I nostri felini riescono a sentire i gusti esattamente come noi umani? Ecco se il gatto sente l’amaro e se i cibi senza zucchero sono di suo gradimento.
Sappiamo proprio tutto sui sensi del gatto? Possiamo dire con certezza che il felino ha il gusto sviluppato esattamente come tutte le sue altre capacità? Potremmo scoprire cose molto interessanti e che ignoravamo completamente. Ecco dunque se il gatto sente l’amaro e come reagisce ai cibi senza zuccheri, e quanto è diverso il senso del gusto dei felini rispetto a quello di noi umani.
Se i sensi umani dell’olfatto e della vista non possono neppure mettersi a paragone con quelli del nostro micio, sul fronte del gusto possiamo ‘giocarcela’. Infatti a quanto pare, il nostro senso del gusto è addirittura superiore a quello felino!
A livello di papille gustative quelle umane raggiungono vetta a 9000, mentre quelle del gatto non superano solitamente le 473. Esse, seppur in numero diverso, hanno una funzione fondamentale per la vita di tutti gli esseri umani, poiché consentono di distinguere un gusto dall’altro.
Solo assaggiando i gusti un gatto, così come l’umano, sarà in grado di capire quali sono i cibi che gli piacciono e quali invece quelli che il suo palato proprio non gradisce. Infatti le papille rilevano il gusto e inviano i messaggi rilevati al cervello, che li elaborerà.
Non solo per i gatti, che sono prettamente carnivori, ma anche per gli erbivori in particolare il senso del gusto è fondamentale per distinguere le piante e le erbe nocive e tossiche da quelle buone e che non fanno male.
Può sembrare strano che un animale con dei sensi ipersviluppati come il felino, possa essere ‘inferiore’ a noi per quanto riguarda il gusto. Non si tratta solo di numero di papille gustative, ma anche di essere più o meno sensibili a un gusto piuttosto che a un altro.
In particolare il palato dei gatti non rileva il gusto dolce: infatti sono in grado di percepire il salato, l’amaro, l’acido e il cosiddetto ‘umami’ (in giapponese: saporito) ma non il dolce. Questa ‘deficienza’ si è venuta a creare nel corso del processo evolutivo del micio: il gatto ha avuto la necessità di distinguere un cibo amaro e quindi presumibilmente cattivo e andato a male rispetto a quello dolce.
Inoltre consideriamo che il corpo del micio non ha alcun bisogno di assimilare carboidrati e zuccheri, quindi non si è neppure impegnato più di tanto a riconoscerli. Ma se vediamo il nostro felino domestico gironzolare con fare sospetto attorno a un dolce dobbiamo pensare a un’eccezione? Probabilmente no, perché il gatto può essere attratto anche solo dal grasso di quel cibo e non dagli zuccheri.
Infine i gatti non possiedono l’enzima digestivo degli zuccheri (glucocinasi), a differenza di cani e umani, e poi ricevono tutte le componenti dolci di cui hanno bisogno dalle piante.
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Gli scienziati dell’AFB International, una fondazione specializzata in alimentazione animale, e dell’Integral Molecular, una società di Biotecnologie, hanno studiato i due ricettori del gusto felini per eccellenza: Tas2r38 e Tas2r43.
In base ai risultati effettuati sui gatti, pare che questi recettori siano molto più sensibili all’amaro rispetto a quelli umani: in pratica lo percepiscono molto di più e in modo più marcato.
Forse anche per questo i nostri felini domestici sembrano così ‘pignoli’ in fatto di cibo, proprio perché rilevano gusti differenti rispetto a quelli rilevati dal nostro palato. E poi consideriamo anche altri fattori che sono fondamentali per la scelta di un cibo da parte del felino: la grandezza, la forma e perfino la temperatura (meglio se a temperatura ambiente o sui 30°).
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In un precedente articolo, Sai che cos’è l’organo di Jacobson nel gatto? Scopriamolo insieme, abbiamo già spiegato le funzioni di questo ‘organo ulteriore’ che possiedono cani e gatti e che collega il naso alla bocca.
La sua funzione è quella di annusare i cibi ed evitare quelli che hanno un odore sgradevole ma anche per i feromoni. Non a caso si dice che i gatti mangiano col naso, il che non è del tutto sbagliato, a quanto pare.
Francesca Ciardiello
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