Gli occhi del cane brillano all’esterno di notte o nella propria casa al buio grazie una caratteristica che li rende diversi, in seguito al loro processo evolutivo, dall’uomo.
Il fatto di riuscire a notare che gli occhi del cane si illuminano al buio, differentemente da quanto accade agli esseri umani, potrebbe anche rappresentare un aneddoto che si verifica piuttosto raramente nella vita di ognuno di noi. Eppure, secondo gli studiosi in materia, si tratta di un fenomeno reale e che ha inoltre – alla sua radice – delle scientifiche spiegazioni. Se, in caso contrario, vi è già successo di guardare gli occhi di un fido e impressionarvi di fronte al modo che hanno quest’ultimi di brillare al buio: potrete indagare ora, nei dettagli, qual’è la ragione per la quale tale fenomeno si manifesta.
A volte può accadere di accorgersi di questa involontaria capacità di un fido anche osservando una sua vecchia fotografia scattata nelle ore notturne. Ad ogni modo, per comprendere la ragione della loro particolare luminosità al buio e il funzionamento della loro vista, è innanzitutto necessario approfondire l’anatomia dell’occhio di un cane.
Se guardiamo negli occhi un cane – specialmente di notte – ci accorgiamo che i suoi occhi sono talvolta propensi a mostrarsi come se brillassero di luce propria. Eppure questa è soltanto la nostra prima impressione, in realtà non è propriamente così. Uno dei primi indizi a tal riguardo ha a che vedere con l’assenza – nella colorazione degli occhi del fido – di bioluminescenza naturale.
La stimolazione luminosa che agisce sull’occhio del cane, attraversando dapprima la cornea, innesca un’interazione tra la vista e il cervello del fido. Quel che deriva da quest’interazione determina la capacità di vedere del cane. Se anche gli occhi dei gatti si illuminano col buio, anche i felini sono in grado di vedere grazie alla medesima interazione. Inoltre sia gli occhi dei cani che gli occhi dei gatti possono regolare la modalità di ricezione della luce grazie alle pupille.
Quando gli occhi del cane recepiscono il fascio di luce quest’ultimo passa attraverso la parte vitrea dell’occhio fino a raggiungere la retina. Dopo che la retina e i suoi fotorecettori hanno ricevuto l’immagine proiettata dalla luce la inviano al cervello grazie al nervo ottico.
Quel che diversifica cani e gatti dagli esseri umani è la loro superficie oculare retroriflettente. Questa caratteristica è determinata dal differente processo evolutivo di questi animali sin dall’antichità. Dovendo sviluppare ulteriormente la vista, poiché spesso in situazioni di scarsa o assente luminosità, i cani e i gatti hanno la straordinaria capacità di conservare la luce durante la loro visione.
I fotorecettori, nei cani e nei gatti, sono posizionati dietro la retina e permettono anche alla minima quantità di luce recepita di non disperdersi e di inviare ulteriori input all’occhio per vedere più nitidamente.
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