Una curiosità che può attirare l’attenzione di molti: le farfalle si ricordano di essere state dei bruchi? Scopiamo insieme cosa dice la scienza.
Molto spesso tendiamo a porci domande a cui a volte difficilmente troviamo risposte. Tuttavia spesso gli studiosi proprio grazie alle domande che si pongono le persone tendono a studiare per dare una risposta alla curiosità di queste ultime.
Un esempio è proprio rispondere al quesito se le farfalle si ricordano di essere state dei bruchi. Tale domanda, nell’ultimo periodo, è stata molto in voga sui social e alcuni esperti hanno voluto dare una risposta, vediamo insieme quale.
Sebbene la maggior parte delle domande che ci poniamo siano riferite ai nostri animali domestici, ci sono persone che si pongono domande, anche solo per la curiosità di trovarne una risposta, su altre specie di animali, come per esempio le farfalle.
Se anche tu sei curioso di sapere se le farfalle ricordano di essere state dei bruchi, alcuni ricercatori tra cui Martha Weiss, biologa della Georgetown University, possono darti una risposta.
Nel 2008 la biologa insieme a Douglas J.Blackistone ed Elena Silva Casey, iniziarono a studiare la memoria delle farfalle e come queste ultime potessero sopravvivere giornalmente utilizzando i loro ricordi.
Nello studio di quegli anni è emerso che durante la metamorfosi, il bruco ridistribuiva parte delle sue cellule nel corpo, in modo tale da poter formare gli organi e i tessuti che gli sarebbero serviti per la vita adulta.
Tuttavia la biologa Weiss, dopo anni di distanza, ha rivelato che dalla ricerca insieme ai suoi colleghi è stato scoperto anche che le cellule del sistema nervoso durante la metamorfosi non subivano alcun cambiamento.
Ciò suggeriva che le farfalle potevano ricordare la loro vita da bruchi, in quanto il loro cervello non era stato toccato dal processo di sviluppo. Ma vediamo come si è svolto lo studio.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema>>> Come nascono le farfalle: cosa è importante sapere sugli insetti
Come sono arrivati gli scienziati a comprendere che i centri nervosi dei bruchi non venivano sostituiti nel momento in cui questi diventavano farfalle? Come hanno fatto a capire che la memoria del bruco resta uguale anche quando diventa farfalla?
Per lo studio, sono stati presi in considerazione degli esemplari di bruchi di Manduca Sexta, una falena conosciuta anche come sfinge del tabacco. I ricercatori hanno rilasciato nell’ambiente dove erano presenti tali bruchi, dell’acetato di etile. In questo modo i bruchi potevano associare l’odore di quest’ultimo ad esperienze negative.
Gli esperti hanno offerto ai bruchi la possibilità di scegliere se restare in un ambiente “contaminato” dall’odore dell’acetato di etile o di trasferisti in un ambiente con aria normale, prima di trasformarsi in farfalla.
Il 78% degli esemplari ha deciso di spostarsi nell’ambiente dove vi era aria normale, in quanto avevano collegato quell’odore di acetato di etile ad un’esperienza negativa.
Successivamente, quando i bruchi hanno compiuto la metamorfosi, trasformandosi in farfalle, il 77% di essi continuava a scegliere di restare nell’ambiente senza la presenza di acetato di etile.
Ciò significa che le farfalle avevano conservato la memoria di quando erano bruchi, ossia quella di evitare l’ambiente con l’acetato di etile.
Gli studiosi hanno dimostrato, dal punto di vista anatomico, che i neuroni dei centri nervosi presenti nei bruchi erano rimasti gli stessi anche quando questi ultimi sono diventati farfalle. Tale esperimento ha dimostrato quindi, che la memoria associativa sopravvive alla metamorfosi dei bruchi.
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