Dal gatto nero alla sfinge, la mitologia ha sempre amato i gatti. Scopriamo altri gatti mitologici nel mondo, meno conosciuti e ancora più misteriosi.
La mitologia è piena di animali improbabili o di versioni particolari di animali comuni. Tra i felini, esistono molte leggende e mitologie riguardanti questi splendidi pelosetti: basta pensare alla sfinge, dal corpo di leone, o ai gatti neri che accompagnavano le streghe nelle leggende medioevali. E non dimentichiamo quanto li amavano gli antichi egizi! Ma cosa c’è nei gatti e nei loro cugini felini di così particolare, che li rende così misteriosi per l’uomo tanto da dar loro poteri soprannaturali? Sembra che le culture di tutto il mondo e in tutte le epoche storiche siano d’accordo su un punto: i felini sono animali veramente magici.
Il nome Cait Sith significa “gatto delle fate”. Questo gatto ha le dimensioni di un piccolo vitello ed è tutto nero, ad eccezione di una macchia bianca sul petto. Gli irlandesi credevano che questo fosse un animale fatato, ma gli scozzesi credevano invece che fosse una strega trasformata in felino. La leggenda narra che un Cait Sith sia una strega che può trasformarsi in un gatto nove volte, ma alla nona trasformazione rimarrà un gatto per sempre. Se un gatto nero incontra un cadavere, gli scozzesi credevano che un cait sith era venuto a rubare l’anima del defunto prima che potesse passare all’altro mondo.
La gente faceva di tutto per proteggere i corpi dei loro cari fino alla sepoltura, facendo anche la guardia 24 ore al giorno. E facevano a gara per farlo, perché credevano che un cait sith si sarebbe fermato a guardarli. E come trucco, avrebbero fatto al gatto un indovinello, senza dare nessuna risposta perché credevano che il cait sith si sarebbe fermato e si sarebbe preso del tempo per meditare sulla domanda. Nella stanza con il corpo non era permesso alcun fuoco (nemmeno di candele o stufe), perché un cait sith poteva essere attratto dal calore. Gli avvistamenti reali di cait sith sono stati attribuiti a gatti della razza scozzese Kellas, che è un ibrido tra un gatto selvatico e uno domestico. Grandi e neri, i gatti di Kellas non possono essere addomesticati.
Un centinaio di anni fa, c’erano molti racconti di felini birichini noti come gatti cactus, nei deserti tentacolari degli Stati Uniti sud occidentali e del Messico settentrionale. Simili nelle dimensioni e nella forma ai gatti domestici, questi gatti mitologici erano coperte di spine e sporgenze simili a cactus, sulle loro code ed orecchie. Il gatto cactus si nutriva del succo di cactus ma non nel modo in cui potremmo pensare. Tagliava il fondo di un cactus e permetteva ai succhi di raccogliersi, ma invece di bere, passava al cactus successivo e faceva la stessa cosa.
Per diversi giorni, avrebbe fatto il giro intero: quando ritornava al primo cactus, i succhi si erano trasformati in alcool. Dopo aver bevuto l’alcool, il gatto si lanciava ubriaco nella notte, urlando rumorosamente, falciando qualsiasi cosa sul suo cammino e lasciando lividi pungenti sui cowboy dopo essere inciampato nei loro accampamenti. Sfortunatamente, la frequente ebbrezza dei gatti cactus ha reso facile per i cowboy una presunta caccia fino all’estinzione.
Il gatto dalla coda sferica è un gatto selvatico che si dice sia stato localizzato nel nord degli Stati Uniti. Simile a un ankylosaurus (un dinosauro con la coda a martello), il gatto dalla coda sferica usa la gigantesca palla d’osso all’estremità della sua coda per schiacciare la sua preda. Questo gatto si crogiola sui rami degli alberi tutto il giorno, in attesa che una vittima ignara passi sotto di lui. Quindi il gatto salta sulla sua vittima e lo colpisce a morte con la coda. Durante la stagione degli amori, i maschi di questi gatti mitologici attirerebbero le femmine tamburellando su tronchi cavi con la coda.
Un gatto selvatico simile sarebbe il gatto a nastro, che si troverebbe negli Stati Uniti meridionali. Come il gatto dalla coda sferica, il gatto a nastro si aggira tra gli alberi in attesa che la preda passi sotto di lui. Tuttavia, il gatto con il nastro ha una coda molto più lunga e simile a un nastro, e la palla all’estremità è liscia su un lato e pungente sull’altro. Invece di utilizzare una strategia di caduta e colpo, i gatti con il nastro colpirebbero il passante sulla testa con il lato liscio della palla. Una volta che la vittima è disorientata, il gatto lo aggancia con il lato a punta, e lo trascina sull’albero.
