Il simbolo del leone ha un significato complesso, arricchito dalle leggende create dalle varie culture: un mix perfetto per chi lo sceglie come tatuaggio- FOTO
Coraggio e nobiltà ma anche sacralità avvolgono la figura di questo maestoso felino, che non a caso è detto anche il ‘Re della giungla’. È un animale dalla doppia simbologia: da un lato la luminosità della forza e dell’energia celeste, dall’altra quella negativa della cieca e distruttiva impulsività. Ecco perché il leone ha da sempre affascinato le culture mondiali che hanno arricchito la simbologia legata al suo tatuaggio.
Dal nome scientifico Panthera leo, il leone è un mammifero della famiglia dei felidi, il più grande rispetto a tigre, leopardo, giaguaro e leopardo delle Nevi. Generalmente abita la savana e le praterie, ma si adatta facilmente anche ad aree cespugliose e foreste. Ama stare in gruppo grazie ad uno spiccato spirito di socialità: il branco è formato da un maschio alfa e una femmina alfa oppure tra esemplari che hanno tra loro un rapporto di parentela (compagni, fratelli, genitori e prole). I maschi adulti possono anche scegliere di piccolo gruppo di soli maschi, i cui elementi poi si distaccheranno per formare delle proprie famiglie. In genere il distacco avviene per un litigio e per la cacciata di un maschio da parte di un altro. È anche il cosiddetto ‘predatore alfa’, all’apice della catena alimentare, e condivide con l’uomo questo primato. I leoni sono carnivori, e hanno di bisogno di un quantitativo di carne giornaliera pari a 5 kg per le femmine adulte e 7 kg per i maschi. Ma riescono anche a mangiare molto di più, anche fino a 30 kg di carne in una sola volta. La preda non deve essere consumata tutta in un unico pasto ma può essere lasciata riposare per qualche ora e finita in un momento successivo. Inoltre la loro occupazione principale non è quella di cacciare tutto il giorno: anzi circa 20 ore su 24 le trascorrono a riposare. In genere amano essere in attività dopo il tramonto: pulizia, rapporti sociali e sessuali, proseguendo con la caccia notturna che dura fino all’alba. Come distinguere un maschio dalla femmina? Il primo ha la criniera! E forse è proprio questa caratteristica che lo ha fatto diventare uno dei simboli più diffusi nella storia delle civiltà. Troviamo le prime testimonianze della sua presenza accanto all’uomo nelle Grotte di Lascaux e in quella di Chauvet, per poi finire in sculture, dipinti, storie e leggende.
In Cina il leone si arricchisce di fascino per la sua associazione al potere, forza che domina su tutto e guida spirituale. Statue di leone con una grande criniera custodiscono le porte dei luoghi dove sono posti: di solito si trattava di tombe imperiali e cimiteri di ricchi aristocratici. Il nome acquisito dall’animale è Fu o leone di Buddha. Prima di essi erano posti sulle porte delle città o dei luoghi degli animali frutto della fantasia: un mix tra esseri mitologici e gli animali che comunemente abitavano il territorio. Il leone è arrivato in terra cinese grazie ad alcuni scambi commerciali e culturali con le terre africane ma anche con l’Asia centrale e occidentale, ma fin da subito la sua imponenza fisica gli ha donato un’aura di regalità. Nella gran parte dei casi la sua figura è associata a quella della femmina della specie, ma con una differenza nella raffigurazione. Il maschio infatti ha sotto la zampa destra una sfera lavorata, che simboleggia il ‘fiorire della vita’; la femmina invece ha un cucciolo sotto la zampa sinistra, simbolo della specie che si riproduce e si rinnova. A quanto pare la sua comparsa in terra cinese risale all’epoca della dinastia Han, nella persona dell’Imperatore Zhan di Han: il leone, insieme ad altri animali esotici, gli fu dato in dono dall’impero partico. Stessa pratica di ‘dono’ fu adottata nei confronti della dinastia mongola dei Khan. La rappresentazione che si fa del leone nelle varie città e durante le celebrazioni e feste tradizionali cinesi è via via diverso in ogni posto, ma la sua funzione è sempre quella di custode della pace.
