L’iniziativa di un ospedale in favore degli animali e dei loro umani: i quattro zampe potranno fare visita ai pet mate in terapia intensiva.
Gli animali domestici sono parte integrante della famiglia e per la maggior parte degli umani che vivono con loro l’idea di separarsene non è assolutamente contemplata. Il legame affettivo che si instaura tra gli esseri umani e i loro amici a quattro zampe è davvero speciale e permette a entrambi di superare qualsiasi genere di difficoltà. Lo sanno bene i responsabili di una struttura ospedaliera francese che hanno deciso di accettare che gli animali facciano visita ai loro umani in terapia intensiva.
L’iniziativa di un ospedale per permettere agli animali di fare visita in terapia intensiva ai loro umani
La scelta di permettere ai cani dei pazienti di entrare in corsia per dare conforto alle persone ricoverate viene attuata dagli ospedali dopo l’approvazione della direzione ospedaliera e dei familiari dei degenti.
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La procedura in genere avviene in misura del tutto straordinaria. Nel caso di un ospedale francese, però, la situazione è diversa. Alla struttura ospedaliera di Villeneuve-Saint-Georges, nella regione di Parigi, i pazienti ricoverati in terapia intensiva potranno ricevere la visita dei loro animali domestici durante la malattia. I responsabili della struttura hanno recentemente introdotto un protocollo innovativo che consente ai pazienti ricoverati in terapia intensiva di vedere i loro quattro zampe.
L’iniziativa rappresenta un importante passo avanti nel fornire benessere psicologico ai pazienti, alleviando lo stress e favorendo il recupero attraverso la presenza rassicurante dei loro amici a quattro zampe. I pazienti traggono beneficio dalla compagnia del loro gatto o cane. I quattro zampe sono in grado di dare energia e forza ai loro pet mate, che potranno così affrontare con maggior determinazione il percorso di guarigione. Al fine di garantire che le visite si svolgano in sicurezza, sono state adottate precise misure igieniche. Gatti e cani devono essere vaccinati, sverminati e puliti prima della visita e le lenzuola del paziente vengono cambiate subito dopo l’incontro.
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Per evitare il contatto con altri pazienti, gli animali potranno entrare nell’ospedale solo attraverso un ingresso separato, dedicato appositamente a loro così da ridurre al minimo i rischi di contaminazione e garantire la sicurezza di tutti i pazienti. I medici hanno osservato un cambiamento significativo nei pazienti dopo l’incontro con i propri animali domestici. L’iniziativa è ancora in fase sperimentale nell’ospedale di Villeneuve-Saint-Georges, ma è già stata adottata in altri presidi ospedalieri e potrebbe aprire la strada a un nuovo modo di intendere la cura dei pazienti in condizioni critiche, offrendo loro il sostegno emotivo che solo un animale domestico può dare.
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I benefici dovuti alla presenza degli animali domestici sulla salute delle persone sono ormai noti e dimostrati da diversi studi medici e psicologici. Proprio per questo motivo, spesso le strutture ospedaliere sono andate contro le proprie regole, permettendo agli animali di far visita ai loro umani ricoverati.
Come è dimostrato da diverse ricerche, i proprietari di cani e gatti riescono a mantenersi più calmi e rilassati in contesti stressanti rispetto alle persone che non ne possiedono uno. Il cuore, in particolare, è il primo organo a ricevere benefici dovuti alla presenza costante di un felino domestico. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università del Michigan presentato al congresso annuale dell’American Academy of Neurology, la compagnia di cani e gatti può ridurre il declino cognitivo negli anziani. La ricerca ha analizzato nel corso di sei anni le capacità cognitive di oltre mille e trecento anziani, ai quali sono stati somministrati diversi test sull’utilizzo delle parole e sull’abilità numerica. I soggetti che vivevano accanto a un quattro zampe hanno riportato i risultati migliori.
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In virtù degli effetti benefici che gli animali domestici mostrano di avere, risollevando il morale delle persone e facendole sentire meglio, si può sperare che anche altri ospedali decidano di seguire l’esempio della struttura francese. (di Elisabetta Guglielmi)