Gatto domestico ed estinzione delle specie selvatiche: quali sono le responsabilità dell’essere umano

Gatto domestico ed estinzione delle specie selvatiche: quali sono le responsabilità dell’essere umano

Il gatto domestico ha causato l’estinzione di diverse specie animali. Quali sono le responsabilità dell’essere umano? E quali i rimedi da adottare?

Gatto domestico ed estinzione delle specie selvatiche
(Foto Adobe Stock)

Tra le varie doti del felino più amato del mondo, oltre alla bellezza e all’affetto che è in grado di dimostrarci, spesso annoveriamo le sue doti di caccia. In realtà, tuttavia, il suo istinto predatorio può costituire un pericolo per la fauna selvatica; basti pensare che il gatto domestico è considerato responsabile dell’estinzione di più di 30 specie diverse. Le reali responsabilità, tuttavia, sono da ascrivere all’essere umano: ecco perché.

Il gatto domestico responsabile dell’estinzione di varie specie

Neruda definiva il gatto come una piccola tigre da salotto.

Gatto domestico (Foto Pixabay)
(Foto Pixabay)

Espressione felice, quella del grande poeta cileno. In effetti il piccolo felino è una vera e propria tigre in miniatura. Un cacciatore provetto grazie alle sue notevoli abilità fisiche.

Il gatto domestico, tuttavia, non ha bisogno di cacciare per la sopravvivenza. D’altronde siamo noi a fornirgli tutto il necessario, e spesso purtroppo anche il superfluo (l’obesità del gatto è un problema sempre più frequente).

Ma questo non vuol dire che il felino faccia a meno della caccia; quello predatorio è un istinto insopprimibile, che l’animale metterà in atto a prescindere da un fine in senso utilitaristico (almeno dal nostro punto di vista).

E le cifre non fanno altro che confermare quanto detto: ogni anno i gatti uccidono miliardi di animali (tra uccelli e mammiferi). Normale, sarebbe lecito pensare: d’altronde è la natura del piccolo felino.

Meno naturali sono gli effetti dell’azione del piccolo cacciatore, ritenuto responsabile dell’estinzione di più di trenta specie diverse, in particolare nella sua storia recente; un impatto notevole sull’ecosistema, e non più rimediabile.

L’obiettivo, tuttavia, è porre un limite agli effetti dovuti ad una caccia non necessaria, per evitare di alterare l’equilibrio ambientale.

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Le colpe dell’essere umano

Come è ovvio che sia il felino ha ben poche reali colpe.

Donna e micio
(Foto Pixabay)

Il gatto fa ciò che gli suggerisce la propria natura. Ma quali sono dunque le responsabilità dell’essere umano? La principale è quella di lasciare il gatto libero di predare, perché questo altera gli equilibri dell’ambiente.

Le ragioni sono diverse. Prima di tutto il numero di gatti, cresciuto enormemente e a dismisura. D’altronde il felino, insieme al cane, è l’animale d’affezione per eccellenza dell’essere umano. Ed è proprio grazie all’azione di quest’ultimo che il numero dei piccoli felini si è gonfiato in maniera innaturale.

Il gatto, inoltre, attua una “concorrenza sleale”, e non solo nei confronti delle specie di cui ha causato l’estinzione.

Un animale domestico è sempre al massimo delle sue energie: ha infatti cibo sempre disponibile, viene curato nell’ipotesi in cui cada preda di una malattia, può riposare meglio e più al lungo, al riparo da pericoli di ogni sorta e dal freddo, all’interno delle mura domestiche.

Insomma, le prede, già svantaggiate per natura rispetto al gatto, hanno ancora meno possibilità di sopravvivere, in un confronto diretto. Inoltre, vanno considerate anche le ragioni di altri predatori.

Gli animali uccisi dal gatto domestico si traducono in meno cibo per tutti gli altri animali selvatici: prede, che tra l’altro, spesso il gatto non consuma (soddisfacendo già tutti i bisogni alimentari) ma che usa per gioco.

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Cosa fare?

La migliore cosa che si possa fare, per evitare che il gatto possa incidere sull’equilibrio ambientale, provocando l’estinzione di altre specie, è quella di tenerlo confinato in uno spazio determinato.

Giardino in sicurezza per il gatto
(Foto Pixabay)

Il che non significa che il felino debba rimanere chiuso tra le mura domestiche, senza possibilità di evasione all’aperto (comunque necessaria per il suo benessere psicofisico). Tuttavia, l’accesso all’aria aperta dovrebbe essere consentito in uno spazio delimitato, dal quale non possa uscire.

Mettere in sicurezza il giardino per il gatto non attenua soltanto l’impatto degli effetti della caccia del felino sull’ambiente, ma lo preserva dai pericoli della strada.

Antonio Scaramozza

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