. Che cosa significa?
La motivazione et-epimeletica si può definire come il bisogno di richiedere cure da parte di un essere vivente. È una spinta innata che si manifesta nei cuccioli nei confronti della madre, ma anche in esemplari adulti nei confronti di chi se ne prende cura.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema >>> Guadagnare la fiducia del cane: per un rapporto sano e felice con Fido fai così
Infatti, a qualsiasi età il cane chiede attenzioni alle persone che ha attorno. Magari vuole essere accarezzato e coccolato. Questo è una espressione di benevolenza e di personalità docile. Questa motivazione non è uguale in tutti i cani, dipende molto dalla razza e dalla personalità individuale.
Usano questa tecnica, se così si può chiamare, anche per allontanare l’aggressività ed evitare un conflitto, sia tra cane che tra esseri umani. Avrete notato spesso, ad esempio, come il cane si mette a pancia in su scodinzolando. Questo è uno degli atteggiamenti mossi dalla motivazione et-epimeletica.
I cani più propensi
È vero che dipende molto dalla personalità, dalla genetica e da come è stato cresciuto ed educato un cane. Tuttavia, ci sono alcune razze più propense a questo tipo di atteggiamento rispetto alle altre.
I Labrador Retriever e i Golden Retriever, ad esempio, sono cani che mostrano spesso questa motivazione nei confronti di chi sta loro attorno, anche se in origine erano cani da riporto.
Ancora di più si può vedere nei Bulldog francesi, inglesi o nei Carlini. Sono quelli che più di altri vengono accolti in appartamenti, in gruppi e che, quindi, sviluppano un attaccamento speciale nei confronti di chi li circonda.
Questi, più di altri, possono ricercare, soprattutto alla sera, le attenzioni da parte delle persone avendo atteggiamenti strani come gli occhi languidi, lo scodinzolare insistentemente, il guaire e simili.
È utile assecondare queste richieste per fargli capire che è voluto bene ed apprezzato. Ovviamente, non deve esserci solo questo e non in modo totalitario. Un cane deve avere diverse motivazioni nella sua giornata altrimenti potrebbe legarsi troppo e avere dei disturbi, come l’ansia da separazione.