Mamma gatta si è stancata partorendo, ma anche il gattino è debole dopo il parto: perché accade e come aiutarlo e riprendere le forze.
Il momento della nascita dei nostri amici a quattro zampe è sempre un momento emozionante, ma non si può negare che sia anche una fonte di grande stress non solo per i ‘protagonisti’ ma anche per i padroni. Quado mamma gatta infatti dà alla luce i suoi piccoli è provata, ma anche i piccoli appena nati potrebbero mostrare segni di stanchezza. Vediamo perché il gattino è debole dopo il parto e cosa fare per rimetterlo in forze.
Cosa provano i gattini appena nati e vedono la luce? A quanto apre nulla, poiché non riescono né a vedere né a sentire. L’istinto però della fame li spinge verso le mammelle di mamma gatta: infatti è lei la sola fonte di nutrimento (solo intorno al mese di vita inizieranno a mangiare cibo solido), e non solo.
Dipenderanno dalla figura materna anche per le cure iniziali e per la loro igiene, e per i primi approcci alla vita sociale. Proprio il fatto di non poter vedere e sentire, potrebbe rendere i gattini insicuri e ansiosi: per questo è importante tenerli al caldo e farli sentire al sicuro.
Come già detto, il momento del parto è molto delicato sia per la mamma sia per i cuccioli sia per i padroni che assistono all’evento in modo più o meno ‘utile’. Bisogna sempre stare con gli occhi aperti perché potrebbero insorgere problemi ed imprevisti.
Basterà guardare i piccoli appena nati per capire quanto sono delicati e fragili: hanno appena lasciato un posto sicuro, caldo e accogliente come il grembo materno e si sentono (comprensibilmente) spaesati. In effetti non è ancora al massimo della sua forma, soprattutto se consideriamo che la vista e l’udito non sono ancora perfettamente sviluppati.
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Il ruolo della mamma gatta è fondamentale non solo perché aiuta il gattino ad ambientarsi e gli presta le prime cure fondamentali, ma anche perché è lei che riuscirà a riconoscere i primi segnali di debolezza e a darci l’allarme.
In particolare è importante capire se il gattino riesce ad alimentarsi senza difficoltà: infatti, poiché non ha forze, potrebbe anche non riuscire ad avvicinarsi alla mammella oppure non riuscire a succhiare.
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Cosa possiamo fare per risolvere la situazione? In realtà il nostro ruolo può sembrare secondario ma non lo è: i padroni infatti hanno il compito di osservare che tutto sia ‘normale’ o segnalare le prime anomalie al veterinario di fiducia, che ci saprà dire come fare.
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Antonio D’Agostino
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