I nostri cani ci vedono come genitori o come i loro padroni? I segnali che chiariscono la relazione dal punto di vista ‘canino’.
Si parla sempre più spesso di ‘umanizzazione’ degli animali domestici da parte dei padroni e di quanto questo possa essere giusto o sbagliato nei confronti loro e della loro natura; tuttavia però non sappiamo quale considerazione abbiano i nostri amici a quattro zampe di noi umani. E’ lecito chiedersi dunque se i nostri cani ci vedono come genitori o come padroni: per capirlo sarà necessario analizzare alcuni segnali.
E’ facile per un padrone di un animale domestico imbattersi in dibattiti del tipo: è giusto o sbagliato trattare i nostri Pet come dei figli? Premesso che ciascuno di noi è libero di comportarsi come vuole col proprio quattro zampe, è altrettanto vero che quelli che invitano a trattarli come animali lo fanno soprattutto per ‘rispettare’ la loro natura, che non può (e non deve) essere paragonata a quella umana (né snaturata, naturalmente).
Infatti se da un lato c’è chi ama accudirli come se fossero dei bambini piccoli, dall’altro c’è chi pensa che un comportamento del genere possa in qualche modo ‘danneggiare’ la personalità, gli istinti e la spontaneità dei nostri amici animali, quasi privandoli del loro modo di essere (che è poi il motivo che li rende tanto speciali), fino a provocare seri danni al loro benessere.
Questa umanizzazione forzata dei Pets può avere effetti assolutamente dannosi per la loro salute: basti pensare ad esempio al cambiamento delle loro abitudini alimentari, con l’imposizione di diete diverse da quelle che dovrebbero seguire e spesso nocive per la loro salute (dieta vegana per cani e gatti).
Quando si vive con un animale domestico è facile che si venga ad instaurare tra umano e animale una relazione stretta e così profonda da valicare alcuni confini, fino a creare un legame quasi filiale, simile a quello di un padre verso il figlio (spesso infatti i cani sono trattati come figli: giusto o sbagliato?). Questo accade perché è l’uomo a prendersi cura dell’animale, a provvedere ai suoi bisogni primari, ed è Fido o Micio o chi per loro a ricambiare queste attenzioni con tutto l’affetto di cui è capace.
Ma è altrettanto vero che, nonostante l’intesa palpabile, alcuni pensieri del nostro cane restano un mistero: uno di questi riguarda proprio la considerazione che ha di noi, al di là dell’amore e della fedeltà che lo lega al suo umano preferito. Tuttavia uno studio dell’università di Pisa ha voluto evidenziare proprio l’attaccamento degli animali nei confronti dei loro padroni, che è strettamente legato ovviamente al tipo di relazione che instauriamo con loro e al loro modo di considerarci.
Senza esprimere alcun giudizio personale in merito ma basandosi su evidenze scientifiche ottenute attraverso alcuni test cui sono stati sottoposti i cani, i ricercatori dell’Ateneo toscano hanno messo in luce che, se per l’uomo spesso quello che si viene a creare con l’animale è un rapporto di dipendenza affettiva, che vuole spesso ‘colmare’ alcune mancanze dal punto di vista umano e personale, per il cane è diverso.
Se vuoi saperne di più, leggi un nostro approfondimento sul tema >>> L’umanizzazione dei Pets: è giusto o no trattare i cani come umani
Siamo dunque diversi da loro (e meno male!), diversi anche nel tipo di rapporto che andiamo a creare con gli stessi animali! Infatti il cane ci vede come un care-giver, una persona che appunto si prende cura di lui, delle sue esigenze e dei suoi bisogni primari, un punto di riferimento a cui rivolgersi quando si ha bisogno di qualcosa insomma. Fido distinguerà dunque il legame con mamma cagna (attaccamento primario) e quello con colui che ‘ne farà le veci’ una volta che lo avrà adottato (attaccamento secondario).
Dunque per lui ricopriremo un ruolo di genitore, perché è appunto la figura materna o paterna a prendersi cura delle sue necessità: si tratta di una sorta di dipendenza, che poco o nulla ha a che fare con l’amore e la fedeltà dell’animale verso l’uomo. E’ altrettanto vero che il legame sarà fortemente condizionato dal passato del cane, dalle condizioni in cui vive e dal contesto.
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