Nella filosofia buddista il leone racchiude in sé molteplici valori, tra i quali di certo la dignità, la stabilità e il coraggio. Probabilmente Buddha si incarnato anche in un leone, in una delle sue innumerevoli vite. Ma come ha fatto il leone ad entrare e diventare uno dei cardini della religione buddista? La risposta è nell’intenso attecchirsi della stessa filosofia in terra cinese. Di fatto il leone nella simbologia di Buddha ha rubato il posto che era della tigre. La prima testimonianza di un leone è da parte di un monaco, durante la dinastia Song, il quale paragona la veemenza del suo Dio al ruggito di questo animale, il leone appunto. Questa associazione tra la voce potente del Dio e il verso imponente dell’animale sarebbe rimasta a vita uno dei cardini della religione: essa è così da riuscire non solo a farsi ascoltare da tutti, ma anche da riuscire a prevenire il male e le eresie. La sua forma e dominanza aveva lo scopo di intimorire i fedeli e ‘obbligarli’ ad una sorta di reverenziale rispetto nonché timore. La filosofia buddista si basa su due principi contrastanti ma coabitanti, lo yin o yang, che devono essere in perfetta armonia. I due principi erano in coppia esattamente come il leone è accanto alla leonessa. Oltre ad avere un significato ‘regale’, il leone è anche un simbolo di buona fortuna contro la cattiva sorte e gli spiriti maligni, di conseguenza venivano posti davanti alle case e ai luoghi più importanti come buon augurio.
Le caratteristiche animali del leone, come quella ad esempio di non chiudere mai gli occhi, è diventata il simbolo dello stare sempre all’erta, di non perdere mai il controllo. Inoltre la sua aura mistica e di congiunzione tra cielo e terra, ovvero tra il mondo dei vivi e quello dell’Oltretomba è dimostrato anche dalla cultura degli antichi Egizi: la sfinge infatti è un leone con la testa di uomo. Nelle culture popolari che via via hanno messo radici nelle culture asiatiche e non solo, il leone è anche simbolo di caos e del male: quindi non sempre il suo potere dominante è visto di buon occhio. Talvolta può anche connotarsi di prepotenza e forza smisurata utilizzata ad aggredire. Al contrario nel pensiero esoterico esso è il simbolo del sole quindi la forza intesa come luminosità e luce sul buio della conoscenza e del sapere. Il leone inoltre simboleggia la persona che riesce a superare i limiti impostigli dalla vita: tutti coloro che superavano le prove di Mitra ad esempio erano soprannominati ‘leoni’. Secondo invece il filosofo Jung il leone rappresenta le passioni che sono rimaste in un tormentato silenzio, nel nostro inconscio: se queste dovessero uscire fuori potrebbero assorbire completamente il nostro Io interiore. Infine nell’alchimia, filosofia che sosteneva la trasmutabilità dei metalli vili e grezzi in oro, è utilizzato come simbolo dell’evoluzione della pietra filosofale, come elemento del fuoco.
Dopo aver letti del significato del leone nelle varie culture del mondo, anche molto diverse e lontane da quella italiana, la scelta di tatuare un leone si arricchisce di simbolismo. Rappresenta la forza, la regalità, la dominanza e anche il sole. La sua luminosità e la luce sono caratteristiche divine, che lo pongono quindi a metà tra cielo e terra; inoltre è il re della giungla, degli animali quindi guida per loro grazie al suo coraggio e alla sua saggezza. Quindi prima di sceglierlo come tatuaggio è bene sapere che esso rappresenta: forza, potere, regalità, giustizia e autorità. Ma la sua forza ha anche una accezione negativa, sebbene i lati positivi siano in numero maggiore. E’ adatto a chi si sente forte e autoritario, atto a comandare e ad essere superiore ai suoi simili. Inoltre è una persona disposta a tutto per mantenere la sua supremazia, anche a far vedere i denti e a ruggire con veemenza: chi se lo fa tatuare sa cosa vuole dalla vita e sa gestirla senza farsi dominare. In pratica è un leader che ruggisce per imporre il suo potere, ma dimostra anche le sue qualità. E’ un tatuaggio dal significato forte e aggressivo.
Un piccolo cenno a parte merita la rappresentazione giapponese del soggetto del leone: generalmente si utilizza una tecnica di disegno molto raffinata e stilizzata, che richiama le sculture e i monumenti che spesso si ritrovano davanti alle porte delle città cinesi e anche nipponiche.
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F.C.
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