La scienza risponde a un quesito piuttosto comune: il cane assomiglia davvero a i suoi umani oppure è solo un’impressione?
La prima scena di un film d’animazione diventato un classico come La carica dei 101 apre sulle immagini di una serie di cani portati a spasso dai propri pet mate. La particolarità? Ogni persona ha lo stesso identico aspetto del cane. Colore di capelli uguale a quello del mantello, modo di camminare, attitudine generale: i secondi sembrano i sosia a quattro zampe degli umani. Non si tratta, però, solo di un elemento che suscita ilarità, ma di un fatto che sembra rispecchiare in molti casi la realtà. Non è infrequente osservare in strada coppie di pet mate e animali che si assomigliano. Ma si tratta solo di un’impressione o è davvero così? La scienza risponde alla domanda.
Secondo numerosi studi, la somiglianza tra cani e proprietari non è solo un’impressione, ma ha radici profonde nella psicologia, nella genetica e nell’evoluzione. Quando camminando al parco si noterà un quattro zampe dall’aspetto simile a quello del suo pet mate non sarà dunque una pura casualità o una percezione personale.
A dimostrare tale assunto è un esperimento condotto dal professor Nicholas Christenfeld e Michael Roy all’Università della California, i volontari riuscivano a individuare le coppie di cani e padroni solo osservandone le fotografie, e talvolta anche se queste erano limitate a dettagli come gli occhi. La ricerca suggerisce che la somiglianza tra umano e animale vada oltre il colore o il taglio dei capelli, dal momento che include dettagli espressivi che riflettono la stessa personalità. La ricercatrice del progetto di geo-antropologia Dog Studies, Yana Bender, che lavora presso l’Istituto Max Planck, ha spiegato che questo legame non è solo una questione di aspetto, ma riflette una sintonia profonda che si costruisce col tempo.
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Non diversamente da quanto accade tra partner umani, anche tra cani e pet mate si crea una “regolazione emozionale reciproca” che rafforza somiglianze comportamentali e caratteriali. Così, un padrone ansioso potrebbe influenzare l’atteggiamento del suo cane verso il mondo, e viceversa, un cane calmo potrebbe aiutare il proprietario a gestire meglio lo stress. A ciò si aggiunge anche un fattore come quello psicologico, dal momento che le persone sono esteticamente più attratte dai cani che somigliano loro. Secondo Katrina Holland, ricercatrice del Dogs Trust nel Regno Unito, questa preferenza è guidata dal cosiddetto “effetto di mera esposizione”. Si tratta in questo caso di una tendenza psicologica per cui gli umani sono istintivamente attratti da ciò che appare familiare. La tendenza, come sottolineato da Holland, è più marcata nei cani di razza dato che i loro tratti fisici sono stabili e facilmente riconoscibili, mentre tra i meticci le somiglianze possono essere meno evidenti.
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Ma non è solo l’aspetto ad essere rilevante. Ciò che conta è anche l’aspetto caratteriale. La stessa socievolezza o timidezza dell’essere umano si riflettono anche sul cane. Uno studio di William Chopik, psicologo sociale, ha analizzato i profili di personalità di 1.681 coppie di cani e proprietari, evidenziando che caratteristiche come estroversione, nevroticismo e affettuosità si rafforzano nella coppia nel tempo.
Non solo i comportamenti appresi, ma un rapporto di fiducia sviluppatosi durante migliaia di anni di addomesticamento radicano il rapporto esistente tra la specie umana e quella canina. Diversi studi dimostrano come in situazioni di stress, i cani osservino attentamente le reazioni del padrone per decidere quale è il comportamento migliore da assumere. I secoli di addomesticamento hanno fatto sì che i cani sviluppassero un’abilità nel riconoscere le emozioni umane, reagendo alle espressioni facciali e comprendendo i sentimenti degli esseri umani.
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La scena iniziale di La carica dei 101 (o secondo il titolo in originale The Hundred and One Dalmatians), romanzo del 1956 della scrittrice inglese Dodie Smith divenuto notoriamente conosciuto soprattutto grazie al film d’animazione del 1961 di Walt Disney e alle più recenti pellicole in live-action, non è quindi così lontano dalla realtà. (di Elisabetta Guglielmi)
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