Chi nota dei comportamenti bizzarri nel proprio gatto, che sembra quasi sentirsi un umano, non si senta solo: succede davvero.
I gatti sono adorabili e spesso si comportano in modo buffo e davvero divertente. Ma succede anche che nei loro modi sembra quasi che si sentano più umani che felini: è davvero così? La scienza ha finalmente dato una risposta a questa domanda.
I ricercatori dell’Università di Messina sono tra i vari promotori di questo studio sul comportamento dei nostri amati gatti.
Dietro questi studi, c’è la voglia di smentire il luogo comune secondo cui i gatti sono animali poco socievoli.
C’è da sempre una sorta di rivalità tra i proprietari di cani e quelli di gatti, su quale sia l’animale domestico “migliore”. E come sanno tutti gli amanti di questi animali, non è una vera competizione.
I cani sono solitamente visti come animali più affettuosi verso i loro umani, mentre i gatti sembrano un po’ scostanti. Ma non è davvero così.
Secondo la ricerca dell’università siciliana, infatti, i gatti amano molto ricevere le nostre coccole, anche quando in apparenza sembrano disinteressati.
E di conseguenza, imparano a comportarsi in un modo preciso. Anzi, secondo questo studio, più il micio è a contatto con il suo padrone, più imparerà i comportamenti del suo umano.
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I nostri amici animali ci osservano, ci studiano, e imparano a leggere i nostri comportamenti per agire di conseguenza.
Questo studio, infatti, ha analizzato il comportamento di vari felini, dividendo i gatti in due gruppi:
In entrambi questi gruppi, i gatti hanno ricevuto le stesse cure, lo stesso tipo di attenzioni e lo stesso amore.
Durante lo studio è stato osservato che i gatti del primo gruppo, avendo avuto più tempo per studiare i loro umani, hanno interiorizzato abitudini e comportamenti dei loro padroni.
I loro ritmi di vita erano sincronizzati con quelli dei loro amici umani: gli orari per mangiare e dormire, innanzitutto.
Un po’ come se i gatti avessero regolato i loro orologi biologici sulla stessa ora dei loro padroni umani.
I gatti del secondo gruppo, non avevano lo stesso quantitativo di tempo per imparare dai loro umani, vivevano in un ambiente più ampio.
Questi mici infatti sono risultati più indipendenti rispetto agli altri: avevano conservato le loro abitudini e tempistiche naturali, visto che erano più attivi di notte, come succede in natura.
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Uno dei comportamenti degli esseri umani che i gatti imparano più spesso ad imitare, è quello di aprire o chiudere le porte.
Si tratta di un’abitudine normalissima per un essere umano, che infatti viene subito appresa dai gatti che vivono più strettamente con il loro padrone.
Succede infatti molto spesso che il nostro micio impari a spingere una porta di casa, per uscire o entrare, o per raggiungere quello che vuole.
Ma un’altra abitudine dei gatti che viene “sincronizzata” con quella degli esseri umani, è quella di fare i bisognini.
Non è raro infatti vedere che, quando il padrone va al bagno, anche il micio usa la lettiera. Un po’ come se i suoi bisogni fisiologici si attivassero quando vede il suo umano fare lo stesso.
In realtà, un essere umano che influenza il proprio gatto non lo fa di solito volontariamente. Ma succede lo stesso, per questi motivi.
La cosa interessante è che spesso avviene anche l’opposto: noi esseri umani assecondiamo ogni richiesta dei nostri gatti, molte volte.
Quante volte ci alziamo presto perchè il nostro micio vuole mangiare? Magari crediamo che accontentarlo fermerà il suo lamento e potremo tornare a dormire.
In realtà, così facendo, il micio sta imparando come è facile farci alzare dal letto, e se lo accontentiamo troppo spesso diventerà una comune abitudine del nostro gatto.
F. B.
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