Gli scandinavi credevano che un gatto troll fosse l’aiutante speciale di una strega. Le streghe ricavano i gatti trolli da vari oggetti, come bastoncini bruciati su entrambe le estremità, fusi avvolti in lana e calze. Dopo aver spruzzato tre gocce di sangue sul gatto troll, una strega recitava un incantesimo, chiedendo a Satana di dare vita alla sua creazione. I gatti troll prendevano la forma di un gatto o di una specie di palla rotolante simile a un gomitolo. Le streghe ordinavano ai loro gatti troll di intrufolarsi nelle fattorie vicine, dove rubavano il latte succhiandolo direttamente dalle mucche. Una volta gonfio di latte, un gatto troll tornava a casa della sua padrona e metteva il latte in un trogolo.
A volte i gatti troll rubavano la lana, ma il loro scopo principale era rubare il latte per le streghe. Gli scandinavi credevano che se si sparava ad un gatto troll, il latte sarebbe uscito dalla ferita, e che la strega subiva qualsiasi ferita subita dal gatto troll. Sfruttando la credenza degli scandinavi nei gatti troll, gli zingari truffavano i contadini avvelenando il loro bestiame e nascondendo un “gatto troll” da qualche parte nella proprietà. Quindi gli zingari si presentavano il giorno successivo e si offrivano di curare il bestiame inseguendo il gatto troll a pagamento.
Il gattoniglio è un ibrido di un gatto e un coniglio (da cui il nome). Sarebbe stato documentato per la prima volta da Joseph Train mentre visitava l’Isola di Man, un’isola situata tra Inghilterra e Irlanda. Tuttavia, gli scienziati hanno stabilito che un simile ibrido era geneticamente impossibile: Train aveva effettivamente osservato un gatto dell’isola di Man, che è un gatto con una coda a ciuffetto, simile a quella di un coniglio. Il gatto dell’isola di Man ha anche le zampe posteriori più lunghe delle zampe anteriori. Questo gli dà un’andatura simile al salto.
Nel 1977, un uomo di nome Val Chapman trovò quello che credeva essere un “gattoniglio” bianco con gli occhi rosa nel New Mexico. Ha esposto l’animale in un centro commerciale a Los Angeles e lo ha portato due volte al The Tonight Show con Johnny Carson. Anche se in seguito gli scienziati hanno stabilito che il gattoniglio di Chapman non era altro che un gatto con anomalie genetiche, la credenza nella creatura aveva già preso piede. In tutta l’America, la gente sosteneva di trovare dei gattonigli a loro volta, credendo nell’esistenza di questi gatti mitologici.
I bakeneko sono gatti soprannaturali del folklore giapponese. Nei primi anni della sua vita, un bakeneko non è diverso da un tipico gatto domestico, ma invecchiando, inizia a sviluppare poteri soprannaturali. A partire da una certa età, di solito 12 o 13 anni, un bakeneko inizia a camminare sulle zampe posteriori come un essere umano, e addirittura può anche parlare e comprendere la lingua umana.
Il bakeneko adulto può trasformarsi in forma umana, e un bakeneko malvagio può divorare il suo padrone e prendere il suo posto. Ma non tutti questi vecchi gatti sono cattivi. Alcuni sono spensierati ed amano ballare con i tovaglioli in testa: ma questi gatti più gentili possono comunque causare problemi. Le loro code contengono magie di fuoco che appiccano le fiamme a tutti i materiali infiammabili che toccano.
I bakeneko più anziani hanno la capacità di allevare schiavi zombie, quindi i proprietari sfortunati potrebbero svegliarsi e trovare i loro vicini morti che versano il latte sul pavimento della cucina. Un’altra superstizione era che i gatti con code molto lunghe erano in procinto di acquisire poteri soprannaturali. I proprietari infatti tagliavano la coda ai loro gatti per evitare che ciò accadesse.
Man mano che un bakeneko invecchia, diventa più mostruoso. Una volta che raggiunge un’età avanzata, la sua coda si divide in due, segnando la sua evoluzione in una creatura chiamata nekomata. E se i bakeneko sono a volte buoni, tutti i nekomata sono malvagi e non esitano a mangiare gli esseri umani. Sono ottimi oratori che ricattano e minacciano gli umani per ricevere da loro delle offerte. E ancora più spaventoso, i nekomata hanno la capacità di perseguitare gli umani con le immagini dei loro cari defunti.
