Credi di sapere proprio tutto sul gatto nero? Eppure ci saranno delle curiosità che non avrai mai letto su di lui e che forse ti faranno cambiare idea.
Se ne vedi uno per strada scappia gambe levate? Eppure non per tutti è una sfortuna incontrarne uno, anzi potrebbe addirittura cambiarti in meglio la giornata? Ecco quali sono tutte le curiosità, i miti e le leggende sul gatto nero e tutto ciò che c’è da sapere su quanto di controverso si dice su di lui. Una storia ricca di storie (vere e false) che accompagnano da sempre questo prezioso felino dal pelo scuro.
Il gatto nero porta sfortuna: ne siamo proprio sicuri?
Sembra vero ancora adesso, e anche per coloro che cedono meno al fascino delle ‘credenze’ che vedere un gatto nero per strada sia presagio di qualcosa di cattivo che sta per succedere. Eppure non è stato sempre così e non per tutti.
Se pensiamo agli antichi egizi, dobbiamo assolutamente stravolgere la nostra idea: per questo popolo, il gatto era un animale sacro, compreso quello nero. Non a caso i gatti egiziani sono diventati molto famosi in tutto il mondo. Ma allora quando la sua fama ‘sacrale’ ha iniziato a vacillare? Nel Medioevo, quando la figura del micio dal pelo scuro ha accompagnato quella delle streghe (o presunte tali).
Il colore nero ha iniziato a diventare presagio di morte, di lutto e di cattivi accadimenti, spesso legati ad avvenimenti fortuiti davvero frequenti: il gatto, ma non solo quello nero, poteva spaventare i cavalli che circolavano nelle città e provocare incidenti anche mortali.
Il gatto nero nell’antico Egitto
Ma perché questi felini erano così importanti per i faraoni e le loro regine? Per la loro lealtà e fedeltà, per il loro essere di compagnia, oltre che per estrema eleganza. In particolare quello nero poteva affiancare a lungo il suo padrone perché, secondo una stima dell’Istituto nazionale contro il cancro negli USA, è anche quello più longevo e immune alle malattie (naturalmente, con le dovute eccezioni).
Gli antichi egizi avevano addirittura dato il volto di un gatto ad una divinità, la dea Bastet, come simbolo di fertilità e come protettrice di tutti i felini. I gatti contraccambiavano tutte queste manifestazioni d’amore, rendendosi ‘utili’ nella caccia ai topi.
Coloro che facevano del male ai gatti o ne provocavano la morte, venivano puniti con la pena capitale, mentre al gatto non solo era data degna sepoltura, ma addirittura per alcuni era prevista una mummificazione.
La fama del gatto porta-sfortuna nell’arte: i tentativi di ‘emancipazione’
Non possiamo certo dire che gli artisti non ci abbiano provato a cambiare la fama del micio nero. Sia nella musica, con una famosissima canzone dello Zecchino d’oro, sia nella letteratura, con il racconto di Edgar Alla Poe, il gatto nero voleva essere associato a un compagno fedele, che tutti i bambini desideravano.
Nel caso del racconto di Poe, addirittura è grazie all’intervento del micio dal pelo nero che si svela il mistero dell’omicidio di una donna ad opera del marito. Perfino nei film, e in particolare anche associandolo ad una strega bella e sorridente, il gatto nero sembra aver perso la sua ‘aura’ negativa.
Sulla scia di questa visione positiva del gatto nero, e anche per sensibilizzare anche gli animi di chi non solo li evita ma addirittura può far loro del male, è stato istituito il giorno del gatto nero.
La leggenda di Mr. Whittington sul gatto nero
Tanti i racconti e i miti su di lui, che ne mettono in luce soprattutto le doti e i valori di fedeltà e amicizia; ma ve ne è una in particolare che si distingue dalle altre con l’idea che ‘avere un gatto nero’ può fare la fortuna di un uomo.
Il protagonista di questa leggenda, tale Mr. Whittington, possedeva come unica sua ricchezza un gatto. Ed è proprio grazie alle sue incredibili capacità di cacciatore, che questo gatto fece la fortuna del suo padrone, arricchendolo a dismisura.
Per non parlare di leggende delle culture buddiste, giapponesi, musulmane e altre che sottolineano i poteri paranormali del micio, oltre che definirlo simbolo di buona salute e prosperità.
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Francesca Ciardiello