L’AI può tradurre quello che miagolano i gatti o siamo troppo sognatori?

L’AI può tradurre quello che miagolano i gatti o siamo troppo sognatori?

Potremo davvero parlare con loro perché l’AI tradurrà il linguaggio dei gatti o è pura utopia? La risposta che tutti aspettano.

Gatto parla e l'AI traduce
L’AI tradurrà illingiaggio dei gatti? Con una App è possibile tradurre i miagolii felini (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Alle volte le parole non servono poiché basta guardarsi negli occhi coi nostri amati felini, ma è innegabile che molti padroni sperano di poter instaurare un giorno un vero e proprio dialogo con questi animali. Ma quella che sembrava un’utopia può trasformarsi in realtà a breve? In realtà ci sono delle possibilità che prima o poi l’Ai tradurrà il linguaggio dei gatti, ma non tutti sanno se e quando si metteranno in pratica: la risposta che in molti attendono.

I gatti ci parlano già: come ci riescono?

Magari non sarà immediato da tradurre ma i gatti già utilizzano un linguaggio per comunicare con noi: si tratta di un codice fatto non di parole naturalmente ma di sguardi, espressioni, movimenti sia col corpo sia con la coda e perfino con gli odori! Sono molti i segnali da interpretare ma, una volta trovata la ‘chiave’, saremo sicuramente in grado di capire il suo stato d’animo in quel momento.

Gatto rilassato
Gatto assume una posizione: Micio ci parla anche attraverso il linguaggio del corpo (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Quando vorrà mostrarci di sentirsi perfettamente a suo agio, Micio si mostrerà rilassato e disteso, mentre quando sarà in stato di allerta, magari pronto ad acciuffare una preda, gli occhi saranno ben aperti e tutto il corpo proteso verso la povera vittima. Lo stato di ansia invece lo costringerà a stare con la testa appiattita e le pupille dilatate, mentre la rabbia lo porterà ad irrigidirsi magari accompagnandosi a qualche miagolio minaccioso.

Infine facciamo attenzione alle estremità del suo corpo: cosa dice la coda del gatto? Bisogna interpretare anche le posizioni che assume per capire di cosa ha bisogno o se è il caso di stargli alla larga.

L’AI tradurrà il linguaggio dei gatti: utopia o realtà?

Probabilmente se lo avessimo detto ad alta voce qualche decennio fa avrebbero ipotizzato una nostra pazzia, eppure con i balzi in avanti della tecnologia non è affatto impossibile ora immaginare che l’AI tradurrà il linguaggio dei gatti. I due pionieri del sofisticato software MeowTalk (che dal nome riprende appunto il miagolio tipico felino) sono Sergei Dreizin e Mark Boyes hanno pensato di analizzare e tradurre il linguaggio dei gatti attraverso questa App.

Sarà sicuramente di grande aiuto per i neo padroni ma anche per quelli che desiderano interpretare al meglio i bisogni del loro felino, frustrati perché non vi riescono: grazie a questa App gratuita si potranno tradurre i miagolii felini in frasi semplici e soprattutto umane. Ad esempio ad un determinato suono potrebbe corrispondere una richiesta di cibo o di relax, e così via.

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L’AI tradurrà il linguaggio dei gatti: scarica la App!

E’ ovvio che si tratta di un lavoro ancora ‘in progress’, motivo per il quale tutti gli utenti sono chiamati a dare il loro contributo al perfezionamento del sistema: in particolare tutti gli utenti che utilizzano MeowTalk potranno dare un voto alla loro esperienza. Pare che dal 2020, anno della sua immissione sul mercato, già oltre 20milioni di persone abbiano scaricata questa App e la stessa abbia finora analizzato circa un miliardo di miagolii emessi dai nostri amici a quattro zampe.

Verso del gatto
Miagolio del gatto: l’AI traduce i miagolii dei gatti con una App (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Il suo funzionamento è piuttosto semplice: il suono emesso dal felino viene confrontato con un ampio database, che indica la sua traduzione possibile più vicina (si stima circa un 70% di precisione). Sebbene l’obiettivo di stringere il rapporto tra padrone e animale domestico sia da tutti condiviso, non mancano le voci di dissenso, come quella dell’esperta comportamentista felina Charlotte de Mouzon. La professoressa dell’Università francese Paris Nanterre appare ancora un po’ scettica sull’efficacia e della veridicità delle traduzioni proposte, tuttavia si mostra entusiasta della promozione del legame tra umano e felino.

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