Il più potente di questi gatti mitologici presumibilmente viveva in montagna. Questo felino mostruoso è stato descritto come con gli occhi di un gatto ed il corpo di un cane, anche se può cambiare aspetto in qualsiasi forma desideri. Ci sono persone che hanno effettivamente affermato di averli visti. È possibile che i miti dei nekomata siano partiti quando storie di gatti stregoni dalla Cina hanno raggiunto il Giappone: queste storie potrebbero essersi mescolate con avvistamenti di grandi felini nella vita reale.
Il gatto scheggiato è un criptide che si dice vivesse nelle regioni piene di tronchi del Nord America. È praticamente l’opposto dei gatti, tipicamente furtivi: il gatto scheggiato è rumoroso, goffo, ottuso e letteralmente duro di comprendonio. Usa il suo durissimo cranio per distruggere gli alberi. Il gatto scheggiato ha artigli affilati per arrampicarsi sulle cime degli alberi, zampe posteriori robuste per saltare sugli alberi vicini e una faccia accuminata per spezzare gli alberi.
Questi gatti mitologici si troverebbero spesso a spasso in mezzo a degli alberi spezzati ed abbattuti, come se fossero stati vittima di una tempesta di vento. Il gatto scheggiato è notturno e preferisce cacciare durante i temporali, quando le sue azioni rumorose saranno smorzate dai rumori atmosferici. Questo gatto ha una dieta di procioni e api, spaccando gli alberi cavi per raggiungere i loro nidi. Non avendo modo di individuare quali alberi abbiano all’interno il cibo, il gatto scheggiato si lancia a caso nella foresta come un toro infuriato, fermandosi a malapena per scuotersi le ragnatele dalla testa.
La credenza degli egiziani nei gatti mitologici si diffuse anche ai loro conquistatori romani. Da lì, i romani portarono queste leggende a nord verso i Celti, che iniziarono a vedere i gatti come i guardiani dell’altro mondo. Ma non solo in senso spirituale. La Grotta dei Gatti è una bocca dell’inferno in Irlanda, una porta fisica che conduce attraverso le viscere della Terra, presumibilmente verso l’altro mondo. Nella notte di Samhain (l’attuale festa di Halloween), apparentemente i mostri emergevano dalla Grotta dei Gatti per terrorizzare l’umanità.
Nella mitologia, il leggendario eroe Cuchulain domò una volta i gatti selvatici che erano spuntati dalla caverna per attaccarli. E la grotta in sé non è nemmeno un mito: è un posto reale che si può visitare in Irlanda anche ai giorni nostri. Certo, non dobbiamo aspettarci di ritrovarci nelle viscere dell’inferno. Quando i lavoratori di alcuni impianti installarono un palo direttamente sopra di essa, una parte della caverna crollò, lasciando il tunnel bloccato. Non sapremo mai se conduce direttamente all’aldilà, allora?
Nel folklore scozzese, si dice che il gatto demoniaco noto come Grandi Orecchie sia il discendente di Irusan, il mitico re dei gatti. Gli scozzesi credevano che questo gatto dalle grandi orecchie fosse un oracolo che aveva il potere di esaudire i desideri, e infatti i maghi pagani eseguirono un rituale barbaro per evocarlo. Per giorni, hanno arrostito ripetutamente gatti fino a quando un esercito di gatti indemoniati e urlanti non è arrivato per fermarli. Alla testa di questa masnada di felini, c’è Grandi Orecchie, che i maghi credevano avrebbe concesso loro dei desideri o predetto il loro futuro. Questo rituale fu celebrato nel 17° secolo, anche se fu condannato dalla chiesa.
Si pensa che l’ultimo rogo di gatti conosciuti sia avvenuto nel marzo del 1824, ed è stato descritto da un giornale di Londra. Se i maghi erano così disperati di incontrare Grandi Orecchie, forse avrebbero dovuto guardare alla Pietra del Gatto Diavolo. Ogni Halloween, si dice che un gatto che si adatta alla descrizione di Grandi Orecchie festeggi lì con i suoi seguaci felini. Tuttavia, l’ultimo uomo che si sia avvicinato, sembra sia stato quasi artigliato a morte.
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Fabrizio Burriello
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