6 gennaio: giorno della Befana e del suo micio. Qual è la storia del gatto della Befana e perché è diventato così famoso? Tutto quello che si sa di questo speciale felino.
Chi era il micio che accompagnava la Befana nei suoi viaggi notturni nella notte tra il 5 e il 6 gennaio? In realtà non si sa molto su di lui, sebbene la sua figura abbia accompagnato spesso la vecchia signora nelle varie raffigurazioni di lei in sella a una scopa. Ecco cosa si sa della storia del gatto della Befana, del suo ruolo da accompagnatore e di come una delle sue più spiccate caratteristiche abbia deciso il suo destino.
Cosa aveva di diverso il micio che accompagnava la Befana? Beh, innanzitutto non tutti avevano il privilegio di affiancare la vecchietta dal naso lungo e ricurvo che porta doni ai bambini, raggiungendo le loro case in sella ad una scopa. Ma non era solo questa la sua particolarità: se la maggior parte dei gatti erano tigrati o comunque bicolore, il gatto della Befana era completamente nero.
Per tutto il resto dell’anno, il gatto avrebbe fatto compagnia alla Befana in una sorta di letargo, da cui si sarebbero entrambi svegliati nella notte del 5 gennaio successivo.
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Si narra che nel corso di uno dei suoi numerosi viaggi, la Befana avesse perso uno dei suoi doni. O meglio, il suo micio, curioso di conoscere meglio la vita degli esseri umani che vedevano dall’alto della loro scopa in volo, si era sporto troppo e aveva rovesciato il contenuto del sacco con i regali, perdendone uno.
La Befana non si arrabbiò con lui per l’accaduto, ma cercò il modo di compensare la tristezza del bambino cui sarebbe dovuto arrivare il dono e che non avrebbe avuto nulla. Decise che il gatto stesso sarebbe stato il miglior regalo per il bambino ‘sfortunato’: il micio nero non avrebbe potuto esimersi dal suo dovere, dopo essere stato la causa di quello sfortunato incidente.
Come fare per raggiungere il bambino che avrebbe avuto in dono il gatto nero della Befana? Sarebbe arrivato scendendo dal camino e sarebbe stata una gran sorpresa per tutti. Di certo quello più felice fu il bambino, che strinse col felino un’amicizia che sarebbe durata per tutta la sua vita.
In realtà la storia ebbe dunque un finale gioioso: il gatto avrebbe trovato il calore di una nuova famiglia e soprattutto del suo piccolo padroncino, e al contempo avrebbe soddisfatto tutte le sue curiosità sul mondo degli esseri umani.
Secondo la leggenda, dopo quel gatto nero arrivato in dono se ne sarebbero visti sempre di più in giro, contro la cattiva diceria che li vuole funesti e portatori di sventure. A quanto pare la storia del gatto della Befana ci insegna esattamente l’opposto e mette in luce le doti buone e affettuose che ogni felino è in grado di dimostrare ai suoi amici a due zampe.
Francesca Ciardiello
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