I “no” sono importanti anche per il cane: ecco cosa accade quando glieli dici

Comprendere il no al cane: l’impatto delle emozioni e dell’atteggiamento umano sulla psicologia e sul comportamento dei nostri amici a quattro zampe

Dire il no al cane è una pratica comune tra i proprietari di animali, ma spesso viene fraintesa nei suoi effetti reali. Molti credono che il cane, quando viene rimproverato, provi un senso di colpa simile a quello umano. Tuttavia, gli studi scientifici dimostrano il contrario: i cani non sono in grado di comprendere il concetto morale di errore come lo intendiamo noi.

dito fa segno di no al cane
Dire “no” al cane: perché è fondamentale farlo – amoreaquattrozampe.it

Quando un cane abbassa le orecchie, evita lo sguardo o assume una postura rigida dopo un rimprovero, non lo fa perché si sente colpevole, ma perché risponde allo stato emotivo del suo umano. Questo comportamento è stato analizzato da Alexandra Horowitz della Columbia University, che ha evidenziato come il cosiddetto “sguardo colpevole” sia una reazione all’emozione del proprietario, e non alla consapevolezza di una colpa. La sensibilità del cane verso il tono di voce, i gesti e il linguaggio corporeo del proprio compagno umano è altissima.

Per questo motivo, il no al cane può generare confusione se non viene espresso in modo coerente e comprensibile. Un cane che riceve messaggi contrastanti potrebbe non capire cosa ci si aspetta da lui, finendo per vivere un momento di disagio o frustrazione. Questa frustrazione può sfociare in comportamenti ripetitivi o insistenti, come abbaiare senza sosta, scavare compulsivamente o continuare a ripetere il comportamento vietato, nonostante il divieto. Uno studio del 2018 pubblicato su Animal Cognition ha dimostrato che i cani possono sperimentare emozioni simili alla frustrazione umana quando viene impedito loro di completare un’azione desiderata.

Come capire se un cane è infelice?

È fondamentale comprendere che molti gesti del cane, come il leccare, non sono semplicemente abitudini fastidiose da reprimere con un secco “no”. Secondo la veterinaria comportamentalista Liza Cahn, si tratta di comportamenti naturali, legati alla comunicazione e all’interazione sociale. Leccare, ad esempio, è un segno di affetto, ma anche una forma di dialogo emotivo e una manifestazione di benessere.

Cane
Un cane con lo sguardo triste può nascondere un disagio emotivo: osserva il suo comportamento quotidiano – amoreaquattrozampe.it

Privare il cane della possibilità di esprimersi secondo la sua natura può portare a un aumento del disagio emotivo. Tra i segnali da non ignorare ci sono la coda tra le gambe, le orecchie abbassate, il rifiuto del contatto visivo e movimenti nervosi o ripetitivi. Questi sono chiari indicatori di un malessere interiore, che, se trascurato, può evolvere in veri e propri stati d’ansia o in comportamenti disfunzionali.

È perciò essenziale saper leggere questi segnali e agire con empatia e coerenza. La chiave per una comunicazione efficace con il proprio cane è la coerenza. Il veterinario comportamentalista Joël Dehasse sottolinea l’importanza dell’associazione ripetuta tra un comportamento e la sua conseguenza. Se il no al cane è sempre seguito da un’alternativa positiva e da un rinforzo coerente, il messaggio diventa chiaro. Ad esempio, se al cane viene detto di non salire sul divano, ma gli viene offerto un tappeto comodo e premiato quando lo usa, col tempo il comportamento desiderato sarà acquisito in modo naturale, senza stress.

Come dire “no” al cane nel modo giusto?

In determinati contesti è molto più efficace utilizzare il rinforzo positivo piuttosto che la punizione. Premiare i comportamenti corretti e proporre alternative praticabili consente al cane di sentirsi ascoltato, rispettato e sicuro. In questo modo, il legame con il proprietario si rafforza e l’apprendimento diventa un processo sereno e duraturo.

Donna che sgrida il cane
Scopri come dire “no” al cane senza creare confusione o stress – amoreaquattrozampe.it

Il no al cane non dovrebbe mai essere un’esplosione emotiva o un gesto impulsivo, ma uno strumento di guida, inserito in un sistema educativo stabile, chiaro e rispettoso. Solo così si può favorire la crescita armoniosa del cane e preservare il rapporto di fiducia che lo lega al suo punto di riferimento umano.

Infine, ricordiamo che ogni cane ha la propria personalità e il proprio modo di interpretare il mondo. Saper osservare, ascoltare e comunicare in modo empatico è il primo passo per una convivenza felice.

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Dire il no al cane, dunque, non è sbagliato, purché sia coerente, comprensibile e sempre accompagnato da alternative che rispettino la sua natura e i suoi bisogni comunicativi.

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