Perfido, come il suo amico umano e con un solo obiettivo: distruggere gli ometti blu. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul gatto di Gargamella del famoso cartone animato I Puffi? Scopriamole insieme.
Gli appassionati del ‘I puffi’ non possono certo aver dimenticato il perfido mago Gargamella e il suo gatto. Entrambi avevano un solo obiettivo, quello di distruggere e creare problemi ai piccoli ometti blu, salvo avere sempre la peggio alla fine di ogni avventura. Si tratta di uno dei protagonisti animali del cartone animato firmato dalla matita del fumettista Peyo, che sono diventati famosi in tutto il mondo. Ma che caratteristiche ha questo felino, fedele al crudele mago, disposto a tutto pur di soddisfare il suo padrone? Nome, razza e tante altre curiosità.
Sono proprio una bella coppia di cattivi il mago Gargamella, inconfondibile nella sua tunica nera, con pochi capelli e il grosso naso e il suo fedele felino domestico, un micio dal pelo rosso di cui forse non tutti conoscono il nome. Ma qual è l’obiettivo di questa spietata coppia di padrone-gatto? Quello di catturare tutti i piccoli ometti blu, i puffi, che vivono nel loro villaggio.
Secondo il cartone, lo scopo del mago era quello di acciuffarli per mangiare di loro o per trasformarli in oro, mentre nel film pare che voglia risucchiare la loro essenza di felicità per diventare il più grande mago del mondo. In ogni caso ogni suo tentativo, seppur coadiuvato dal prezioso aiuto del suo micio, fallisce miseramente per la gioia dei puffi e degli spettatori, che naturalmente fanno il tifo per loro.
Ma nelle sue rocambolesche avventure sempre fallimentari, il mago Gargamella ha sempre il suo fedele alleato, il cui nome è Birba. Ma anche sul nome vi sono dei dubbi: innanzitutto in molti sostengono che si tratti di un esemplare femminile e non maschile, il cui nome di origine fosse addirittura quello dell’Angelo della morte, ovvero Azrael.
Birba c’è sempre, fin dall’inizio del racconto della storia ovvero l’incontro tra il mago Gargamella e i puffi narrato nell’episodio “Il viaggio nel tempo di Gargamella” della quinta stagione. Il primo vive costantemente nel suo laboratorio, arredato con provette e contenitori di magiche pozioni, mentre i piccoli ometti nel loro villaggio, il cui leader è Grande Puffo (inconfondibile col suo cappello a punta rosso) e con una sola femmina, di nome Puffetta.
La storia di Gargamella inizia con una grossa delusione: la sua espulsione dalla scuola dei maghi. Dopo il fallimento di quell’avventura che costituiva il suo sogno, l’uomo va nei boschi a fare una passeggiata, ed è proprio qui che Birba scova il primo, piccolo ometto blu con gli occhiali, Quattrocchi. E per risollevare il morale del suo padrone glielo porta in dono.
Il mago, che non aveva mai visto una creatura simile, cercò sui suoi libri per saperne di più sull’origine di quella strana creatura e scoprì che il Puffo era un ingrediente fondamentale e ricercato dagli alchimisti per trasformare il piombo in oro. Da quel momento catturare i puffi, la cui sostanza donava il colorito blu, diventa la sua nuova missione di vita. Nello stesso episodio tuttavia il prode Grande Puffo corre in aiuto del suo concittadino per liberarlo, approfittando della rocambolesca caduta del cattivo Gargamella.
Ma come mai il sesso di questo gatto non è ben definito? Perché in realtà ‘cambia’ da una versione all’altra del racconto: in quella originale, si tratta di un esemplare maschio mentre nell’adattamento in lingua italiana il suo sesso è femminile. Ma quando appare il micio rosso? Fin dal primo racconto ‘Il ladro dei Puffi’, pubblicato sulla rivista ‘Spirou’, numero 1130. La sua prima apparizione avviene nel 1959, ma anche nelle versioni cinematografiche più recenti del 2011, 2013 e 2017 della serie non poteva mancare.
C’è un indizio fondamentale che contraddistingue il felino Birba, il suo pelo: si tratta di un gatto arancione, con la pancia che è bianca e un piccolo taglio sull’orecchio destro. I suoi grandi occhi neri sono caratterizzati da pupille tonde, e non sono a fessura come quelli dei gatti in natura; alle volte è possibile vederlo con gli occhi gialli (questo accade nelle puntate del cartone animato) e altre volte con gli occhi bianchi (di solito nei fumetti).
Vive con Gargamella e partecipa ad ogni attività che si svolge nel laboratorio di quest’ultimo, ma il suo amore e la sua fedeltà non vengono sempre contraccambiate: spesso il mago, frustrato dai continui fallimenti dei suoi propositi, lo tratta male e se la prende con il suo micio, incolpevole e anzi collaborativo ai suoi scopi. Gli appellativi coi quali spesso si rivolge all’animale sono davvero impietosi: “miserabile gattaccia“, “testa di piviere” o “stordita“.
Uno dei suoi punti deboli? L’acqua, infatti come tantissimi gatti che odiano bagnarsi e il contatto con l’acqua, anche Birba si rifiuta di lavarsi. Ma oltre a miagolare, a differenza dei suoi simili ‘reali’, Birba è in grado di parlare: non fa grandi discorsi ma pronuncia brevi frasi e, quando Gargamella ride con cattiveria, la gatta spesso inizia a ridere nello stesso modo. In altre occasioni invece mostra scetticismo verso l’operato del suo padrone e finisce per sogghignare alle sue spalle quando fallisce.
Ma se Gargamella lo tratta male, pare che anche nella famiglia del mago Birba non sia benvoluto: la madre dell’uomo infatti lo odia, e anche l’altro animale della serie, il cane dei Puffi Cucciolo, ci litiga spesso (d’altra parte si ricopia lo stereotipo secondo il quale cane e gatto non vanno d’accordo).
Altri animali della serie gli fanno paura: il Bue Grasso, della strega Agata e del suo avvoltoio, del padre di Gargamella, Baldassarre e del suo drago, ma anche dell’alce amico di Grande Puffo. Quando il giovane Lenticchia (Scruple) si unisce a Gargamella nella sesta serie animata, Birba spesso commenta assieme al giovane apprendista la stupidità di Gargamella.
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Ma attenzione: Birba non è sempre perfida come il suo padrone. Infatti spesso è la prima a sabotare i piani del perfido mago e ad aiutare i Puffi a scappare in più occasioni. Quindi non si può annoverare tra i personaggi del tutto negativi del racconto.
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