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Grooming nei mammiferi: cos’è, chi lo pratica, a cosa serve

Hai mai sentito parlare di grooming nei mammiferi? Questa pratica va oltre le semplici operazioni di pulizia e assume significati sociali.

Grooming nei mammiferi (Foto Adobe Stock)

In etologia, il termine “grooming” indica un comportamento praticato da mammiferi e altre specie animali. Si tratta di una pratica di igiene, durante la quale un esemplare si dedica alla pulizia di un altro membro del proprio gruppo, rimuovendo i parassiti. Scopriamo di più su questa interessante operazione, capendo quali sono i suoi risvolti e da chi è effettuata.

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Cos’è e chi lo pratica

Il grooming è praticato da mammiferi, ma anche uccelli e pesci (Fonte Adobe Stock)

La pratica del grooming nei mammiferi consiste nella rimozione di pelo, sporcizia e piccoli parassiti. In particolare, con il termine “autogrooming” ci si riferisce all’attività di pulizia che l’animale esercita su se stesso.

Si parla invece di allogrooming quando l’operazione è effettuata da un esemplare nei confronti di un suo simile. Anche conosciuta come toeletattura sociale, in alcune specie questa operazione presenta dei risvolti che trascendono le semplici abitudini igieniche.

Tra gli animali che si dedicano a questa attività rientrano pesci, volatili e primati, come gli oranghi. Sapevi che anche Fido e Fuffi praticano il grooming? Vediamo nel dettaglio qual è il suo scopo e quale significato assume nelle varie specie.

La toelettatura sociale nei primati

Nei primati, questa pratica può essere usata per indurre la femmina all’accoppiamento (Foto Pixabay)

Pensando alla pratica del grooming, i primi mammiferi che ci vengono in mente in relazione alla cura del corpo sono i primati. Secondo gli scienziati, la funzione primaria di questa attività è volta a favorire la cooperazione tra i membri del gruppo.

Questa operazione serve anche a innalzare il prestigio sociale di chi la esercita. Per questo, gli esemplari sono predisposti a praticarla, in modo da acquistare una posizione di maggior rilevo durante i conflitti.

Inoltre, in questi mammiferi il grooming serve a ridurre l’aggressività. Tale tecnica può essere anche utilizzata dai maschi, per indurre gli esemplari femmine all’accoppiamento.

Ad esempio, uno studio della Nanyang Technological University di Singapore ha rivelato che nei macachi indonesiani, dopo l’operazione, la femmina può arrivare ad avere fino a quattro rapporti sessuali in un’ora. Normalmente, invece, sarebbero al massimo due.

Grooming nei mammiferi: il cane

Le operazioni di pulizia reciproca tra cani indicano un rapporto di affetto e parità (Foto Adobe Stock)

Il cane cura la propria igiene personale ricorrendo ai denti e alla lingua. Fido effettua il grooming su un altro mammifero specialmente se appartiene alla sua stessa specie e se tra i due c’è un rapporto di familiarità.

Questa operazione, infatti, attesta il riconoscimento degli animali come membri del medesimo gruppo, in un rapporto paritario. In alcuni casi, il cane potrebbe effettuare il grooming sul suo proprietario, leccandolo o mordicchiandolo molto delicatamente.

Si tratta di un comportamento che rivela un forte legame ma che, se praticato con eccessiva frequenza, può dimostrarsi un problema. Infatti, il significato sociale di questa pratica rivela che chi la esercita su un altro soggetto lo reputa un proprio pari.

Per questo, sarebbe bene non incoraggiare Fido in tale operazione, in modo che possa continuare a considerarci come un leader e rispetti la nostra autorità.

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Grooming nei mammiferi: il gatto

Il grooming rafforza il legame affettivo tra mamma gatta e i cuccioli (Foto Pixabay)

Tra i mammiferi che si dedicano al grooming ci sono anche i gatti. Conosciamo bene l’importanza della pulizia per il felino. Infatti, un manto sporco nel gatto può significare problemi di salute o essere indice di un disagio emotivo.

Così come per Fido, questa pratica assume per Fuffi un importante significato sociale. Si tratta di un comportamento che il gattino impara dalla madre. Nei suoi primi mesi di vita, infatti, la gatta lecca i suoi piccoli non solo per pulirli e stimolare le loro funzioni fisiologiche.

Il grooming ha anche lo scopo di rafforzare il legame affettivo tra mamma gatta e i cuccioli. In realtà, questa operazione non veniva praticata dagli antenati del micio, non essendo animali sociali.

Il felino, dunque, ha assunto tale comportamento nel corso del processo di addomesticamento. Esso serve ad esprimere intimità e a rendere più forti i legami tra i membri della stessa specie. Non solo: il grooming ha lo scopo di mantenere le relazioni gerarchiche e permette agli esemplari dello stesso gruppo di riconoscersi.

Infine, questa pratica può anche essere usata nella risoluzione dei conflitti. Praticando questo comportamento sugli esseri umani, il gatto esterna grande fiducia e affetto.

Laura Bellucci

 

 

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