Tutte le curiosità sulla falena colibrì: come comportarsi con il sorprendente ospite se lo incontriamo nel nostro giardino.
La Falena colibrì (anche nota come Sfinge del galio o come Macroglossum stellatarum) appartiene alla famiglia dei lepidotteri Sphingidae. A causa del forte ronzio prodotto dal movimento delle sue ali gli esperti sottolineano che sarebbe davvero molto difficile non accorgersi dell’avvicinamento di questo straordinario lepidottero nella nostra direzione. La falena colibrì viene chiamata anche Sfinge del galio in virtù delle sue caratteristiche fisiche. Da una parte “sfinge” poiché simile a un bruco a riposo e “galium” poiché derivante da un’omonima pianta favorita – per il nutrimento di questa specie – dalle larve.
Incontrare una falena colibrì, mentre passeggiamo in un parco oppure all’interno del nostro giardino, spiegano gli esperti, non è – in realtà – un fenomeno che dovrebbe considerarsi come un accadimento essenzialmente raro.
Quel che spinge infatti la falena colibrì a visitare i nostri giardini ricchi di piante e specie floreali è – in primis – il loro imprescindibile interesse nei loro confronti. La falena colibrì si nutre di fiori ed è pertanto un esemplare di lepidotteri innocuo per l’uomo.
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Particolare per le sue caratteristiche fisiche – quasi come il piccolissimo lepidottero divenuto celebre poiché simile a un barboncino – il Macroglossum stellatarum, rispetto alle normali falene, tende a spostarsi, e a migrare di fiore in fiore, durante le ore diurne.
Quando vediamo una falena colibrì la prima impressione è spesso quella di avere a che fare con un piccolo uccello. La velocità delle sue ali – oltre al suo aspetto – è un altra motivazione per cui questo adorabile e goloso lepidottero viene spesso confuso con un colibrì.
Infine, se notiamo che una Sfinge del galio si avvicina o rimanere più tempo del previsto sulle piante o sui fiori del nostro giardino non dovremmo preoccuparci neppure per la loro incolumità. Il motivo?
La falena colibrì non è dannosa e questo discorso non vale soltanto per gli esseri umani, ma anche per gli altri animali e per le piante. Questo lepidottero si nutre del nettare dei fiori ma non è nocivo per loro. Ama, inoltre, specialmente le loro inflorescenze e si nutre di esse grazie al suo sottile prolungamento che si trova all’apice del suo musetto. Se doveste avvistarne uno, dunque, non spaventatevi. (Giada Ciliberto)
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