Lasciare il cane in auto può essere pericoloso non solo in estate ma durante tutto l’anno, la conferma arriva da uno studio
Un team di ricercatori della Nottingham Trent University ha svolto uno studio su un tema ritenuto particolarmente delicato in estate: i pelosetti lasciati in macchina. Con la bella stagione le temperature aumentano e, come ormai tutti sappiamo, lasciare il proprio cane in auto diventa un’azione pericolosa. I risultati dell’esperimento hanno portato ad una conclusione importante e inaspettata: scopriamo quale.
Lasciare il cane in auto: un pericolo da non sottovalutare
A differenza di quanto si possa comunemente pensare, il pericolo dei cani lasciati in auto non è una “questione tipicamente estiva” ma riguarda tutto l’anno.
Gli studiosi, infatti, hanno riscontrato che le temperature monitorate all’interno delle auto in esame erano abbastanza elevate da rappresentare un rischio per la salute dei cani, in qualsiasi mese l’anno.
Per svolgere le loro ricerche, gli esperti hanno misurato le temperature interne delle macchine nel Regno Unito, ovviamente in assenza di animali domestici.
L’analisi è stata eseguita ogni giorno, per due anni, facendo registrare un dato inatteso: in qualsiasi mese dell’anno le temperature degli abitacoli superavano i 25° C.
Temperature così elevate possono provocare colpi di calore nel cane soprattutto nelle razze brachicefale, ossia quelle con il muso piatto, come bulldog e carlini.
Il picco di caldo pericoloso non è a mezzogiorno
Un’altra importante scoperta fatta dal team riguarda il picco di caldo.
Lo studio ha mostrato che nell’abitacolo le temperature più elevate si verificavano tra le 16 e le 17 e non a mezzogiorno. Durante tale fascia oraria spesso si toccavano i 35°C.
Tali temperature non sono state riscontrate solo nei mesi estivi, ma in un arco che andava da aprile a settembre. In particolare il picco più elevato si è verificato in giugno 2018 alle 16:57, raggiungendo i 54,5° C.
Gli studiosi ritengono che le temperature più adatte ai cani siano comprese tra i 15-25° C, in funzione di una serie di fattori, quali:
- la razza;
- la lunghezza del pelo;
- la forma fisica.
Date tali premesse, risulta chiaro che temperature al di sopra dei 35° C metterebbero in serio rischio qualsiasi razza canina.
Quando il cane si trova in ambienti troppo caldi, inizia ad ansimare per regolare la sua temperatura, ma lasciare l’animale per troppo tempo in auto fa sì che anche tale “rimedio” perda di efficacia.
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Colpo di calore dei cani: un segnale di allarme
Lasciare il cane in auto lo espone al rischio di colpo di calore.
I segnali che devono metterci in guardia sono:
- respiro affannoso;
- gengive e lingua rosse o scure;
- senso di confusione;
- instabilità.
I sintomi del colpo di calore nei cani possono sfociare in diarrea, vomito e persino collasso o coma. In tali casi bisogna intervenire immediatamente in quanto il Fido è in serio pericolo di vita.
Cambiamenti climatici e il loro impatto
Secondo una delle ricercatrici della Nottingham Trent University, Emily Hall, i cambiamenti climatici stanno provocando un aumento delle temperature globali e pericolose ondate di calore.
In tali condizioni, il rischio non è rappresentato solo dal lasciare il cane in auto.
Se un veicolo è molto vecchio, non dotato di aria condizionata o di alcun meccanismo di ventilazione, il cucciolo potrebbe essere esposto a temperature pericolose anche durante lunghi viaggi o in caso di veicolo fermo o in coda sotto al sole.
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La soluzione: mai lasciare il cane solo in auto
Date le premesse, l’unico modo per ovviare il pericolo è non lasciare mai il cane solo in auto.
E come abbiamo detto, ciò vale sempre, in qualsiasi mese dell’anno, in qualsiasi fascia oraria. Quindi al bando finestrini aperti e macchine parcheggiate all’ombra.
Tali “accorgimenti”, infatti, non sono sufficienti a proteggere i nostri quattro zampe poiché anche lasciarlo per pochi minuti può rivelarsi fatale.
Gli autori dello studio, pubblicato sull’Open Veterinary Journal, si augurano che le loro scoperte siano utili a sensibilizzare i padroni su questo grave rischio, purtroppo ancora troppo spesso sottovalutato.
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Manuela Lucugnano